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Blue Beetle | Xolo Maridueña, Susan Sarandon e quando il cinecomic diventa latino

Uno scarafaggio, il capitalismo, la famiglia: ma com’è il nuovo capitolo del DC Extended Universe?

Blue Beetle
Da Susan Sarandon al futuro: il mondo di Blue Beetle.

ROMA – Tra le molte cose fatte nel corso degli anni, l’industria miliardaria della produzione dei cinecomics ha restituito dignità ad una serie di animali e insetti notoriamente bistrattati, consacrandoli ad eterna gloria grazie all’incontro con umani più o meno disperati. Da Spider-Man ad Ant-man senza dimenticare Batman – che in fondo era solo un pippistrello – ecco così diventare eroi ragni, formiche e, ora, anche scarafaggi, non proprio tra gli insetti più amati (eufemismo), Beatles a parte. Così dopo il sonoro flop di The Flash (260 milioni di dollari di incasso) e in attesa di Joker: Folie à Deux con Joaquin Phoenix e Lady Gaga (4 ottobre 2024), l’ultima creazione del DC Universe è Blue Beetle – letteralmente scarafaggio blu – quattordicesimo film dell’Extended Universe e ora al cinema, film ispirato a un fumetto decisamente recente visto che la sua prima apparizione in un albo è datata solo 2006.

Blue Beetle
Ángel Manuel Soto sul set di Blue Beetle con Xolo Maridueña.

Sgomberiamo subito il campo da equivoci: sì, Blue Beetle ha molto di già visto, ma anche molto di innovativo. È la storia di un ragazzo, Jaime Reyes (interpretato da Xolo Maridueña) che, un po’ come Peter Parker, si ritrova ad avere a che fare con un potere più grande di lui, una tecnologia di origine aliena che lo sceglie come ospite, modificando per sempre il corso della sua esistenza. Come detto, il personaggio di Jaime ha visto la luce per la prima volta nel 2006, in Crisi Infinita n. 5, con la terza incarnazione del supereroe Blue Beetle. La sua serie debuttò un mese dopo, con Blue Beetle vol. 8 n. 1 (maggio 2006), inizialmente scritta da Keith Giffen e John Rogers, con Cully Hamner. La grande novità del personaggio? Jaime è americano, sì, ma è figlio di messicani espatriati negli Stati Uniti, precisamente a Palmera City, città del progresso tecnologico, ma molto meno avanzata dal punto di vista sociale (più o meno come la realtà americana).

Blue Beetle
Dietro le quinte di Blue Beetle.

All’ombra degli imponenti grattacieli infatti vivono famiglie stipate in misere casette alle prese con gli sfratti dei potenti, come la famiglia Kord con Victoria Kord (Susan Sarandon, al primo cinecomic), imprenditrice senza scrupoli che vuole la tecnologia dello Scarabeo. In una società in cui il progresso e i soldi dettano il ritmo della vita delle persone, Jaime è invisibile, così come lo sono tutti i membri della sua famiglia e della comunità in cui vive. Come nelle migliori storie di supereroi, anche qui l’incontro con l’amore sarà centrale per lo svolgimento della narrazione. La Mary Jane in questione si chiama Jenny e sarà grazie a lei che lo scarafaggio blu troverà il suo ospite predestinato. Come in Spider-Man anche in Blue Beetle c’è la perdita di una persona cara, perché se è vero che dai grandi poteri derivano grandi responsabilità, spesso queste responsabilità hanno bisogno di una tragedia per essere accettate.

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La famiglia: Bruna Marquezine e la banda di Blue Beetle al completo.

La storia quindi non si allontana dalle vicende già viste sullo schermo, ma pone una nuova enfasi sul tema della famiglia e degli affetti. Jaime vive in una casa modesta ma circondata dall’amore, la famiglia è la sua vera forza e sarà l’affetto per i familiari a salvarlo e a renderlo un eroe. Altro tema rilevante è quello dello sfruttamento dei poveri da parte dei potenti, come rappresentato dalla storia di Carapax (Raoul Max Trujillo, di origini Apache), cattivo reso tale dalla brutalità delle armi e dalle ambizioni degli uomini che hanno ripercussioni sui più deboli. È il giovane Xolo Maridueña – visto in Parenthood e Cobra Kai – a dar corpo e anima al personaggio di Jaime, una scelta vincente, che dà voce ad un giovane alla ricerca di se stesso e del proprio posto nel mondo, ma soprattutto rappresenta – finalmente – la comunità latina negli Stati Uniti mettendola in primo piano.

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Blue Beetle in azione.

«Spero che le generazioni future possano ispirarsi e sentirsi legittimate a sentirsi i supereroi e le supereroine che hanno sempre desiderato essere», ci ha spiegato Soto, nato a San Juan, a Porto Rico, prima di arrivare in America, che ha radunato un grande cast latino (Adriana Barraza, nomination all’Oscar per Babel, Damián Alcázar e Elpidia Carrillo) consapevole che l’importanza del suo film, oltre alla classica dinamica eroi e cattivi, sta proprio qui, nella rappresentazione all’interno di un genere in cui i latino americani vengono da sempre inseriti unicamente in ruoli marginali o negativi e che l’America spesso racconta solo per l’immigrazione clandestina o il muro di Tijuana. Black Beetle potrebbe davvero segnare un nuovo inizio…

  • VIDEO | Ángel Manuel Soto: «Il mio film e la comunità latina…»
  • VIDEO | Qui il trailer di Blue Beetle:

 

 

 

 

 

 

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