ROMA – Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman (Jason Momoa), Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II) spinto dal bisogno di vendicare la morte del padre, non si ferma davanti a nulla pur di sconfiggerlo una volta per tutte. Questa volta ha un’arma in più: il potere del mitico Tridente Nero. Cos’è? Un’arma mitologica in grado di liberare un potere antico e malvagio. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà così a suo fratello, Orm (Patrick Wilson), ex Re di Atlantide, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme dovranno mettere da parte le loro differenze al fine di proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman (e il mondo, niente di meno) da una distruzione irreversibile. Parte da qui Aquaman e il Regno Perduto, la seconda volta del supereroe atlantideo a firma registica James Wan, in arrivo a Natale.
Al cinema quindi lo vedremo solo a fine anno, ma si può dire che Aquaman e il regno perduto è già tra noi. E non parliamo tanto del materiale promozionale, quanto di tutto ciò che c’è intorno. Già all’indomani della distribuzione worldwide del predecessore – quel Aquaman cinecomic DC più profittevole della storia del cinema con 1 miliardo e 148 milioni di dollari di incasso – era chiaro che gli intenti di Warner Bros e DC Comics fossero proiettati in direzione sequel. I sette regni introdotti dal pirotecnico climax avrebbero così costruito la base di un world-building espansivo a partire dallo spin-off The Trench. Si sarebbe tratto di una pellicola dai toni horror incentrata sul gruppo di creature anfibie mortali apparse in Aquaman. Un film di mezzo prima dell’arrivo de Aquaman e il regno perduto.
Inizialmente programmato per il 16 dicembre 2022, nei piani originari di Wan e l’executive Peter Safran l’intento era di costruirlo gradualmente, lasciando che l’allora DCEU – DC Extended Universe si espandesse a dovere. A quel punto però avvenne di tutto. Nell’ordine: la pandemia da COVID, il processo Johnny Depp vs. Amber Heard (che ha inciso, e non poco, sul minutaggio della sua Mera nel sequel) e l’arrivo sul ponte di comando di James Gunn con il DCU – DC Universe progetto narrativo-reboot pronto a mescolare le carte in tavola dei supereroi DC. In particolare Aquaman e il regno perduto per cui – oltre alla (prevedibile) cancellazione di The Trench – è stato soggetto a dei caotici re-shoots che hanno fatto schizzare i costi di lavorazione alla cifra monstre di 205 milioni di dollari (escluse le spese pubblicitarie).
Il motivo? Presto detto. Se dalla sua The Flash ha rappresentato il punto di raccordo narrativo tra il DCEU e il DCU mentre Blue Beetle è un film DCEU del tutto slegato con il passato e quindi proiettato di diritto nel DCU (ma un flop da 114 milioni di incasso), con Aquaman e il regno perduto è tutto più complesso. È un figlio diretto del DCEU, sequel di un cinecomic riuscito – è vero – estremamente profittevole, ma appartenente ad un’epoca talmente lontana da sembrare, ad oggi, un’appendice filmica. Una sensazione acuita dai rumors che danno Jason Momoa come potenziale volto-e-corpo di una grande new entry DC. Quel Lobo, antieroe maledetto, cacciatore di taglie di Czarnia, nato dalle tavole di Keith Giffen e Roger Slifer nel 1983, e a quel punto per l’Arthur Curry/Aquaman di Jason Momoa sarebbe la fine dei giochi.
Toccherà al pubblico, probabilmente (anzi, sicuramente), decidere del suo destino. Se Aquaman e il regno perduto convincerà critica e pubblico e – soprattutto – incasserà abbastanza quanto il predecessore del 2018, chissà che per il principe atlantideo Gunn, Safran e Warner Bros non debbano scrivere tutt’altro finale. Che succederà? Appuntamento per il 20 dicembre nei cinema italiani, un Natale all’ombra del tritone…
- OPINIONI | Blue Beetle, Xolo Maridueña e la riscossa latina
- LONGFORM | The Flash, Ezra Miller e l’inizio della rivoluzione DC
- OPINIONI | Aquaman, Jason Momoa e il cinecomic che non ti aspetti
Qui sotto potete vedere il trailer di Aquaman e il Regno Perduto:
Lascia un Commento