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Il Sacrificio del Cervo Sacro | Colin Farrell e il mito di Euripide secondo Yorgos Lanthimos

Prima di Povere creature! una rielaborazione di un caposaldo della mitologia greca. Su Prime Video

il sacrificio del cervo sacro
Colin Farrell e Barry Keoghan ne Il sacrificio del cervo sacro.

MILANO – Capita spesso che riferimenti o simboli della mitologia antica facciano capolino nei film moderni – specialmente se d’autore – ma capita però un po’ meno spesso (leggi: quasi mai) che questi siano dei veri e propri rifacimenti di una tragedia greca. Il film in questione è il bello quanto controverso Il sacrificio del cervo sacro, diretto da Yorgos Lanthimos, e la tragedia a cui si ispira è l’Ifigenia in Aulide di Euripide, scritta intorno al 407 a.C.. Interpretato da Colin Farrell (che aveva già lavorato con il regista nel precedente The Lobster), Nicole Kidman e dalla rivelazione irlandese Barry Keoghan, il film ne riprende il tema di fondo, quello della giustizia, trasportandolo però ai giorni nostri in uno svolgimento contorto e perverso.

il sacrificio del cervo sacro
Colin Farrell e Nicole Kidman in una scena de Il sacrificio del cervo sacro

Il sacrificio del cervo sacro (lo trovate su Prime Video) segue la famiglia Murphy (effettivamente degna di una tragedia greca): Steven (Colin Farrell) è un rinomato cardiochirurgo con quella che si potrebbe definire la famiglia perfetta, formata dalla moglie Anna (Nicole Kidman) e i due figli Bob e Kim. Il tranello arriva in forma di Martin (Barry Keoghan), il figlio di un paziente deceduto anni prima, che si avvicina al medico per vendicarsi del padre. Questi è infatti morto in sala operatoria, quando i problemi con l’alcool di Steven intralciavano il suo lavoro. Ma la vendetta di Martin non ha i contorni del cliché: si tratta di una maledizione. Bob e Kim si ammaleranno e in diversi stadi si avvicineranno alla morte a meno che Steven non scelga un membro della sua famiglia da sacrificare.

Una scena de Il sacrificio del cervo sacro

La sceneggiatura, scritta dallo stesso Lanthimos e Efthymis Filippou, riprende l’insidia al centro dell’opera del buon vecchio Euripide. D’altronde, un film premiato a Cannes per una tragedia vincitrice delle Grandi Dionisie (la competizione di rappresentazioni teatrali della Grecia Antica) non poteva che essere un connubio perfetto. Steven, in questa fantastica trasposizione, è Agamennone, che nel mito scelse su consiglio di un indovino di sacrificare la figlia Ifigenia alla dea Artemide affinché i venti contrari smettessero di ostacolare la sua flotta in viaggio verso Troia. Per amore della patria e del padre, Ifigenia accettò la sua sorte ma, negli ultimi istanti, Artemide decise di risparmiarla portandola a dimorare tra gli dei e fece comparire al suo posto una magnifica cerva.

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Colin Farrell e Barry Keoghan in Il sacrificio del cervo sacro

Dopo aver sondato l’amore in un futuro distopico in The Lobster, Lanthimos continua così il suo particolare immaginario facendo rivivere il mito antico, qualcosa che spesso viene percepito come vecchio e superato, ma che invece è eternamente affascinante. Ovviamente il regista fa sentire la propria impronta e non concede una risoluzione lieta come quella di Ifigenia, anche perché, nelle sue parole: «Quello che so è che non volevo fare né la rivisitazione di una tragedia greca con il coro e tutto il resto, né un film gotico». Estremamente moderno, freddo e spietato. Un film che scava in profondità nel senso della giustizia. Un tema, tra l’Antica Grecia e i giorni nostri, che non smette mai di accendere riflessioni e dibattiti.

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