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Secondo Amore | Douglas Sirk, Thoreau e l’amore tra Rock Hudson e Jane Wyman

Ross Hunter, Love and Life, l’influenza su Fassbinder, Haynes e Waters. Riscoprire un classico moderno

Secondo amore
Rock Hudson e Jane Wyman in una scena di Secondo Amore.

ROMA – Partiamo dal titolo, ma non quello scelto dalla distribuzione italiana, perché se è vero che nei nostri cinema fu distribuito il 5 aprile 1956 sotto il titolo di Secondo amore, negli Stati Uniti il film di Douglas Sirk fu presentato sotto il titolo (molto più affascinante) di All That Heaven Allows, vale a dire: «Tutto ciò che il paradiso permette». Una scelta di parole curiosa e tutt’altro che casuale che non fu affatto farina del sacco della sceneggiatrice Peg Fenwick, ma degli autori del romanzo originale del 1952. Quei Edna L. Lee e Harry Lee che nella scelta del titolo si ispirarono a una poesia di John Wilmot (Love and Life), secondo conte di Rochester, che nell’ultima strofa recitava: «Then talk not of Inconstancy, False Hearts, and broken Vows. If I, by Miracle, can be This live-long Minute true to thee, ‘Tis all that Heav’n allows».

Secondo amore di Douglas Sirk fu distribuito nei cinema statunitensi il 25 dicembre 1955
Secondo amore uscì nei cinema americani il 25 dicembre 1955

Quel romanzo la Fenwick lo prese in prestito dalla New York Public Library. Una copia originale della prima edizione da 394 pagine che la rapirono talmente da farvi della annotazioni a penna che secondo i registri ufficiali risalgono all’agosto 1954, ovvero, poche settimane dopo che Magnifica ossessione – che con Secondo amore condivide i due interpreti, Jane Wyman e Rock Hudson oltre che Agnes Moorehead – conquistarono critica e pubblico. Un successo invidiabile che la Universal volle replicare immediatamente godendosi appieno la ricetta vincente del cinema di Sirk. Budget raddoppiato rispetto a Magnifica ossessione (incasserà 3 milioni e mezzo di dollari, due in meno del predecessore) e carta bianca sul processo realizzativo, o quasi. In origine infatti Sirk avrebbe voluto che Secondo amore chiudesse i battenti con l’incidente che in pieno terzo atto getterà poi le basi climatiche del finale romantico.

Secondo amore, Rock Hudson e Jane Wyman di nuovo in coppia con Sirk dopo il successo strepitoso di Magnifica Ossessione
Rock Hudson e Jane Wyman di nuovo in coppia con Sirk dopo Magnifica Ossessione

Del resto non è che Sirk si fosse mai professato come un’ottimista di natura, specie nel raccontare i rapporti umani: «Si, credo che la felicità esista, se non altro per il semplice fatto che può sgretolarsi facilmente. Per temperamento sono un pessimista». L’obiettivo era di gettare una coltre enigmatica attorno al fato di Ron Kirby (Rock Hudson). Di parere contrario l’executive Ross Hunter che ritenne la scelta di Sirk troppo deprimente per un melò per il grande pubblico, optando infine per quell’happy-ending entrato nella storia del cinema. La ricongiunzione finale pose i sigilli su Secondo amore intesa come fiaba d’amore pura nella sua narrazione a crescita armonica, graduale nel ritmo ma esponenziale nell’intensità di sentimento. Un film che racchiude in sé divario generazionale e lotta di classe, egoismo (figliare), solitudine imposta e desiderio di indipendenza, di violare convenzioni e regole stringenti del contesto sociale della upper-class americana.

Nei cinema italiani il film fu distribuito il 5 aprile 1956
Nei cinema italiani Secondo amore fu distribuito il 5 aprile 1956

E non solo quella vista la portata universale della narrazione di Secondo amore, lasciando che due anime gemelle si uniscano nonostante tutto si rivolti contro. Ma soprattutto desiderio di vita, di vita integra, come denotato dall’estratto di Walden ovvero Vita nei boschi di Henry David Thoreau del 1854 riportato in una delle scene chiave: «La massa degli uomini fa una vita di silenziosa disperazione, perché abbiamo così disperata fretta di riuscire? Se un uomo non tiene il passo con i suoi compagni, forse è perché ascolta un altro tamburo. Lasciate che marci alla musica che sente, qualunque ne sia il ritmo o la distanza…». In altri termini, tener fede al proprio mensch in un mondo freddo e convenzionale. Nel mezzo? La maestria avvolgente di Sirk nel giocare di immagini ombrose e caratterizzazioni chiaroscurali a sfumarne i contorni esaltando interpretazioni da sogno.

Il celebre climax di Secondo amore con il cucciolo di cervo dalla coda bianca affettuosamente battezzato Ketchup dalla troupe
Il celebre climax con il cucciolo di cervo dalla coda bianca, battezzato Ketchup dalla troupe

Wyman e Hudson sullo schermo hanno un’alchimia straripante la cui differenza d’età, fuori dal quadrilatero di Secondo amore, non era poi così acuita: trentotto anni lei, ventinove lui. Della portata universale – e di riflesso, senza tempo – di Secondo amore la sapeva lunga Rainer Werner Fassbinder che – a proposito del melodramma e del cinema di Sirk – disse: «Non credo che il melodramma sia irrealistico, ognuno ha il desiderio di drammatizzare le cose che gli accadono. Inoltre ognuno ha una groviglio di piccole ansie che cerca di aggirare per evitare di mettersi in discussione: il melodramma si scontra duramente con loro. Ciò che passa sullo schermo non è qualcosa con cui posso identificarmi direttamente nella mia vita, perché è così genuino, così irreale. Eppure dentro di me, insieme alla mia stessa realtà, diventa una nuova realtà. L’unica realtà che conta è nella testa dello spettatore».

Talmente d'impatto Secondo amore da influenzare due generazioni diverse di cineasti: Rainer Werner Fassbinder, John Waters e Todd Haynes
Un film capace di influenzare due generazioni di cineasti: Rainer Werner Fassbinder, John Waters e Todd Haynes

Lo fece talmente da riproporre lo stesso schema narrativo e il sapore delle dinamiche relazionali proibite in La paura mangia l’anima. E non solo Fassbinder. C’è qualcosa di Secondo amore tra Polyester di John Waters e il sempre troppo poco celebrato Lontano dal paradiso di Todd Haynes, a conferma della forza narrativa non solo del melodramma come genere, ma anche (e soprattutto!) del cinema di Douglas Sirk. Un cinema che, specie in quella decade di riferimento, tra Il sottomarino fantasma e Lo specchio della vita passando per Il figlio di Kociss, Magnifica ossessione, Secondo amore, Come le foglie al vento, Il trapezio della vita e Tempo di vivere, ha saputo cristallizzarsi nella memoria comune come quintessenza dell’amore scenico dalla naturale e spontanea commozione…

  • REVISIONI | Come le foglie al vento e la modernità di Sirk
  • STORIE | Le lacrime amare di Petra von Kant e il melodramma
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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

 

 

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