in

Gremlins | Joe Dante, Steven Spielberg e i quarant’anni di un capolavoro

Zach Galligan e Phoebe Cates, Chris Columbus e quelle origini tra la RAF e Roald Dahl. Rileggere un cult

Billy Peltzer (Zach Galligan) e il piccolo Gizmo ci accompagnano nel racconto di Gremlins, film di Joe Dante del 1984
Billy Peltzer (Zach Galligan) e il piccolo Gizmo ci accompagnano nel racconto di Gremlins, film di Joe Dante del 1984

ROMA – Malgrado siano spesso associati a creature mitologiche come elfi, gnomi e leprecauni, in realtà le origini del mito dei gremlins sono molto più recenti di quanto non si pensi. Negli anni Venti, infatti, i piloti della RAF – Royal Air Force britannica scherzavano tra di loro dicendo che la ragione dietro a tutti quei piccoli (ma frequenti) guasti meccanici dei velivoli era attribuibile all’azione dei gremlins. Delle piccole ma mostruose creature specializzate nel sabotaggio degli aeroplani militari. Lo scherzo divenne leggenda quando lo scrittore – ma soprattutto ex-pilota della RAF – Roald Dahl pubblicò un romanzo nel 1943 dal titolo I Gremlins. Un’opera su commissione, perché fu la Walt Disney Company a ingaggiare l’autore britannico, con l’obiettivo di realizzarne un lungometraggio animato. Che non arriverà mai, perché già in pre-produzione, la Disney fu coinvolta in un problema di copyright che ne impedì la realizzazione.

Gremlins di Joe Dante fu distribuito nei cinema statunitensi l'8 giugno 1984
Gremlins di Joe Dante fu distribuito nei cinema statunitensi l’8 giugno 1984

Circa quarant’anni dopo, all’inizio degli anni Ottanta, Chris Columbus, reduce dall’insuccesso di Amare con rabbia – «Non era il mio lavoro migliore. Volevo che fosse semi-biografico e il film era basato sui miei tentativi di crescere. Ma il regista lo trasformò in un goffo dramma sessuale adolescenziale e l’esperienza fu degradante» dirà in merito – decise di voltare pagina. Una notte, rigirandosi nel letto del suo loft, in cerca di ispirazione, sentì qualcosa di molto simile a: «Un plotone di topi. Sentirli correre nell’oscurità era davvero inquietante». Quel suono, quel fastidio, gli rimase impresso nella mente, al punto da decidere di metterlo su carta: il viaggio di Gremlins di Joe Dante parte esattamente da qui. Solo che Columbus non immaginò mai quel soggetto come un racconto da portare sul grande schermo. Non lo scrisse con quelle intenzioni. Era null’altro che uno spec-script.

I titoli di testa di Gremlins
I titoli di testa di Gremlins

Vale a dire, una sceneggiatura nata con il semplice obiettivo di mostrare a dei potenziali produttori che aveva capacità di scrittura e la stoffa dello sceneggiatore. Quel qualcuno fu Steven Spielberg che ne rimase talmente estasiato da affermare: «È una delle cose più originali che abbia mai visto negli ultimi anni, motivo per cui l’ho comprato». A quel punto si trattava solo di scegliere il giusto volto registico. Il primo nome nella lista di Spielberg e della sua Amblin fu Tim Burton, i cui King and Octopus Animation, Doctor of Doom e Stalk of the Celery Monster attirarono subito la sua attenzione. Solo che fino a quel punto non aveva mai diretto un lungometraggio e per Gremlins Spielberg era alla ricerca di un regista più collaudato. Ecco quindi Joe Dante, reduce dal successo de L’ululato del 1981 che in quel momento non se la passava proprio al meglio.

Phoebe Cates in un momento di Gremlins
Phoebe Cates in un momento di Gremlins

A seguito del fallimento della International Film Investors, non fu mai pagato per L’ululato: era praticamente al verde. Lì per lì non riusciva a credere né a immaginare perché Spielberg gli avesse mandato uno script da leggere, tanto che in un primo momento credeva che fosse stato spedito all’indirizzo sbagliato. Solo che Spielberg rimase davvero colpito da L’ululato e volle Dante alla regia di Gremlins così come nel film episodico Ai confini della realtà del 1983 di cui diresse Prigionieri di Anthony (e in cui iniziò a lavorare agli storyboard di Gremlins). Il progetto attirò l’attenzione della Warner Bros che pur non credendo molto nel suo successo, né tanto meno in Dante come regista, diede fiducia a Spielberg: «La Warner aveva finanziato il film per accontentare Steven, di cui ero il pupillo – il capriccetto di Steven, mi chiamavano –, non l’avevano mai mandato giù».

