MILANO – «Lo spettacolo del mare fa sempre una profonda impressione, perché è l’immagine di quell’infinito che attira senza posa il pensiero, e nel quale senza posa il pensiero va a perdersi». Scrisse così Madame de Staël, intellettuale e scrittrice francese di origini svizzere. Sì, perché il vero protagonista de L’Odissea – lungometraggio diretto da Jérôme Salle nel 2016 e al centro della nostra nuova puntata di French Touch dedicata al cinema francese – è proprio il mare, ancor prima dello stesso protagonista principale, Jacques-Yves Cousteau, al quale il regista dedica un’opera purtroppo poco citata e vista in Italia – in sala non è uscita nemmeno – e pure meritevole di una riscoperta tardiva in streaming (finalmente lo trovate su AppleTv+ e Rakuten).
Il film è ovviamente un po’ biografico – perché naturalmente gira intorno alla figura dell’esploratore (interpretato da un grande Lambert Wilson) – ma anche un po’ reportage selvaggio e libero, perché trasforma il mare e le sue variegate sfumature di blu, coi suoi fondali variopinti e la fantastica biodiversità, in un vero e proprio ruolo, come fosse un personaggio. Le riprese seguono così i sommozzatori nel corso delle immersioni, la macchina da presa si insinua tra gli anfratti marini per filmare tutti i segreti che l’oceano custodisce gelosamente. Squali, balene e pesci coloratissimi riempiono le inquadrature e conferiscono al film, seppur, appunto, si tratti di un biopic, un’aurea quasi documentaristica, incredibilmente efficace.
E poi – che ruota attorno alla bellezza abbagliante del mare – c’è il contesto burocratico, con la particolare attenzione che Salle decide di rivolgere al tema della protezione degli oceani e delle specie marine. In questa direzione è cruciale la figura del figlio di Jacques-Yves, Philippe (Pierre Niney, bravissimo), devoto alla causa ecologica, per cui si batte persino contro il padre che era restio ad una gestione eco-sostenibile del proprio progetto di esplorazione. Jacques-Yves Cousteau e la sua troupe, oltre ad essere impavidi esploratori delle profondità, furono anche documentaristi e il genio innovativo di Jacques non passò inosservato, tanto che con il documentario Il Mondo Nuovo ottenne, nel 1956, il primo premio a Cannes e addirittura l’Oscar.
Storicamente, si sa, Jacques-Yves Cousteau fu un uomo temprato dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, a cui prese parte come spia, sviluppando così una profonda tenacia nel perseguimento dei propri progetti che lo resero uno dei primi divulgatori scientifici al mondo. Oggi Cousteau è amatissimo in molti paesi, al punto che Wes Anderson anni dopo scelse persino di realizzare un film, a metà tra l’omaggio e la divertita parodia, ispirato alle sue mirabolanti avventure, insieme alla sua famiglia-troupe: Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou. E lì Bill Murray sfoggiava, proprio come Cousteau, un iconico zuccotto rosso. Se volete vedere qualcosa di diverso, questo è il film per voi.
- French Touch #1 – La rivoluzione de I 400 colpi
- French Touch #2 – Renoir e quell’omaggio al cinema dipinto
- French Touch #3 – Rohmer e la poesia di Racconto d’autunno
- French Touch #4 – Ice and the Sky e i cambiamenti climatici
- French Touch #5 – La Famiglia Bélier e l’obbligo di inseguire un sogno
- French Touch #6 – L’equilibrio spezzato di Dopo l’amore
- French Touch #7 – Quel thriller sentimentale chiamato Tre cuori
- French Touch #8 – Ardant e Trintignant detective in Finalmente domenica!
- French Touch #9 – Le risate di François Ozon in Potiche
- French Touch #10 – Catherine Deneuve e Quello che so di lei
Lascia un Commento