ROMA – «Giravamo in Almeria, nelle stesse settimane. Io ero sul set di Saul e David, film enorme, un peplum, con una troupe gigantesca. Lui invece era lì con poche persone e pochi soldi in tasca, tanto che decidemmo di prestargli alcune delle nostre attrezzature. Poi in sala uscimmo contemporaneamente. Solo che Saul e David non andò bene, mentre Per un Pugno di Dollari fu un clamoroso successo…». Così in uno dei passaggi del film ricorda Gianni Garko in Sergio Leone: Cinema, Cinema, un documentario poco citato – se non altro rispetto ai molti usciti in questi anni – e che potete recuperare ora in streaming su Prime Video. In poco meno di due ore, ripercorre vita, cinema e percorso di un regista che come pochi seppe unire cinema e vita.
E quindi ecco il western, l’epica, i racconti delle persone che gli furono vicine: la moglie Carla Leone – che ne racconta manie e tic – e poi Tonino Delli Colli, storico direttore della fotografia in tre film (e che film), da C’era una volta il West a C’era una volta in America, e poi lo sceneggiatore Sergio Donati, Marianne Koch (ricordate la Marisol di Per un pugno di dollari?), naturalmente Ennio Morricone. Voci che si alternano alle scene dei film, come se i registi del documentario, Manel Mayol e Carles Prats, avessero immaginato una sorta di lezione di cinema, in cui ogni inquadratura viene poi spiegata e narrata da chi l’ha vissuta in prima persona.
Leone c’è e la sua presenza si avverte a ogni fotogramma, in ogni aneddoto. Bello quello che ricorda il rapporto con lo scenografo Carlo Simi (anche lui poco citato nell’epica leoniana), talmente affiatato che condividevano lo stesso mood romano anzi, trasteverino. Dolci le parole della moglie, quando racconta che, nonostante abbia sempre lavorato con gli americani, di inglese non conosceva che qualche parola. Del resto ad uno come lui bastava uno sguardo. Come quelli che si scambiava con l’altro scenografo, Carlo Leva che, emozionato, rievoca il poncho de Il Biondo alias Clint Eastwood, oggetto diventato iconico e finito poi anche in Ritorno al futuro.
Così, in Sergio Leone: Cinema, Cinema la lezione di storia e di immagini delinea la cinematografia di Leone in lungo e in largo, dalle ispirazioni ai film non riusciti. Pochi sanno che dopo aver girato Il Colosso di Rodi, voleva fare Le Aquile di Roma, altro peplum, non riuscendoci per questioni di budget. Allora, ecco il colpo di genio tra Goldoni e l’Akira Kurosawa de La Sfida del Samurai – che a sua volta aveva rivisitato il Dashiell Hammett di Piombo e Sangue – tra la polvere e il sole dei deserti spagnoli, dove David Lean aveva girato Lawrence d’Arabia. La culla perfetta dove far nascere (e morire) il mito della frontiera, dove diventare grande, grandissimo. Per noi forse il più grande.
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