Stripe, ovvero Ciuffo Bianco, il villain di Gremlins
Stripe, ovvero Ciuffo Bianco, il villain di Gremlins

Nonostante lo scetticismo, gli executives della Warner stanziarono comunque un budget da 11 milioni di dollari: ne incasserà poco meno di 213 finendo con l’essere il terzo miglior incasso del 1984 (oltre che uno dei grandi successi della decade). Questo grazie anche alla scelta della Warner di non distribuire Gremlins nel periodo natalizio come da piani originari, ma nella stagione estiva, l’8 giugno 1984 per la precisione, così da metterlo in competizione con l’altrettanto spielberghiano Indiana Jones e il Tempio Maledetto della Paramount e Ghostbusters della Columbia. Intanto però, avviata la pre-produzione, Dante – in cerca di ispirazione – iniziò a leggere l’omonimo romanzo di Dahl da cui, però, prese subito le distanze: «I nostri gremlin sono un po’ diversi: verdi, con bocche larghe, sorridono ma fanno anche cose incredibilmente brutte». Parallelamente lo script di Columbus fu oggetto di svariate riscritture prima della stesura del piano di lavorazione.

Zach Galligan, Frances Lee McCain e Hoyt Axton in una scena di Gremlins
Zach Galligan, Frances Lee McCain e Hoyt Axton in una scena di Gremlins

Nel primo draft, infatti, il tono scelto da Columbus era decisamente più cupo. Basti pensare che la scena della cucina – forse il punto più alto della narrazione di Dante per violenza, intuizione e ritmo – sarebbe dovuta terminare con la morte della madre di Billy, decapitata. Il tono fu diluito, e di molto, perché la Warner, pur mantenendo intatta la micidiale mistura chimica di commedia per ragazzi/horror adolescenziale che ha finito con il rendere poi Gremlins un capolavoro, cercò di preservare lo status di film per famiglie. Fu per questa ragione che, dopo aver visionato una working print, la Warner spinse perché venisse rimossa dal cut definitivo la scena in cui Kate rivela della tragica fine di suo padre. Dante si impuntò, affermando che quel momento filmico rappresentava il cuore della narrazione e del suo essere la perfetta e ambigua combinazione di elementi comici e orrorifici.

Gizmo in una scena di Gremlins
Gizmo in una scena di Gremlins

Nemmeno Spielberg, a dire il vero, faceva i salti di gioia per quella scena. Nonostante il controllo creativo di cui disponeva come produttore, volle comunque appoggiare la scelta di Dante supportandolo nel mantener fede alla propria visione. E rimase infatti. Ma la modifica più rilevante compiuta da Dante e Spielberg rispetto al draft originario di Columbus fu l’aver dato vita e forma caratteriale a Stripe alias Ciuffo Bianco, il mogwai villain del film. In origine, infatti, non esisteva alcun mogwai chiamato Stripe. Era Gizmo che si sarebbe dovuto trasformare in Stripe e già nel primo atto del film! Su ammissione dello stesso Dante: «Nello script originale Gizmo sarebbe dovuto diventare Stripe dopo circa 20 minuti, ed era così che avevamo programmato di fare il film. Ma dopo aver visto tutti i primi test-screen con Gizmo, Steven si era messo in testa di cambiare tutto».

Nel cast anche Corey Feldman
Nel cast anche Corey Feldman

Spielberg capì immediatamente che Gizmo come mogwai eroe del film, buono e coccoloso, sarebbe potuto essere un punto focale del merchandising. Si affezionò talmente a lui che fece impazzire l’effettista Chris Walas con le sue richieste. Prima lo voleva marrone e bianco anziché marrone in tutta la superficie, poi con le orecchie senza peli, poi chiese di aggiungere la macchia bianca sull’occhio destro (in onore di uno dei suoi cani). Una scelta, quest’ultima, anche per dare a Gizmo una nota di colore che rendesse più immediato l’impatto empatico in modo da esplicitare la sua dimensione caratteriale – e relazionale – da aiutante ma soprattutto animale domestico di Billy: «Non dovremmo davvero sbarazzarci di lui, dovrebbe restare in giro ed essere l’eroe per l’intero film» disse Spielberg. Una decisione che creò più di un grattacapo a Dante: «Fu terrificante, a quattro settimane dalle riprese non sapevamo come realizzarlo».

