BOLOGNA – «Avevo undici anni, quindi devo dire che ho vissuto quel momento senza capirci molto». Ed Perkins, ospite del Biografilm Festival, fa una pausa e poi comincia a pensare, a tornare indietro nel tempo. È il 31 agosto del 1997 quando a Parigi cambia tutto. Una nazione entra in lutto e il piccolo Ed osserva i suoi genitori: «Ero in camera mia quando entrò improvvisamente mia madre. Vidi subito che era strana, aveva un’espressione sul volto diversa dal solito. Poi mi diede la notizia». Venticinque anni dopo, quel bambino è un regista che ha deciso di rileggere a modo suo una delle figure più raccontate del Novecento: Lady Diana, protagonista del suo documentario, The Princess, in sala dal 30 giugno dopo l’anteprima al Biografilm.
L’INIZIO – «Ci sono dei momenti che si fermano nel tempo, no? Quei momenti in cui ricordi esattamente dov’eri e cosa stavi facendo. Ecco, la morte di Lady D per me è uno di quelli. Ricordo bene i giorni dopo l’incidente di Parigi, le migliaia di persone che a Londra la omaggiavano piangendo. E lo facevano anche in modo molto scomposto, non molto da inglesi, molto poco british. Non capivo perché. Non avevano mai conosciuto e nemmeno incontrato Lady D, per la loro vita quotidiana non rappresentava nulla eppure eccoli lì. The Princess nasce anche dal mio bisogno di rispondere a quella domanda».
IL MOTIVO – «La storia di Diana è stata raccontata centinaia di volte con film, speciali, podcast e quindi che necessità c’era di The Princess? Volevo vederla da un altro punto di vista, non filmando nulla di nuovo, ma analizzando le centinaia di ore di materiale prodotto dal 1981 al 1997 e cercando di capire cosa la sua parabola dice di noi. La sua storia è un riflesso delle nostre. Perché siamo così affascinati dalla sua tragica vicenda?»
SPENCER – «Se ho visto il film con Kristen Stewart? Sì, ho visto Spencer di Pablo Larraín, ma è una cosa totalmente differente da The Princess. Lui si è occupato di alcuni giorni della sua vita cercando di renderli universali, mentre io ho voluto correre lungo tutto l’arco della vita da principessa. Sono due punti di vista specifici e molto diversi».
LA DIFFICOLTÀ – «La cosa più difficile nel realizzare The Princess? Beh, analizzare tutto il materiale è stata una sfida davvero colossale con i montatori al centro di tutto a passare in rassegna una montagna di video. Abbiamo cercato di trovare immagini e filmati non troppo visti che però rivelassero qualcosa di inedito, di non visto. Che funzionassero come una sorta di macchina del tempo anche – e soprattutto – per lo spettatore».
- VIDEO | Qui il trailer di The Princess:
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