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Frasier | Quella grande serie tv che probabilmente non avete ancora visto

Ma a trent’anni di distanza com’è lo spin-off di Cin Cin? Straordinario. Ecco perché (ri)scoprirlo…

Il cast di Frasier e Seattle sullo sfondo.

ROMA – C’è una particolarità legata al personaggio dello psichiatra freudiano Frasier Crane interpretato da Kelsey Grammer. Tra le otto stagioni di Cin Cin – in cui entrò in punta di piedi nel terzo ciclo di episodi come personaggio di supporto per poi imporsi nei successivi nove anni come uno dei più amati protagonisti – e le undici stagioni da 264 episodi di cui è composta Frasier andate in onda dal 1993 al 2004, ha avuto una vita sul piccolo schermo del totale di vent’anni. Un record di longevità – precedentemente appartenuto a James Arness/Matt Dillon di Gunsmoke e le sue venti stagioni – che ha resistito per anni prima che Richard Belzer/John Munch e Mariska Hargitay/Olivia Benson di Law & Order: Special Victims Unit e le sue ventiquattro stagioni lo superassero in volata e questa è solo una delle ragioni per cui Frasier è una serie da (ri)scoprire (la ritrovate ora su Paramount +).

Frasier
Kelsey Grammer in una scena di Frasier.

Ne volete un’altra? Lungo i suoi undici anni su NBC Universal Frasier ha vinto ben 37 Emmy. Un primato non indifferente che ha resistito per dodici anni, fino al 2016, anno in cui Il Trono di Spade arrivò a contarne 38 per poi consolidarsi a 59 nel 2019, ma ancora oggi imbattuta nel ramo delle comedy visto che è l’unica sit-com ad aver raggiunto un simile risultato. Nemmeno Friends, la serie degli anni Novanta dal retaggio più vivido, forte e ricco di appassionati, ha mai raggiunto simili livelli di prestigio (ne ha vinti solo 6 per la cronaca). Eppure, che ci crediate o meno – e forse tutti i lettori cresciuti a pane-e-televisione negli anni Novanta lo sanno – Frasier qui in Italia ha attecchito poco, limitandosi a uno stuolo di appassionati e non alle ondate che avrebbe meritato.

I titoli di testa della prima stagione di Frasier
Lo skyline di Seattle e i titoli di testa della prima stagione di Frasier

Quelle di Friends per intenderci. Il motivo di una simile incongruenza di pubblico e ricezione? Proprio Friends! La serie ideata da David Crane e Marta Kauffman infatti – che di Frasier era contemporanea e concorrente – colonizzò i palinsesti televisivi italiani tra Rai 2 e Italia 1 oltre alle repliche che dal 2005 in poi, anno della decima e ultima stagione, si fecero sempre più frequenti. Frasier, eccetto che per sporadiche messe in onda su Italia 1 e LA7, finì con l’essere confinato sul satellite su Tele+ e Jimmy prima e su Comedy Central poi che ne replicò le puntate nella seconda metà degli anni Duemila. Ora, non che siano necessariamente i premi a determinare la necessità di visione di un prodotto (tele)filmico, ma a volte – perché no! – possono aiutare, come nel caso di Frasier: lo show dei record.

Il viaggio da sogno tra i premi di Frasier. Tra il 1993 e il 2004 ha vinto ben 37 Emmy Awards!

Un successo clamoroso in America garantito dalla popolarità di Cin Cin – che delle sit-com anni Ottanta è senz’altro il cuore pulsante – che nel raccontare di un gruppo di amici al bar che si fanno beffe del mondo fra scherzi e boccali di birra vide la consacrazione delle stelle di Ted Danson, Shelley Long, Rhea Perlman, Nicholas Colasanto, George Wendt, John Ratzenberger, Woody Harrelson, Kirstie Alley e non ultimo proprio Kelsey Grammer, su cui far partire un Frasier quintessenza dello spin-off (meglio della serie madre!) radicalmente diverso nel concept ma non nelle trovate comiche. A partire dall’arena scenica dove il bar di Boston lascia il posto al contesto familiare della natia Seattle e ad un programma di psichiatria radiofonica alla radio KACL (The Frasier Crane Show) che è esplicitazione tangibile del potere taumaturgico dell’arte, di quella catarsi che finisce con il rendere magnetico uno show.

