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Final Account | Un racconto sconvolgente che illumina l’altro lato dell’Olocausto

Luke Holland (all’esordio) ha presentato il suo potente documentario Fuori Concorso a Venezia 77

Final Account
Final Account

VENEZIA – A Venezia 77 lo hanno presentato Fuori Concorso, eppure è già uno dei documentari più forti degli ultimi anni. Con Final Account, Luke Holland porta a compimento un viaggio iniziato nel 2008 tra i ricordi e le tragedie del secolo scorso. L’esordio alla regia del regista tedesco è di un impatto sconvolgente ed entra a gamba tesa sulla scena dei documentari. Final Account ricorda la Shoah e i terribili anni del regime nazista. Ma non come siamo abituati, o meglio, non raccontando direttamente il genocidio messo in atto da Hitler. Holland adotta un punto di vista finora mai affrontato: quello dei tedeschi che hanno vissuto quegli anni tremendi. Intervista più di trecento persone, tra civili ed ex-soldati, soprattutto membri delle SS.

Una scena di Final Account
Una scena di Final Account

L’Olocausto viene raccontato da coloro che erano lì in prima persona, fossero essi presenti a un raid nelle città o in prima linea a combattere ed eseguire gli ordini. Testimoni oculari di un passato impossibile da dimenticare. A colpire, più di tutto, sono le parole degli uomini che facevano parte delle SS. Da gente comune a semplici soldati e infine complici di uno dei crimini più efferati che la storia abbia mai visto. Ma ci sono anche alcuni che non sapevano o non si erano resi conto di quello che stava succedendo, e si limitavano ad eseguire gli ordini.

Final account
Le testimonianze

“Spero che Final Account indurrà le persone a pensare non solo alla sua importanza storica, ma anche al posto che occupano in un mondo estremamente complesso. Come scopriamo qual è l’attimo in cui diventiamo complici di un crimine, per quanto in misura esigua? Come è possibile che alcune delle persone che ho intervistato non sapessero di essere implicate in questi crimini terribili fino al momento in cui le cose non sono andate troppo oltre? Spero che il film rappresenti un’opportunità per riflettere su tutto questo. L’ottimista che è in me ritiene che queste siano lezioni che possono ancora essere messe in pratica”, ha affermato il regista.

Una delle voci di Final Account
Una delle voci di Final Account

E insieme al rimpianto, su questi uomini aleggia un grave senso di colpa. Il desiderio di perdonarsi e la difficoltà nel farlo, la responsabilità individuale così come quella storica. Fino a che punto il singolo è o non è responsabile? Final Account apre gli occhi su un pezzo di verità riguardo quegli anni, una memoria intima e personale di coloro che vi hanno preso parte e che a volte diverge dai fatti che tutti conosciamo, confermando anche il fatto che in patria sia avvenuta una cancellazione della memoria, un auto-convincimento per eliminare quelle parti che la coscienza non poteva sopportare.

Final Account
Final Account

Sintetizzando anche la necessità di ricordare e i pericoli di un ritorno all’estremismo, Holland ci mostra l’imprevedibilità della Storia, quei meccanismi per cui quegli uomini ne sono diventati parte senza averlo chiesto, quella “banalità del male” che così bene aveva descritto Hannah Arendt. Ci troviamo così messi di fronte alla realtà dura e cruda, parte di un dibattito più grande che deve essere mantenuto in vita. Film come Final Account devono esistere, sempre.

La nostra rubrica che vi racconta i migliori documentari: DocCorn

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