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Walk With Me | La mindfulness e quell’apparizione di Benedict Cumberbatch

Da Sherlock a Thích Nhất Hạnh: ma cosa c’entra il divo con un documentario sulla meditazione?

MILANO – «Com’è fresco il soffio del vento. La pace è ogni passo. E fa gioioso il sentiero senza fine». Girato nel corso di una ricerca durata tre anni, Walk With Me (lo trovate su Rakuten, AppleTV+ e Prime Video) è un documentario che tenta di raccontare per la prima volta dall’interno la vita di un monastero Zen del XXI secolo. Diretto da due registi inglesi, Marc J. Francis e Max Pugh, più che una semplice visione, è un viaggio in cui viene narrato di come il maestro vietnamita Thích Nhất Hạnh – definito il padre della Mindfulness – fosse destinato ad avere un unico scopo nella vita: essere protagonista di un grande progetto pieno d’amore. Nel 1964 fonda un movimento di resistenza non violenta chiamato Piccoli corpi di pace, volto a contrastare pacificamente la politica del Governo vietnamita di quegli anni. Ma, proprio a causa del suo attivismo, verrà allontanato dal suo Paese, costretto ad un esilio obbligato in Francia.

Thích Nhất Hạnh in meditazione.

Sarà proprio nella capitale francese che, nel 1982,Thích Nhất Hạnh fonderà una comunità di monaci ai quali insegnerà a cercare la pace interiore e a vivere con consapevolezza, un monito che diventerà poi valido anche per migliaia di adepti. Walk With Me, come una leggera pioggia primaverile, racconta così – minuto dopo minuto, senza fretta alcuna, non è John Wick 4 – la quotidianità dei monaci sfiorando timidamente lo spettatore con lunghi silenzi e scene lente che ammorbidiscono la durata della pellicola. A lunghe scene di quiete, si intervalla la voce magnetica e travolgente di Benedict Cumberbatch, che interpreta con intensa emozione la prosa dello stesso maestro, di cui da anni è un grande seguace.

Un altro momento di Walk With Me.

Per tutta la durata di Walk With Me si ha così la sensazione di essere partecipi dei rituali spirituali che la comunità svolge tra preghiere e rintocchi di campane, con i rumori di fondo portati volutamente in primo piano in post-produzione. Paradossalmente, si è quasi risvegliati da quella tanto agognata tranquillità, ormai sconosciuta nel nostro quotidiano pieno di impegni e scadenze sempre troppo strette. Un documentario che elogia la splendida spontaneità dei gesti quotidiani, che permette allo spettatore di scuotersi attraverso il potere del silenzio: «La foresta sembra non sapere che sei lì, anche se già intoni il tuo canto immortale». Rivelatorio.

  • VIDEO | Qui potete vedere il trailer: 

 

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