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Come Le Foglie Al Vento | Rock Hudson, l’amore di Fassbinder e la modernità di Douglas Sirk

Il libro di Robert Wilder, la storia dei Reynolds, la passione di Fassbinder: ma perché rivederlo oggi?

Come le foglie al vento
Rock Hudson, Laurence Bacall e Robert Stack in Come le foglie al vento.

ROMA – «Prendi un film come Come le foglie al vento. Ciò che scorre sullo schermo non è qualcosa con cui posso identificarmi direttamente nella mia vita, perché è così genuino, così irreale. Eppure dentro di me, insieme alla mia stessa realtà, diventa una nuova realtà. L’unica realtà che conta è nella testa dello spettatore». Così disse Rainer Werner Fassbinder a proposito del film di Douglas Sirk, Come le foglie al vento, opera dalla narrazione solida e senza tempo, piena espressione dell’irresistibile realtà drammatizzata tipica delle atmosfere del melodramma, un genere che – secondo Fassbinder – ha saputo scrutare meglio di tutti l’animo dello spettatore: «Non credo che il melodramma sia irrealistico. Ognuno ha il desiderio di drammatizzare le cose che gli accadono intorno. Inoltre ognuno ha una groviglio di piccole ansie che cerca di aggirare per evitare di mettersi in discussione: il melodramma si scontra duramente con loro».

Come le foglie al vento di Douglas Sirk fu distribuito nelle sale statunitensi il 25 dicembre 1956
Come le foglie al vento di Douglas Sirk fu distribuito nelle sale statunitensi il 25 dicembre 1956

Non a caso proprio Come le foglie al vento, una delle tante punte di diamante del cinema sirkiano al pari di Magnifica ossessione, l’intramontabile Lo specchio della vita e Secondo amore dalla seconda, terza e quarta vita tra Fassbinder (La paura mangia l’anima), John Waters (Polyester) e Todd Haynes (Lontano dal Paradiso). La sua anima filmica è magnificente oggi come ieri, sessantasette anni dopo, nel raccontare caos e tradimenti della scricchiolante unità familiare degli Hadley attraverso una digressione temporale da kolossal, ha saputo stimolare il pubblico esplorando temi come lo status sociale, il crollo di valori del Sogno Americano – pur avendo raggiunto l’ideale americano del benessere materiale, gli Hadley sono ovunque ma emotivamente e spiritualmente da nessuna parte – ma soprattutto la complessità dell’amore e del desiderio. Vero motore del cinema sirkiano con tutte le sue conseguenze tra frustrazioni, tormenti interiori e reazioni irrazionali.

Rock Hudson, Robert Stack e Lauren Bacall in una scena di Come le foglie al vento
Rock Hudson, Robert Stack e Lauren Bacall

Interessante in tal senso il modo in cui lo studioso di cinema Thomas Elsaesser ha riassunto brevemente la trama del film: «Dorothy Malone vuole Rock Hudson che vuole Lauren Bacall che vuole Robert Stack che vuole solo morire». Una logline che racchiude in sé pulsioni e macchinazioni al centro dello script di George Zuckerman che trae ispirazione dal romanzo Written on the Wind – il titolo originale di Come le foglie al vento – di Robert Wilder del 1947, ispirato a sua volta a una storia vera. Gli scenici Hadley sono null’altro che i Reynolds della R.J. Reynolds Tobacco, la seconda più grande società di tabacco degli Stati Uniti dopo Altria Group fondata da R. J. Reynolds nel 1874, e il triste fato di Kyle Hadley (Robert Stack) fu tratteggiato sui lineamenti caratteriali di Zachary Smith Reynolds.

Dorothy Malone in una scena di Come le foglie al vento
La bellezza statuaria di Dorothy Malone. L’attrice è morta nel 2018, a 92 anni.

Figlio di R. J. Reynolds ed erede della fortuna della Reynolds Tobacco, morì il 4 luglio 1932 per una ferita d’arma da fuoco alla testa nella tenuta di famiglia dopo una festa di compleanno. Sua moglie, la cantante Libby Holman, e il suo amico intimo Albert Walker, furono sospettati dell’avvenuto suicidio a causa di resoconti contrastanti forniti sugli eventi di quella notte. Nessuna accusa fu formalizzata però. Il romanzo fu opzionato dalla RKO Pictures nel 1945 prima che i diritti di utilizzazione economica fossero ceduti alla International Pictures l’anno successivo, poi passati alla Universal Pictures dopo averla acquisita. A causa di una serie di minacce da parte dei membri della famiglia Reynolds, ci vollero quasi dieci anni però prima che Come le foglie al vento prendesse il via produttivo, precisamente nel 1955, anno in cui l’executive Albert Zugsmith assunse Zuckerman.

Nei cinema italiani il film fu distribuito il 9 gennaio 1957
Nei cinema italiani il film fu distribuito il 9 gennaio 1957

Zugsmith si convinse immediatamente che Come le foglie al vento sarebbe potuto essere un grande successo al cinema, ma a una condizione. Per evitare una potenziale – e possibilissima – causa legale dei Reynolds, ordinò a Zuckerman di effettuare una serie di modifiche: alcuni personaggi del romanzo furono rimossi dallo script, la fortuna degli Hadley mutò dal tabacco al petrolio e l’arena scenica passò dal North Carolina al Texas. Prodotti una serie di draft, l’ultimo, datato autunno 1955, fu promosso dalla Motion Picture Production Code, dando il semaforo verde alla pre-produzione in via ufficiale. La Universal, nella figura di Zugsmith, mise in dote a Sirk un budget sostanzioso di 1 milione e mezzo di dollari: ne incasserà oltre 4 e mezzo segnando incassi da record nel suo primo giorno di distribuzione nelle sale statunitensi. Non a caso, degli otto film che Sirk fece con Rock Hudson, il più profittevole.

