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Gli Uccelli | Alfred Hitchcock, Tippi Hedren e i sessant’anni di un capolavoro

La genesi, le interpretazioni, Rod Taylor e quella lavorazione difficile. Celebrare una leggenda

Tippi Hedren è Melania Daniels per Gli Uccelli di Alfred Hitchcock
Tippi Hedren è Melania Daniels per Gli Uccelli di Alfred Hitchcock

ROMA – Tra le tante ragioni che hanno contribuito a rendere dorato il retaggio de Gli Uccelli di Alfred Hitchcock ce n’è una, in particolare, che ha finito con renderlo irripetibile. È l’unica delle cinquantaquattro opere del suo opus ad essere finita su Mad Magazine. Compare nel numero di ottobre 1963, sotto forma di parodia fumettosa in cui viene rivelato come, in realtà, gli uccelli che danno il titolo al film sono controllati da Burt Lancaster, come a volersi vendicare di non essere stato lui a vincere l’Oscar come attore protagonista per L’uomo di Alcatraz (Birdman of Alcatraz in v.o., ovvero, L’uomo-uccello di Alcatraz tradotto letteralmente). Che poi è effettivamente il vero grande mistero della narrazione e Gli Uccelli: ma perché gli uccelli attaccano gli uomini? Una prima interpretazione ci potrebbe essere data da un evento realmente accaduto nella città balneare di Capitola, in California, il 18 agosto 1961.

Gli Uccelli di Alfred Hitchcock fu presentato in terra statunitense il 28 marzo 1963
Gli Uccelli di Alfred Hitchcock fu presentato in terra statunitense il 28 marzo 1963

Quel giorno i residenti si svegliarono assistendo a una scena da film dell’orrore. Orde di uccelli marini bombardarono in picchiata le case andando a sbattere contro muri e automobili parcheggiate vomitando, di quando in quando, acciughe semi-digerite sui prati. Anni dopo si scoprì che la ragione fu un’alga tossica che inquinò la Baia di Monterey in cui la cittadina si affaccia. Il caso volle che quest’evento insolito accadde proprio nel pieno della pre-produzione de Gli Uccelli, al punto che Hitchcock volle indagare sulla vicenda usandola come fonte attendibile per dare consistenza al racconto. Non è però questa la risposta che stiamo cercando alla nostra domanda. I critici dell’epoca analizzarono e sviscerarono il film in ogni sua componente. Finendo con l’interpretare Gli Uccelli attraverso una lente cosmologica (l’ordine dell’Universo alterato dall’uomo), religiosa (l’agire divino), ecologica (la natura che si ribella all’uomo) e/o politica (la Paura Atomica).

L'immancabile cameo di Hitch ne Gli Uccelli
L’immancabile cameo di Hitch ne Gli Uccelli

Poi però ce n’è un’altra, una di tipo psicoanalitica, secondo cui l’invasione degli uccelli rappresenterebbe l’affiorare di desideri repressi tra i membri della famiglia riflettendo tensioni e difficili situazioni sentimentali. Una riflessione a proposito de Gli Uccelli che si presta in realtà a un discorso più ampio legato alle componenti strutturali dello script di Evan Hunter. Su intenzione di Hitchcock l’idea era di delineare il racconto in modo da procedere gradualmente dai toni della commedia brillante per poi virare dritti verso il terrore totale. Un primo atto, però, che il primo draft datato settembre 1961 dello script di Hunter – uno script insolito, composto da inquadrature piuttosto che da scene – risultava troppo lungo, con protagonisti dalla caratterizzazione bidimensionale e privo di drammaticità. Nonostante i suggerimenti degli amici di Hitchcock, l’attore Hume Cronyn e lo scrittore V.S. Pritchett, Hunter non riuscì a venirne a capo.

