in

The Post | Meryl Streep, Tom Hanks e il giornalismo secondo Steven Spielberg

Il Washington Post e i Pentagon Papers: ma chi erano Katharine Graham e Ben Bradlee?

Il wallpaper di The Post

MILANO – Prima di quella sera di giugno del 1972 al Complesso del Watergate, prima di quel pezzetto di nastro lasciato su una porta che separava scale e parcheggio dell’edificio, prima delle intercettazioni illegali nella sede democratica, dell’inchiesta di Bob Woodward e Carl Bernstein, di Gola profonda, dello spettro dell’impeachment e delle dimissioni di Richard Nixon. Solo un anno prima di tutto questo, il Washington Post era stato protagonista di una battaglia per la democrazia e la libertà di stampa trasformandosi, di fatto, da quotidiano locale in una delle voci più autorevoli del Paese. Simboli di quella crociata furono Katharine Graham e Ben Bradlee, rispettivamente editore e caporedattore del giornale, rivisti da Meryl Streep e Tom Hanks in The Post di Steven Spielberg.

Una scena di The Post
Una scena di The Post

Ma come avvenne la piccola grande rivoluzione del Post? Pubblicando alcuni dei Pentagon Papers, documenti federali che svelavano una realtà diversa rispetto a quella raccontata ai cittadini sul Vietnam e sul ruolo del Governo americano. Oltre 7.000 pagine coperte da segreto di Stato racchiuse sotto l’innocuo titolo Storia delle decisioni U.S. In Vietnam, 1945-67 per volere dell’allora Segretario della Difesa Robert McNamara con l’intento di affidarle a Robert Kennedy che sognava lo Studio Ovale.

Katharine Graham e Ben Bradlee
Katharine Graham e Ben Bradlee davanti alla Corte federale di Washington nel 1971

Un’analisi dettagliata sulle strategie ed i rapporti tra Stati Uniti e Vietnam che ammetteva, in sostanza, oltre vent’anni di bugie agli elettori e allo stesso Congresso da parte di quattro presidenze – Truman, Eisenhower, Kennedy e Johnson – su costi, decisioni ed esiti del conflitto. Documenti fotocopiati da Daniel Ellsberg, ex marine ed analista militare mandato nel 1966 in Vietnam dove vide con i suoi occhi la realtà taciuta, e consegnati a Neil Sheehan del New York Times che iniziò a pubblicarne alcuni stralci.

Un'immagine di The Post
Una scena del film

Quella decisione spinse Nixon a chiedere contro il quotidiano newyorchese un’ingiunzione che ne bloccasse la stampa. Ed è qui che s’inseriscono Kay Graham e Ben Bradlee con la storia narrata in The Post. Infischiandosene delle implicazioni legali i due decisero di continuare il lavoro del Times pubblicando altro materiale confidenziale, diventando il simbolo di una piccola ribellione contagiosa. La sentenza della Corte Suprema fece il resto, rigettando la richiesta presidenziale. «La stampa dev’essere al servizio dei governanti, non dei governatori. Solo una stampa libera e senza costrizioni può rilevare gli inganni del Governo».

Katharine Graham, Carl Bernstein, Bob Woodward e Howard Simons nell’ufficio di Ben Bradlee

Oltre al passato, The Post stupisce anche per i lampanti parallelismi con la situazione politica e sociale recente degli Stati Uniti, con un (ex) Presidente come Donald Trump e i suoi tentativi di delegittimare la stampa a colpi di tweet. E Graham e Bradlee che fine hanno fatto? La Graham è scomparsa nel 2001 a 84 anni, dopo aver anche vinto un Pulitzer con la sua biografia, Personal History, mentre Bradlee è morto nel 2014 a 93 anni e, stranamente, dopo aver anche recitato in Nata ieri, il remake del classico di George Cukor, girato nel 1993 a fianco di Melanie Griffith.

  • REVISIONI | Tutti gli uomini del Presidente, Alan J. Pakula e il Watergate
  • VIDEO | Qui per il trailer di The Post: 

Lascia un Commento

Derby in Famiglia | Will Ferrell, Robert Duvall e il calcio visto dall’America

Tippi Hedren è Melania Daniels per Gli Uccelli di Alfred Hitchcock

Gli Uccelli | Alfred Hitchcock, Tippi Hedren e i sessant’anni di un capolavoro