Francesco Parrino ROMA – Due anni di reset per The Morning Show. Due anni lunghissimi come lo sono stati per Succession, ma qui, forse, la pausa è sembrata quasi necessaria per rifiatare. Perfino più dei medical drama (Grey’s Anatomy su tutti) la serie Apple TV+ ideata da Jay Carson e ispirata al saggio Top of the Morning: Inside the Cutthroat World of Morning TV del corrispondente della CNN Brian Stelter sul lato oscuro della televisione del mattino – e in particolare sul Today Show e Good Morning America – ha saputo raccontare del COVID-19, la pandemia globale e le conseguenze su uomo e società con piglio critico lucido. A riguardare la seconda stagione di The Morning Show sembra quasi di osservare una fotografia di quei confusi giorni pandemici.
Del mondo esterno ne risentì parecchio l’arco narrativo dell’ex-anchor Mitch Kessler di uno Steve Carell allo stato dell’arte in perfetto equilibrio tra commedia e dramma, qui nei panni di predatore sessuale figlio della cultura maschilista degli anni Novanta, cancellato, e infine esiliato in una dorata quarantena italiana che ne ridusse la portata scenica a mera appendice narrativa. Parallelamente però The Morning Show andava avanti veloce, spedito, tra il carisma strabordante di Billy Crudup che come Cory Ellison non sbaglia un gesto, un’azione, una posa che siano una, e il sempre efficace Mark Duplass come Chip Black nei momenti comico-brillanti e/o riflessivi. E poi ci sono loro, Jennifer Aniston e Reese Whiterspoon, Alex Levy e Bradley Jackson, il cuore pulsante dello show.
Dapprima rivali alla maniera di un postmoderno Eva contro Eva, poi amiche e alleate. Un fronte unito contro i piani alti, il sistema e un mondo pronto a consumarle e mercificare sminuendone il ruolo di professioniste esemplari in favore dell’attrattività. The Morning Show riparte proprio dalle ceneri delle battute finali della seconda stagione presentandosi con un terzo atto pirotecnico che riprende le redini del MeToo della prima stagione per allargarne il raggio d’azione. Attraverso un semplice leak di hacker (presumibilmente russi) The Morning Show punta il dito sull’ageismo, le diseguaglianze socio-culturali, tematiche razziali e iniquità salariale in ambiente lavorativo. E poi c’è la new-entry Jon Hamm nei panni di un Paul Marks tanto Elon Musk nell’agire quanto Don Draper nell’intensità. E tanto basta per parlarne come una delle grandi opere seriali dei nostri tempi.
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