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La Città Verrà Distrutta all’Alba | I cinquant’anni dell’apocalisse di George A. Romero

Il remake, gli omaggi, la storia, le profezie, i tanti titoli. Come riscoprire un film leggendario

La città verrà distrutta all'alba: i cinquant'anni delle profezie dell'apocalisse di George A. Romero
La città verrà distrutta all'alba: i cinquant'anni delle profezie dell'apocalisse di George A. Romero

ROMA – Non si può dire che The Crazies sia stato un film particolarmente fortunato per George A. Romero. Nella figura dell’executive Lee Hessel, la Cambist Films – che con il padre degli zombie-movie aveva già lavorato a There’s Always Vanilla, l’unica sua commedia, nel 1971 – non fece mai grossi sforzi in termini di marketing, tanto da averlo distribuito nelle sale statunitensi il 16 marzo 1973 per poi farlo apparire anno dopo anno, quasi casualmente, tra festival esteri e proiezioni clandestine, con titoli sempre più stravaganti. In Brasile fu pubblicizzato come O Exército do Extermínio, nel Canada francese come Cosmos 859, in Messico come Colapso: exterminio brutal, in Francia come Experiment 2000, e qui da noi, in Italia, con l’avveniristico La città verrà distrutta all’alba.

La città verrà distrutta all'alba di George A. Romero fu presentato in terra statunitense il 16 marzo 1973
La città verrà distrutta all’alba di George A. Romero fu presentato in terra statunitense il 16 marzo 1973

Tanti, forse troppi titoli diversi. E se è vero che è il titolo – sia esso provvisorio o ufficiale – a dare un nome e quindi un’identità a qualcosa (o a qualcuno), il presentimento è che sotto-sotto, la Cambist Films, non ci aveva mai creduto più di tanto nei Crazies di Romero, o per rifarci al titolo italiano, a La Città. A tal proposito, la città di La città verrà distrutta all’alba è Evans City, in Pennsylvania, e talmente era risicato il budget messo in dote dalla Pittsburgh Films (275.000 dollari tondi tondi) che Romero non poté permettersi stunt-man. Le comparse del film erano per davvero persone del posto e le scene d’azione più elaborate furono orchestrate dai vigili del fuoco locali e da professionisti autorizzati.

Lane Carroll e Will MacMillan in un momento di La città verrà distrutta all'alba
Lane Carroll e Will MacMillan in un momento di La città verrà distrutta all’alba

Al box-office, manco a dirlo, andrà malissimo: poco più di 143.000 dollari. Una cifra che metterebbe fuori gioco qualsiasi film relegandolo all’angolo più remoto della memoria comune, non La città verrà distrutta all’alba però. Il film di Romero infatti più vedeva cementificarsi la sua aura di flop commerciale, più, a ogni proiezione clandestina, appariva evidente la sua essenza di cult immortale a partire dall’incipit. Un piccolo capolavoro di orrore psicologico che in appena una manciata di minuti, nel giocare di parallelismo tra gli scherzi paurosi dei bambini e quelli, meno giocosi, dei grandi, vede Romero raccontare di un uomo uscito fuori di senno che uccide con freddezza la moglie nel sonno per poi dare fuoco alla sua casa di campagna imbevendola di kerosene sin nelle intercapedini.

Uno dei momenti più drammatici del film
Uno dei momenti più drammatici del film

Da lì in poi prende forma la narrazione solida di un La città verrà distrutta all’alba che nei suoi 103 minuti di allegoria ferocissima dal ritmo concitato, racconta di regimi totalitari e insabbiamenti, cospirazioni e rastrellamenti a tutto campo, armi biologiche e bestialità incestuose, esecuzioni e residuati di paura atomica. Iconografie di un’apocalisse governativa dalla messa in scena spartana in cui appare evidente – oggi più di ieri, cinquant’anni dopo – la sempre più netta forbice valoriale tra la cieca obbedienza dei militari e la disobbedienza civile degli uomini liberi. Un’opera incredibile, assurda, totalizzante, spiazzante nel suo essere in perfetto bilico tra fantascienza distopica fantasiosa e near-future preoccupante, che avrebbe decisamente meritato maggior fortuna. Specie considerando che in pre-produzione Hessel sembrò essere parecchio interessato al concept.

Fu il ruolo della svolta per Lynn Lowry
Fu il ruolo della svolta per Lynn Lowry

E a migliorarlo soprattutto. Fu di Hassel l’intuizione di ampliare la componente governativa di La città verrà distrutto all’alba. Nello script originale di Paul McCollough dal titolo The Mad People – da Romero definito come: «Molto esistenziale e inebriante» – l’intera sottotrama legata all’arma biologica e alla rovinosa azione militare era presente solo nel primo atto. Il secondo e il terzo si concentravano invece sui sopravvissuti e sui loro tentativi di far fronte a ciò che stava accadendo. Di parere contrario Hessel che vedeva nella componente governativo l’ingrediente più gustoso di La città verrà distrutta all’alba. Propose così a Romero di riscrivere lo script di McCollough – su sua previa benedizione artistica – ampliandolo a tutto campo. Incomprensibile quindi il suo susseguente disinteresse distributivo, ma poco importa.

Nei cinema italiani fu distribuito il 10 giugno 1974
Nei cinema italiani fu distribuito il 10 giugno 1974

A conferma del peso specifico assunto da La città verrà distrutta all’alba nell’ultimo mezzo secolo di cinema – oltre al rifacimento omonimo del 2010 di Breck Eisner (dove Romero figurò come executive) con protagonisti Timothy Olyphant, Radha Mitchell e Danielle Panabaker – vi è la semi-infinita di omaggi, citazioni e suggestioni, da Il demone sotto la pelle di David Cronenberg (con la Lowry proprio nel cast) a The Sadness di Rob Jabbaz, passando per il dichiaratissimo Zombi 3 di Lucio Fulci e quel Il ritorno dei morti viventi di Dan O’Bannon ambientato nello stesso universo narrativo. Tutti con l’obiettivo di celebrare il genio creativo di un George A. Romero artista come tanti, ma maestro di cinema come pochi.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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