Tippi Hedren è Melania Daniels in un momento de Gli Uccelli
Tippi Hedren è Melania Daniels in un momento de Gli Uccelli

Non a caso sta lì il problema de Gli Uccelli, in un primo atto poco ispirato e dalla costruzione debole ma sufficiente a gettare le opportune basi drammaturgiche. Veniamo a conoscenza infatti dei membri della famiglia Brenner composta da Mitchell (Rod Taylor), Lydia (Jessica Tandy) e Cathy (Veronica Cartwright), dell’esuberanza di Melania Daniels (Tippi Hedren) e della maestra Annie Hayworth (Suzanne Pleshette). Ma soprattutto dei sottili fili che legano i personaggi. Come l’attrazione tra Mitchell e Melania e l’evidente difficoltà relazionale tra Mitchell e Lydia frutto della paura dell’abbandono di lei. A questo si associano le somiglianze morfologiche tra Lydia, Melania e Annie da cui si evince un problema edipico latente in Mitchell (che rimanda inevitabilmente a Psyco e Norman Bates). Tutte componenti narrative però presentateci in uno stato di stasi da Hitchcock, bloccate dalle posizioni dei singoli personaggi. Non prima che l’intera Bodega Bay precipiti nell’apocalisse ornitologica.

L'unico vero jump-scare de Gli Uccelli è un prodigio di regia spaziale a firma Hitchcock
L’unico vero jump-scare de Gli Uccelli è un prodigio di regia spaziale a firma Hitchcock

È dal secondo atto in poi che Gli Uccelli, nella sua graduale crescita della minaccia animale sottolineata da soluzioni registiche sempre più fantasiose, frizzanti ed efficaci (la scena dell’asilo è un capolavoro di tensione per immagini nell’uso della profondità di campo), mescola le inerzie delle dinamiche relazionali rendendo i sentimenti espliciti e (finalmente) esprimibili. Ed ecco quindi la nostra risposta: l’azione dell’attacco degli uccelli verso l’uomo come agente narrativo di caos caratteriale e, al contempo, motore del racconto. Una scelta illogica, ma d’altra parte, per dirla alla maniera di François Truffaut: «Il film è chiaramente una costruzione intellettuale, una fantasia». Parole a cui fece eco Federico Fellini che non nascose mai la sua passione per il film: «Gli Uccelli può venire meglio apprezzato non come una narrazione lineare, ma più come un poema lirico tragico i cui episodi sono come stanze che rafforzano un singolo tema a livello emotivo».

La scena madre dell'invasione degli uccelli nel cortile della scuola
La scena madre dell’invasione degli uccelli nel cortile della scuola

In particolare il climax, con quel silenzioso incedere di Mitchell/Taylor tra gli uccelli che lo osservano silenziosi, per poi scappare tutti in auto verso un domani migliore sotto un cielo al sapore di Giudizio Universale. Un finale aperto per Gli Uccelli frutto della volontà di Hitchcock di lasciare lo spettatore in sospensione. Al punto che in origine non avrebbe voluto nemmeno inserire la scheda The End alla fine del film. Fu costretto dagli executive della Universal Pictures. Se avesse scelto però di seguire per filo e per segno lo script di Hunter, oggi avremmo un Gli Uccelli dal climax decisamente più inquietante. In origine infatti i fuggiaschi sarebbero arrivati sino a San Francisco per ritrovarsi davanti al Golden Gate Bridge completamente invaso da volatili. Prima che Hitchcock optasse per il finale definitivo, di questa sequenza fu comunque organizzata la resa per immagini: sarebbe stato un momento filmico straordinario.

Rod Taylor è Mitch Brenner in una scena del film
Rod Taylor è Mitch Brenner in una scena del film

Eppure, nonostante il risultato finale ci parli di un Gli Uccelli che oggi più di ieri, sessant’anni dopo (il film fu presentato nei cinema statunitensi il 28 marzo 1963) appare come uno dei grandissimi film del Maestro del Brivido, lo script di Hunter ebbe poco a che spartire con l’opera originaria. Il romanzo omonimo della scrittrice Daphne du Maurier del 1952 – di cui Hitchcock ventitré anni prima realizzò l’adattamento del romanzo Rebecca – La prima moglie – in comune con l’adattamento ha soltanto l’ambientazione della città sulla baia (ma in Gran Bretagna e non in America), il comportamento bizzarro degli uccelli e la loro tendenza a lanciare attacchi convulsi per poi fermarsi. Nel romanzo il personaggio principale, il contadino Nat Hocken, scopre che questo schema comportamentale è correlato all’aumento/diminuzione della maree. Il finale invece differisce completamente dalla soluzione hitchcockiana, risultando molto più cupo e nichilista.