Un momento del climax
Un momento del climax

Ci riuscirono in qualche modo, Dante scelse di impostare l’immagine in modo che sembrasse stilizzata, dando grande risalto agli spazi retrostanti. L’obiettivo era di restituire quella magia tipica delle ambientazioni cittadine da cartolina del cinema moderno americano dove realtà e finzione diventavano un tutt’uno. In particolare de La vita è meravigliosa, di Frank Capra del 1946, di cui Gremlins – anche per via del suo status di film natalizio – cerca di porsi come erede spirituale. I sogni mancati di George Bailey e quella narrazione sentimentale dal sapore dickensiano che evolve da commedia a dramma – e da favola a incubo – con cui far riflettere lo spettatore sul destino, il libero arbitrio e il proprio posto nel mondo, fanno largo a una fiaba moderna per ragazzi di puro intrattenimento che è parodia del cinema d’orrore e della fantascienza sociale anni Cinquanta fatta di violenza e umorismo.

Un momento del film
Un momento del film

In questo la scrittura di Columbus è efficace perché ognuna delle componenti tonali di Gremlins è approfondita e radicata nell’impianto narrativo. Quindi la comicità raffinata, l’essenza da coming-of-age adolescenziale, il retrogusto familiare-natalizio, l’orrore vero fatto di sangue e splatter, ma anche un’acuta riflessione sociale sulla cultura del consumo in rapporto con tradizione e innovazione, e come ognuna di esse influisca sul dispiego dell’intreccio in un progressivo incupimento del tono del racconto. E poi le tre regole divenute ormai leggenda: «Lontano dalla luce, lontano dall’acqua e mai dargli da mangiare dopo la mezzanotte» che per Columbus e Dante divennero impareggiabili opportunità narrative. Ma anche produttive. Perché nel 1984 gli effetti speciali non erano ancora ad uno stadio così avanzato come oggi. La prima regola fu impostata proprio per tenere i burattini dei mogwai al buio in modo da camuffare i limiti tecnologici e giocare di chiaroscuri e atmosfere.

Dick Miller, l'attore-feticcio di Dante, in una scena del film
Dick Miller, l’attore-feticcio di Dante, in una scena del film

Il risultato fu un cut preliminare da 2 ore e 40 minuti che creò qualche malumore negli executives della Warner. In particolare di uno, rimasto senza nome, che sembrerebbe abbia inviato una nota a Dante e Spielberg lamentandosi della presenza di troppi gremlin sullo schermo. La risposta di Spielberg fu geniale: «Beh, possiamo sempre toglierli tutti di mezzo e intitolarlo People!». In ogni caso, fu un successo strepitoso Gremlins, e decisamente inaspettato, in primis per Dante: «Non avrei mai immaginato un successo del genere. Dopo la prima mondiale alla Warner hanno pensato che fosse la cosa più bella mai apparsa sul grande schermo. Rimasero scioccati dalla popolarità che si guadagnò il film. Superò le aspettative, quando è uscito si rivelò una sorpresa. Altri film usciti nello stesso periodo (e recensiti meglio) al contrario sono stati dimenticati».

Nei cinema italiani il film fu distribuito il 16 novembre 1984
Nei cinema italiani il film fu distribuito il 16 novembre 1984

E quarant’anni dopo, nel suo insolito status di film estivo di Natale, Gremlins appare ancora oggi come uno dei film più spontanei, folli, audaci e divertenti della sua generazione e di quelle a venire. Su ammissione di Dante, il film per cui un giorno sarà ricordato: «Se domani sarò investito da un autobus, il titolo sarà Il regista di Gremlins colpito da un autobus. Non farò mai qualcosa che duri più a lungo in termini di immagine pubblica di chi sono come Gremlins, il che per me va bene. Non è il film preferito tra quelli che ho fatto, ma esprime la mia personalità, che è la cosa più difficile da trasmettere in un blockbuster» e a noi va benissimo così.

  • LONGFORM | Ritorno al Futuro, la storia di un cult
  • LONGFORM | Il Tempio Maledetto, il capitolo imperfetto
  • LONGFORM | La Storia Infinita, quarant’anni di un capolavoro
  • VIDEO | Qui per il trailer di Gremlins: 

Lascia un Commento

Un estratto della locandina di Animale I Umano, un film di Alessandro Pugno, dall'11 luglio al cinema con Draka Distribution

VIDEO | Ian Caffo, Alessandro Pugno e le prime immagini di Animale I Umano

Dakota Fanning in una scena di The Watchers, opera prima di Ishana Night Shyamalan, dal 6 giugno al cinema con Warner Bros

VIDEO | Dakota Fanning e Olwen Fouéré in una scena di The Watchers