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Scarface – Lo Sfregiato | Paul Muni, Howard Hawks e un capolavoro nel segno di Al Capone

Da Tony Montana a Tony Camonte, Howard Hughes, il plagio, il retaggio. Rileggere un mito

Paul Muni è Tony Camonte in Scarface - Lo Sfregiato, film di Howard Hawks del 1932
Paul Muni è Tony Camonte in Scarface - Lo Sfregiato, film di Howard Hawks del 1932

ROMA – Prima di Al Pacino, Michelle Pfeiffer, Steven Bauer, Brian De Palma e Oliver Stone, di Scarface ce n’era uno solo, ed era Lo sfregiato. Caposaldo del gangster movie che annoverava classici senza tempo come Piccolo Cesare e Nemico Pubblico, il film – datato 1932 – nacque su intuizione del visionario Howard Hughes. Il vulcanico produttore era infatti in cerca di un successo da box-office con cui lasciare la sua firma nel cinema gangster. Acquistati i diritti dell’omonimo racconto di Armitage Trail del 1929, Hughes assunse Ben Hecht come sceneggiature e propose – in maniera del tutto inaspettata – Howard Hawks per la regia. Il motivo? I due erano nel bel mezzo di una causa legale dove Hughes accusava il quasi omonimo Hawks di aver plagiato Gli angeli dell’inferno con il suo La squadriglia dell’aurora.

Un'immagine promozionale de Scarface - Lo sfregiato
Un’immagine promozionale de Scarface – Lo sfregiato

Durante una partita a golf – a dimostrazione della sua lungimiranza produttiva – Hughes propose a Hawks la regia di Scarface – Lo sfregiato, in cambio avrebbe ritirato la denuncia: alla diciannovesima buca discutevano già della ratio filmica. L’idea alla base era quella di rileggere in chiave cinematografica il mito di Al Capone e la sua inerzia da contro-sogno (italo) americano eccessivo e violento avvolgendolo di una carica valoriale sulla scia della Famiglia Borgia. C’era tutto (tra le righe) del famigerato gangster di Chicago nella narrazione di Hecht: dal titolo (Scarface), riecheggiante al suo soprannome, al nome stesso del protagonista (Tony Camonte) le sue fattezze etniche italo-americane, perfino la cicatrice sul volto similare a quella del famigerato criminale.

Paul Muni è Tony Camonte in una scena di Scarface - Lo sfregiato
Paul Muni è Tony Camonte

Elementi molteplici che sembrerebbe piacquero a Capone, tanto che, si dice, avesse comprato una copia del film. Presentato a New Orleans il 31 marzo 1932, manco a dirlo fu un successo planetario Scarface – Lo sfregiato (su Youtube e Apple TV+) e le ragioni erano molteplici: l’interpretazione di Paul Muni, il sottile valore simbolico della X come fosse un’ante-litteram arancia de Il Padrino, non ultimo la disillusione dell’individuo nel Dopoguerra, l’incapacità di progredire ed accettare l’evoluzione tecnologica e l’annessa modernità sociale. Un’opera dal peso specifico immenso per le generazioni future, ulteriore conferma – come se ce ne fosse bisogno – dell’intrinseca importanza della rilettura di De Palma in cui, quella di Hawks, rivive e prospera nelle suggestioni scaturite dalle immagini filmiche.

The World Is Yours, 1932

Se l’opera di Hawks muoveva però verso la rilettura dell’inerzia del più tipico sogno americano incanalandola nel sentiero dell’anti-agiografia di un Capone/Camonte diabolico, corrotto e incestuoso con cui vestire la narrazione di un’arguta lettura storico-sociale, l’opera di De Palma e Stone va oltre il riadattamento secondo le estetiche cinematografiche del proprio tempo, compiendo un salto nel vuoto creativo. Riscrivere, cioè, un caposaldo del cinema americano secondo una nuova impronta autoriale: aggressiva, acuta, brillantemente violenta, figlia di una sperimentazione narrativa da rediviva New Hollywood ricalibrata però secondo un nuovo paradigma industriale-produttivo di riferimento. Il resto è storia del cinema.

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Qui sotto potete vedere il trailer originale del film: 

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