«Dorothy Malone vuole Rock Hudson che vuole Lauren Bacall che vuole Robert Stack che vuole solo morire» (Thomas Elsaesser)
«Dorothy Malone vuole Rock Hudson che vuole Lauren Bacall che vuole Robert Stack che vuole solo morire»

A tal proposito, la lavorazione di Come foglie al vento coincise con il periodo del breve matrimonio di copertura di Hudson con Phyllis Gates, l’ex segretaria del suo manager. Nonostante il piacevole cameratismo di Hudson sul set – che si dice facesse un’imitazione di Stack divertentissima – e l’apparente felicità da novello sposo, Dorothy Malone, volto e corpo di quella Marylee Hadley femme fatale tragica e caotica, affermò di aver percepito in lui una certa malinconia. Un senso di solitudine misto a tristezza e insicurezza, e non solo per una certa insoddisfazione per l’aura caratteriale del suo Mitch Wayne che Hudson ritenne poco plausibile: «Come al solito sono così puro da essere impossibile». Tra i due nacque una bella amicizia, a suo dire infatti: «Ho adorato Sirk come regista, ma Rock era l’unico che sapeva trasmettermi sicurezza ogni volta che preparavamo una scena».

Agli Oscar 1957 Dorothy Malone si portò a casa la statuetta di Miglior attrice non protagonista
Agli Oscar 1957 Dorothy Malone si portò a casa la statuetta di Miglior attrice non protagonista

E fu un bene visto che agli Oscar 1957 la Malone si portò a casa la statuetta come Miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione in Come le foglie al vento. Lo stesso dicasi del rapporto tra Hudson e Stack, il suo amico/nemico scenico, che per dar vita a un Kyle Hadley dall’anima travolgente da alcolizzato romantico e autodistruttivo, fece un incredibile lavoro di immedesimazione: «Sono andato e ho usato la mia immaginazione nell’affrontare le sei fasi dell’ubriachezza. È stata una buona occasione per dimostrare veramente che potevo fare qualcosa di abbastanza buono». A proposito di Hudson, Stack sottolineò la classe del suo illustre collega nel non lamentarsi mai del dover dividere la scena con un interprete di seconda fascia: «Quasi tutti gli attori che conosco nel settore sarebbero andati dal capo degli Studios a fare la voce grossa, ma non lui, non Rock, non l’ho mai dimenticato».

«Prendi un film come Come le foglie al vento. Ciò che scorre sullo schermo non è qualcosa con cui posso identificarmi direttamente nella mia vita, perché è così genuino, così irreale. Eppure dentro di me, insieme alla mia stessa realtà, diventa una nuova realtà. L'unica realtà che conta è nella testa dello spettatore» (Rainer Werner Fassbinder)
«Come le foglie al vento è diventato una nuova realtà…» Rainer Werner Fassbinder

C’è di più, Stack non era nemmeno un attore nel roster della Universal, ma della 20th Century Fox che lo prestò su insistenza di Sirk che vedeva in lui l’interprete ideale per dare la marcia in più a Come le foglie al vento. A Hollywood si vocifera che fosse questa la ragione per cui agli Oscar 1957, candidato nella categoria Miglior attore non protagonista, abbia perso contro l’Anthony Quinn di Brama di vivere (diretto da Vincente Minnelli, una produzione MGM). Sembrerebbe che la Fox avesse organizzato un blocco del voto contro di lui in modo da impedire che uno dei suoi attori prestati a una casa di produzione rivale vincesse per merito di altri. In ogni caso, fece talmente bene Stack che Sirk lo rivolle al fianco di Hudson e la stessa Malone nel film successivo: Il trapezio della vita.

Gli Hadley di Come le foglie al vento sono null'altro che i Reynolds della R.J. Reynolds Tobacco, la seconda più grande società di tabacco degli Stati Uniti
Gli Hadley di Come le foglie al vento sono null’altro che i Reynolds della R.J. Reynolds Tobacco

Non ultima Lauren Bacall come Lucy Moore, algida e affascinante, che accettò la parte solo per poter lavorare con Hudson, andando contro il parere di Humphrey Bogart. Infine una nota per gli amanti delle quattro ruote. Come le foglie al vento è passato alla storia (anche) per le sue vetture automobilistiche. La decappottabile rossa di Marylee è una splendida Woodill Wildfire Roadster del 1955, quella di Kyle invece è una Allard J2X-C. Non male per un film che apre e chiude la sua narrazione a bordo di un auto e con l’orizzonte texano sullo sfondo. Nel mezzo c’è la maestria registica avvolgente di Sirk nel giocare di immagini ombrose e caratterizzazioni chiaroscurali a sfumare malinconia e desiderio e interpretazioni da sogno, in un’escalation di eventi di caos programmatico che è storia del cinema dall’eco immortale.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

 

 

 

 

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