Quell'ultima apocalittica inquadratura de Gli Uccelli
Quell’ultima apocalittica inquadratura de Gli Uccelli

Uno stormo di falchi fuori controllo inizia a picchettare sulla porta di casa. Ormai rassegnato all’idea che non c’è più nulla che si possa fermare per fermare gli uccelli, Nat si accende un’ultima sigaretta circondato dal calore della sua famiglia per poi gettare il pacchetto vuoto tra le fiamme del camino guardandolo bruciare. Quella della Du Maurier fu una riflessione feroce sull’esperienza britannica durante la Seconda Guerra Mondiale, evocando l’ansia, l’aggressività e la disperazione di quei giorni bellici. Altra nota di merito a proposito de Gli Uccelli riguarda la tecnica utilizzata per gli effetti speciali. Il film richiese uno sforzo lavorativo enorme tanto da commissionare il progetto a vari studi. Tra questi i Walt Disney Studios dove l’animatore/tecnico Ub Iwerks utilizzò l’SVP – Processo ai Vapori di Sodio (yellow screen) che aveva contribuito a sviluppare.

Jessica Tandy è Lydia Brenner in un momento de Gli Uccelli
Jessica Tandy è Lydia Brenner in un momento de Gli Uccelli

Un processo, l’SVP, che si opera filmando il soggetto contro uno schermo illuminato con luci ai vapori di sodio a spettro ristretto. A differenza della maggior parte dei processi di composting, l’SVP riprende contemporaneamente due elementi separati dal metraggio utilizzando un beam splitter (un dispositivo ottico che divide un raggio di luce in un raggio trasmesso e uno riflesso). Una bobina è una pellicola normale. L’altra una con emulsione sensibile solo alla lunghezza d’onda del vapore di sodio. Questo si traduce in scatti opachi molto precisi rispetto agli effetti speciali del blue screen, un’azione necessaria a causa della frangiatura dell’immagine dovuta al rapido battito di ali degli uccelli. Alla Disney Iwerks lavorò su Gli Uccelli per un totale di quattro sequenze tra cui quella della festa dei bambini. La vera sfida fu capire come gestire lo stormo di passeri che entrano dal camino sin dentro il soggiorno dei Brenner.

Per Tippi Hedren quella de Gli Uccelli fu una lavorazione difficilissima
Per Tippi Hedren quella de Gli Uccelli fu una lavorazione difficilissima

Utilizzando una stampante ottica, la sovrapposizione di un gruppo di uccellini che volano all’interno di una cabina di vetro chiusa ha permesso di moltiplicarne la presenza nel soggiorno. Avreste potuto trovare tecnici al lavoro su Gli Uccelli anche alla 20th Century Fox (Bill Abbott, responsabile degli effetti ottici della sequenza d’attacco del corvo), alla MGM – Metro-Goldwyn Meyer (Bob Hoag, che gestì la sequenza in cui Melanie si nasconde all’interno della cabina telefonica poco fuori la tavola calda), e naturalmente alla Universal Pictures (Ross Hoffman e Albert Whitlock, entrambi lavorarono sullo sfondo delle scene). A proposito dei pennuti de Gli Uccelli invece, ne furono addestrati 3.200 di cui molti corvi, passeri, gabbiani catturati in una discarica vicino San Francisco e molti altri ancora acquistati da dei negozi di animali. A questi si aggiunsero un migliaio di uccelli meccanici per cui la Universal spese qualcosa come 200.000 dollari.