Frasier, o di quando uno spin-off è meglio della serie madre (Cin Cin)
Frasier, o di quando uno spin-off è meglio della serie madre (Cin Cin)

Il motivo? Perché le pillole psicologiche lanciate nell’etere da Frasier sono autentiche, vere, e se colte al momento giusto della propria vita possono perfino cambiarla. Possono aiutare lo spettatore a lenire le pene di un amore perduto, di un lutto inelaborabile, o più semplicemente capire quella che può essere la scelta giusta in quel preciso momento. Come se non bastasse l’umorismo della sit-com è raffinato, ricco di citazioni e mai volgare (sentirete si e no 5-6 parolacce). La ciliegina sulla torta però sono i personaggi. Perché accanto a Frasier di cui, in realtà, Cin Cin aveva acceso un faro narrativo nelle ultime tre stagioni approfondendone la dimensione caratteriale, troviamo il fratello Niles (David Hyde Pierce anche se in origine si pensò a Peter MacNicol) psichiatra junghiano inizialmente snob, sarcastico e ingessato, per poi crescere in spontaneità e sensibilità. E non è finita!

Moose è Eddie, il cane di casa Crane

C’è poi il padre Martin (John Mahoney) ex-poliziotto in pensione, un burbero dal cuore d’oro, amante della birra Ballantine, vittima di un handicap alla gamba e costretto a vivere nel lussuoso appartamento di Frasier nelle fittizie Elliott Bay Towers. Con lui il piccolo Eddie (Moose fino alla nona stagione poi il figlio Enzo) un Jack Russell Terrier la cui passione principale è fissare la tonda fronte di Frasier. A chiudere il cerchio Roz Doyle (Peri Gilpin ma inizialmente fu scelta Lisa Kudrow), la programmista e assistente radiofonica di Frasier – nonché sua migliore amica – e Daphne Moon (Jane Leeves), sensitiva, assistente sanitaria e domestica di Frasier e Martin, nonché grande amore di Niles che ci metterà ben sette anni per dichiararle i suoi sentimenti regalandoci una delle storie d’amore più belle e struggenti del piccolo schermo: più di Sam & Diane (Cin Cin) e Ross & Rachel (Friends).

Niles Crane in una scena della quinta stagione di Frasier
Jane Leeves e David Hyde Pierce sono Daphne Moon e Niles Crane

Esclusi i colleghi di lavoro radiofonici Bob Bulldog Briscoe (Dan Butler) conduttore di un programma sportivo che è l’antitesi caratteriale di Frasier e Gil Chesterton (Edward Hibbert), conduttore di un programma culinario dai modi particolarmente eleganti e latentemente omosessuale, e l’ex-moglie Lilith Sternin (Bebe Neuwirth) direttamente dal passato narrativo di Cin Cin che in origine sarebbe dovuta essere un regular ma che, per impegni teatrali a Broadway della Neuwirth, fu resa una semplice guest, ci sarebbe un ultimo personaggio vicino ai Crane, nientemeno che Maris Crane, la moglie di Niles. Inizialmente concepita in carne e ossa tanto che si pensò a Joan Didion come sua interprete, con il procedere degli episodi della prima stagione gli sceneggiatori (e creatori) David Angell, Peter Casey e David Lee si divertirono talmente a inventarsi scuse sulla sua assenza dal renderla invisibile e caratterialmente cinica, ultra-snob e piena di bizzarrie.

John Mahoney è Martin Crane, qui con Eddie in una scena della quinta stagione di Frasier
John Mahoney è Martin Crane, qui con Eddie

Da dove nacque però l’idea alla base di Frasier? È noto come il mancato assenso di Woody Harrelson alla proposta degli executive della Paramount di continuare Cin Cin senza Ted Danson aprì le porte a Frasier, ma in realtà è bene fare un ulteriore passo indietro. Nello specifico all’ottava stagione di Cin Cin quando Grammer strinse un accordo con Angell, Casey e Lee (al tempo impegnati nella scrittura di Wings) circa la possibilità di uno show. Ipotesi che per quanto aleatoria nel 1989, divenne certezza nel 1992 della decima stagione di Cin Cin quando Danson annunciò che l’undicesima, sarebbe stata la sua ultima. Non a caso la messa in onda delle due sit-com fu quasi contigua tra il series finale di Cin Cin (One for the Road, 20 maggio 1993) e il pilot di Frasier (The Good Son, 16 settembre 1993).

