ROMA – Chi sta scrivendo ha un rapporto particolare con Noi 4, il secondo film diretto e scritto da Francesco Bruni, una manciata di anni dopo il folgorante esordio, Scialla! (che avevamo celebrato invece qui), datato 2011. Un rapporto particolare, strettissimo, quasi intimo. Spesso accade con i film che sembrano parlarci. Qui, però, c’è qualcosa di più profondo. Il motivo? La storia si svolge quasi interamente il 13 giugno, uno dei giorni più belli dell’anno. Perché? Oltre ad essere il compleanno di chi scrive (piccola auto-celebrazione), la data racchiude il senso di un film positivo, luminoso, libero e ingiustamente sottovalutato. È un giorno meraviglioso perché l’inverno è un ricordo, la scuola è appena finita e perché, se si ha la fortuna di vivere a Roma, ci si accorge di quanto la città cambi colori e sfumature, diventando un crogiolo di esplosiva e irrefrenabile vitalità.
Ed è proprio una Roma sorniona e gagliarda che fa da legame alla storia, tratteggiando un viaggio famigliare che si allarga da Piazza Vittorio all’Isola Tiberina, dal Colosseo a Sant’Eustachio fino a Termini. In mezzo il traffico del Lungotevere, l’odore dell’estate e soprattutto una famiglia come tante, in bilico tra gioie e nevrosi, tra separazioni e abbracci. Per loro è una giornata – potremmo dire ancora – particolare: il piccolo della famiglia, Giacomo (Francesco Bracci), dovrà tenere il temuto esame di terza media. E allora urge una riunione famigliare, bisogna coordinarsi e far coincidere gli impegni di tutti, nonostante mamma Lara (Ksenia Rappoport) e papà Ettore (Fabrizio Gifuni, che fuoriclasse) siano diventati (più o meno) degli ex. Si vogliono ancora (molto) bene ma, come spesso accade, le differenze non possono essere colmate solo dai sentimenti. Lei, intransigente e meticolosa, lui distratto e svagato.
Come se non bastasse, tra ritardi, ristoranti cinesi e l’aiuto di zia Nicoletta (Raffaella Lebboroni), c’è pure la primogenita, Emma (Lucrezia Guidone), idealista e aspirante attrice innamorata del papà e fiera occupante del Teatro Valle che, spinta da un acerbo istinto, vorrebbe seguire chissà dove il suo (ultra maturo) compagno. Quattro protagonisti, quattro vite, una famiglia e una prospettiva che cambia i riflessi, (ri)definendo il concetto di ristrutturazione sentimentale. Un legame forte che Bruni plasma sotto forma di cinema luminoso e di racconto positivo (nell’accezione pura del termine), mentre fotografa alla perfezione le tinte di Roma, chiassosa e disinvolta come Ettore, ma anche sorprendente e istintiva come Lara. Un palcoscenico improvvisato dove il regista porta in scena interazioni e dialoghi, incrociando a più riprese (grazie al montaggio di Marco Spoletini) Emma ed Ettore, Lara e Giacomo.
Se sono davvero pochi quelli che come Bruni sanno filmare Roma con così tanta empatia e precisione, Noi 4 diventa quasi un’esperienza catartica oltre che cinematografica: seguendo le dinamiche dei protagonisti ci ritroviamo in loro, nelle loro asincronie e nelle loro imperfezioni, tanto che il tramite filmico si annulla e diventa cronaca di ciò che tutti, in un modo o nell’altro, affrontiamo nella normalità. Nella leggera (eppure marcata) semplicità Noi 4 è uno di quei titoli che andrebbero (ri)visti una volta l’anno, capaci ogni volta di regalare dettagli nuovi e vibrazioni capaci di risuonare al passo con la nostra (im)maturazione, mentre tutt’intorno il tempo corre veloce. Perché poi la bellezza sta proprio in questo: rileggere o rivedere una storia all’apparenza uguale ma che, invece, è in continuo mutamento e sa parlarci sempre in modo diverso e inaspettato. Proprio come riesce a fare Noi 4.
- IL FILM | Volete vedere Noi 4? Lo trovate in streaming su CHILI
Qui il trailer del film:
Lascia un Commento