Nei cinema italiani Gli Uccelli fu distribuito il 31 ottobre 1963
Nei cinema italiani il film fu distribuito il 31 ottobre 1963

Non ultimo alcune note di casting. Per il ruolo di Mitchell Brenner – molto prima di Rod Taylor – Hitchcock pensò al Farley Granger di Nodo alla Gola e L’altro uomo che tuttavia fu costretto a rinunciare a causa di impegni teatrali pregressi. In seconda battuta Sean Connery che Hitchcock preferì tenere in caldo per il successivo Marnie. La terza scelta, nonostante il lungo sodalizio con Hitchcock che in teoria l’avrebbe dovuto rendere l’automatica prima e sola, corrispose al nome di Cary Grant ma il suo alto cachet lo rendeva poco appetibile. Per Melanie Daniels fu invece tutto più semplice. Hitchcock la immaginò con le fattezze di Audrey Hepburn prima di virare deciso sull’esordiente Tippi Hedren. Se la ritrovò davanti guardando casualmente uno spot di una bevanda dietetica in uno dei tanti break pubblicitari del programma Today sulla NBC.

Nel cast anche una giovanissima Veronica Cartwright come Cathy Brenner
Nel cast anche una giovanissima Veronica Cartwright come Cathy Brenner

Nello spot la si vede camminare per strada quando un uomo le fischia dietro ammirandone la forma snella ed elegante (era pur sempre il 1961!). Lei si gira verso la telecamera e si stampa addosso un sorriso. Questa stessa dinamica è presente nella scena iniziale de Gli Uccelli. A Hitchcock divertì talmente che volle metterla come inside joke da cui seguì, purtroppo, una lavorazione tutt’altro che serena. Hitchcock, da sempre con il chiodo fisso per le interpreti bionde (Carole Lombard, Doris Day, Vera Miles, Grace Kelly, Eva Marie Saint, Kim Novak, Janet Leigh, Barbara Harris per citarne alcune) fu ossessionato dalla Hedren e dalla sua luce che anni dopo commentò così l’ambiente tossico che si era venuto a creare sul set del film: «Essere l’oggetto della sensazione di qualcuno è qualcosa di orribile quando non puoi ricambiarla. All’improvviso mi afferrava e mi metteva le mani addosso, era sessuale».

Una coppia di inseparabili appare nella scena iniziale del negozio di animali
Una coppia di inseparabili appare nella scena iniziale del negozio di animali

Abusi fisici e anche psicologici che compresero perfino un regalo alla figlia di poco più di sei anni della Hedren (Melanie Griffith) a cui Hitchcock pensò bene di regalare una statua di cera raffigurante sua madre alloggiata in una bara in miniatura. Un regalo profetico per certi versi, perché le avances di Hitchcock furono rispedite in blocco dalla Hedren. Questo fece infuriare Hitchcock che si vendicò in modo subdolo. Nella scena dell’attacco degli uccelli alla cabina telefonica, la Hedren si ferì per davvero a causa di una lastra di vetro che le si frantumò di sopra. Come se non bastasse, nel climax, quando Melania entra in camera da letto per ritrovarsi di fronte a uno stormo di uccelli che le piombarono addosso, Hitchcock sostituì gli uccelli veri con quelli meccanici all’ultimo minuto. Fu tutto intenzionale, voluto, orribile. Il peggio, tuttavia, arrivò dopo con la lavorazione di Marnie.

Tippi Hedren e Jessica Tandy in un momento del climax de Gli Uccelli
Tippi Hedren e Jessica Tandy in un momento del climax de Gli Uccelli

In quel film la Hedren fu scritturata per il ruolo da protagonista accanto a Sean Connery. Quando fu scelta per Gli Uccelli firmò con Hitchcock un contratto per tre film (il terzo sarebbe dovuto essere Il sipario strappato) con un diritto di esclusiva per sette anni. Con Marnie si ripeté lo stesso copione, ogni giorno, tutti i giorni, fino a portare la Hedren al punto di rottura. Ebbero una violentissima lite sul set che si concluse con questo scambio di battute: «Non lavorerai mai più in questa città! Per me va bene, non mi interessa». E fu di parola Hitchcock. Negli anni successivi pose un veto su ogni possibile e potenziale proposta. Tra queste il ruolo di Linda Montag (Julie Christie) in Fahrenheit 451 di François Truffaut. Unica nota buia di un retaggio luminoso per Gli Uccelli, un film tanto incredibile quanto unico nel suo genere: semplicemente meraviglioso.

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Qui sotto potete vedere il trailer de Gli Uccelli: 

 

 

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