Nella puntata finale Frasier saluta il pubblico recitando l'Ulysses di Alfred Tennyson
Nella puntata finale Frasier saluta il pubblico recitando l’Ulysses di Alfred Tennyson

In origine però – ed è incredibile a dirsi – non solo Grammer non aveva alcuna intenzione di re-interpretare Frasier Crane, ma né Angell, Casey e Lee volevano che il nuovo telefilm potesse essere paragonato a Cin Cin. L’idea alla base era quella di uno show su un ricco editore paraplegico non dissimile da Malcolm Forbes che avrebbe gestito la sua attività direttamente da casa. Al suo fianco un’infermiera ispanica in gamba (si pensò a Rosie Perez che inizialmente fu la prima scelta come Daphne) totalmente dicotomica al protagonista. La trovata dello show era questa: divario sociale, lotta di classe e due personaggi appartenenti a mondi radicalmente opposti. Peccato che alla Paramount piacque pochissimo l’idea suggerendo loro l’idea vincente: separare Frasier Crane da Cin Cin e dal bar di Boston proiettandolo a Seattle. Il motivo? Creare distanza, anche dai personaggi della serie madre.

Il primo membro del cast di Cin Cin ad apparire in Frasier non poteva che essere Ted Danson, qui con Téa Leoni
Il primo membro del cast di Cin Cin ad apparire in Frasier non poteva che essere Ted Danson, qui con Téa Leoni

Che poi, in realtà, tutti faranno comparsate come guest nel proseguo delle stagioni. Tutti eccetto Kirstie Alley/Rebecca Howe che come praticante di Scientology non credeva fosse coerente apparire in uno show come Frasier che sembrava sostenere la pratica della scienza medica psichiatrica. In corso d’opera fu modificata anche l’arena scenica che dallo studio privato dello psichiatra (troppo simile al The Bob Newhart Show) alla sola stazione radio circondato da personaggi «Stravaganti, ma adorabili» (vedasi WKRP in Cincinnati) vide enfatizzare maggiormente la vita domestica di Frasier che Cin Cin – eccetto che nelle ultime stagioni con il matrimonio e susseguente divorzio di Frasier e Lilith – non aveva approfondito particolarmente essendo parte di un cast corale nutrito e colorito. Angell, Casey e Lee si focalizzarono così sul rapporto tra Frasier e Martin nelle prime stagioni, per poi – conseguente alla sorprendente crescita caratteriale di Niles – spaziare.

Niles Crane: da personaggio di supporto a co-protagonista

E fu divertente perché ben presto Niles divenne da semplice personaggio di contorno ad autentico co-protagonista permettendo ad Angell, Casey e Lee di giocare ora con il delizioso corteggiamento tra le righe a Daphne, ora con la crisi matrimoniale senza fine con l’impossibile Maris: esattamente lo sviluppo narrativo avuto dal Frasier di Cin Cin. Basterebbe tutto questo per convincervi a (ri)vedere e scoprire Frasier, ma a questo punto preferiamo aggiungervi un’ultima sorprendente ragione. Nel 1990 Grammer divenne il doppiatore ufficiale di Telespalla Bob Terwilliger de I Simpson. Nella sedicesima puntata dell’ottava stagione (Fratelli coltelli) del 1997 venne introdotto il personaggio del fratello di Bob, Cecil Terwilliger, doppiato nientemeno che da Pierce in una puntata-omaggio a Frasier e al suo stile umoristico, perché una sit-com così non può mai finire nel dimenticatoio: entra di diritto nell’immaginario collettivo per fare la storia ad ogni stagione.

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Qui sotto potete vedere i titoli di testa della sit-com:

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