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Guida Romantica a Posti Perduti | Jasmine Trinca, Clive Owen e un po’ di tenerezza

Giorgia Farina torna alla regia con un road-movie dolce e malinconico. Al cinema dal 24 settembre

Guida Romantica a Posti Perduti: Jasmine Trinca e Clive Owen
Guida Romantica a Posti Perduti: Jasmine Trinca e Clive Owen

VENEZIA – Si dice che l’essenza di un viaggio non sia la meta, bensì il percorso, a renderlo speciale. Non è proprio vero o, almeno, non è sempre così. Ci sono destinazione, sperdute sulla mappa, che al sol pensiero bruciano nella testa una notevole quantità di emozioni. Quelle destinazioni che, insomma, rappresentano qualcosa di enorme. Che sia una città, che sia la vecchia scuola, che sia la casa dell’infanzia. E, sarà l’epoca incerta, sarà che il futuro incute un discreto timore, che il ritorno alla regia di Giorgia Farina (a cinque anni dalla black comedy Ho Ucciso Napoleone), con Guida Romantica a Posti Perduti (sì, titolo di per sé emblematico), corrisponde ad un’ode delicata e malinconica ad un tempo ormai passato che, in qualche modo, continua a tenerci con lui.

I tre protagonisti di Guida Romantica a Posti Perduti...
I tre protagonisti di Guida Romantica a Posti Perduti…

Il film, presentato  alle Giornate degli Autori di Venezia 77 (e al cinema dal 24 settembre), ci porta a riscoprire (e ricordare) colori sbiaditi, profumi dimenticati e sensazioni sopite; sensazioni che dovrebbero – condizionale d’obbligo – provare a chiudere il cerchio, aiutandoci a fare pace con noi stessi. E, ad Allegra e Benno (che si porta dietro il suo irresistibile golden retrivier Maurice), succede che, da sconosciuti, si mettono a bordo di una vecchia Volkswagen color cielo, intraprendendo un cammino speciale: dall’Italia all’Inghilterra, si fermano in angoli remoti, sperduti e abbandonati. Un albergo fatiscente, uno spettrale parco acquatico, una cittadina disabitata. Allegra, con il volto interdetto di Jasmine Trinca, è una travel blogger (che però non esce di casa) insoddisfatta e impaurita dalle relazioni; mentre Benno, interpretato da uno stropicciato Clive Owen, è un giornalista inglese trapiantato in Italia che, depresso, abusa della bottiglia, navigando molto vicino al punto di non ritorno.

Clive Owen in Guida Romantica a Posti Perduti
Clive Owen in Guida Romantica a Posti Perduti

Senza raccontarvi altro, vi diciamo che i due – tra La Strana Coppia e Accadde una Notte, mantenendo – sono diametralmente opposti, e si ritrovano catapultati un po’ per caso e un po’ per destino in un’avventura che li porterà ad una consapevolezza diversa. Ovvero, la libertà di essere liberi, l’accettazione di un’incompiutezza che fa parte di quel ballo chiamato vita, mentre si prova a non perdere il ritmo. Un po’ come dicevano i Sex Pistols in Pretty Vacant: “I don’t believe illusions ‘cos too much is real”. E, quell’incompiutezza, soprattutto nella prima parte di Guida Romantica a Posti Perduti si sente forte, nella scrittura (la sceneggiatura è firmata dalla stessa Farina, insieme a Carlo Salsa) e nella messa in scena. Benno e Allegra sono distaccati, la storia è come sospesa, rimane in attesa di quella parola fatidica in grado di sciogliere la tensione tra due sconosciuti, che, alla fine, si troveranno a condividere qualcosa di effimero ma reale: la solitudine.

Jasmine Trinca e quell'acquapark abbandonato
Jasmine Trinca e quell’acquapark abbandonato

Così, a metà film, arriva la svolta, accompagnata da un totale cambiamento. La regista, nel bel mezzo di un acquapark spettrale, prende in mano il film e, in particolar modo, prende per mano Benno e Allegra, spronandoli a venire fuori da un guscio ormai ammaccato. In quel momento, esce fuori anima, cuore e delicatezza di una storia che non cerca effetti speciali, né artifici: Benno e Allegra, e noi di riflesso, accettano (e forse comprendono?) il dolore che provoca la nostalgia e scendono a patti con i sentimenti, iniziando il vero viaggi solo alla fine. Da quella meta idealizzata che galleggia tra futuro e passato. Solo che, il bello e il cattivo del tempo, è che conta solo il presente. Una volta accettato questo, allora forse anche quel cerchio si chiude, un po’ come un abbraccio inaspettato che sa di rinascita, che sa di nuovo.

Giorgia Farina: l’intervista

Qui la nostra video intervista alla regista:

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