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Ahsoka | Rosario Dawson, il ritorno dei Jedi e la rinascita di Star Wars

Le atmosfere, Ray Stevenson, Star Wars Rebels e l’inizio di un nuovo corso. Dove? Su Disney+

Il ritorno (e la rinascita) dei Jedi: Star Wars: Ahsoka, di Dave Filoni
Il ritorno (e la rinascita) dei Jedi: Star Wars: Ahsoka, di Dave Filoni

ROMA – Baylan Skoll (Ray Stevenson), un ex-Jedi ora mercenario, e il suo Apprendista Sith Shin Hati (Ivanna Sakhno) assaltano un incrociatore della Nuova Repubblica per salvare Morgan Elsbeth (Diana Lee Inosanto). L’obiettivo è fare squadra per ritrovare il Grand’Ammiraglio Thrawn (Lars Mikkelsen), scomparso dalle parti del pianeta Lothal dopo che, cinque anni prima, Ezra Bridger (Eman Esfandi) l’ha affrontato a viso aperto assieme ad alcuni purrgil (le balene secondo Star Wars). Saputo della fuga di Elsbeth, Ahsoka (Rosario Dawson) e il droide Huyang (David Tennant) si lanciano all’inseguimento assieme alla sua ex-Padawan Jedi, Sabine Wren (Natasha Liu Bordizzo) e al supporto dell’instancabile Generale Hera Syndulla (Mary Elizabeth Winstead). Parte da qui Ahsoka di Dave Filoni, (mini)serie in otto puntate che dalla sua vive di un’inerzia narrativa invidiabile.

Rosario Dawson di nuovo nei panni del ronin jedi Ahsoka Tano
Rosario Dawson di nuovo nei panni del ronin jedi Ahsoka Tano

Il viaggio seriale di Ahsoka Tano è infatti, al contempo, spin-off della fortunata The Mandalorian a sua volta sequel di Star Wars: Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi di Richard Marquand del 1983, nonché sequel in live action della serie animata Star Wars Rebels di cui la prima puntata ripropone una delle scene chiave del finale della quarta stagione (Riunione di famiglia e addio) per mezzo di un bricolage narrativo impareggiabile e di commuovente bellezza per tutti i warsies. Al punto che forse solo chi ha seguito integralmente gli sviluppi del personaggio tra Clone Wars e Rebels potrà godere fino in fondo delle intuizioni e intenzioni narrative di Ahsoka. L’opera (mini)seriale di Filoni è riuscita là dove gli zoppicanti The Book of Boba Fett e Obi-Wan Kenobi avevano fallito: ridare credibilità e sostanza a Star Wars.

Natasha Liu Bordizzo: la rivelazione della serie
Natasha Liu Bordizzo: la rivelazione della serie

Sul piccolo schermo chiaramente. Perché, per quanto bistrattata e figlia di una schizofrenia produttiva che l’ha ingiustamente privata della visione d’insieme di un head-writer all’origine di tutto, ma la Trilogia cinematografica Disney verrà comunque ricordata negli anni a venire come un piccolo tassello di quel grande mosaico di magia, cinema e vita che corrisponde al nome di Star Wars. Ecco, prima che le strizzate d’occhio a citazioni e suggestioni storiche della saga, i duelli (finalmente!) spettacolari e coinvolgenti, e un Hayden Christensen che come Anakin Skywalker fantasma di forza della propria Padawan si fa perdonare il disastroso Star Wars: Episodio II – La Guerra dei Cloni offrendo una performance dosata e convincente, Ahsoka vive di una scrittura efficace, fluida, radicata nel Canone, capace di amalgamare perfettamente passato e presente di una saga leggendaria restituendone appieno le caratteristiche atmosfere.

Hayden Christensen e Ariana Greenblatt in un momento della quinta puntata di Ahsoka
Hayden Christensen e Ariana Greenblatt in un momento della quinta puntata di Ahsoka

E dire come, specie dopo la prima stagione di Clone Wars, nessuno avrebbe immaginato Ahsoka Tano come uno dei personaggi chiave del futuro di Star Wars. Sia perché recepita inizialmente (ed erroneamente) come un’appendice di Anakin con cui condivide il carattere turbolento e indisciplinato della gioventù, sia perché del tutto assente e nemmeno mai menzionata in Star Wars: Episodio III – La Vendetta dei Sith. E invece, a lungo andare – specie con la scelta narrativa di abbandonare l’Ordine dei Jedi a seguito delle macchinazioni e le debolezze mostrate dagli stessi lungo la Guerra dei Cloni e il successivo ruolo di Fulcrum in Rebels – con le sue spade laser incolori Ahsoka Tano è cresciuta fino a diventare un’icona femminista universale se non perfino il personaggio femminile meglio sviluppato di tutto il Canone di Star Wars.

Ray Stevenson all'ultimo ruolo accreditato in un momento di Ahsoka
Ray Stevenson all’ultimo ruolo accreditato in un momento di Ahsoka

Merito anche – specie considerando la crescita di popolarità ottenuta dal personaggio negli ultimi anni – di una Rosario Dawson in scioltezza a cui sono bastate scarne parole, tanta tenacia e mimica impareggiabile per guadagnarsi l’immortalità artistica. Non ultimo una nota di compianto. Perché Ahsoka rappresenta anche l’ultimo ruolo accreditato di Ray Stevenson. Il penultimo in realtà visto che l’attore britannico è venuto a mancare lo scorso maggio durante la lavorazione di Cassino in Ischia di Frank Ciota per le conseguenze fatali di uno shock anafilattico (al suo posto l’ex-Prison Break Dominic Purcell). Resta il dolore di una scomparsa prematura e il rimpianto di non poter approfondire un villain ricco di sfumature caratteriali come il suo Baylan Skoll. Il perfetto speculare di Ahsoka, e forse l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita artistica.

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Qui sotto potete vedere una featurette su Ahsoka: 

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