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Quattro amici dietro il mito | One Night in Miami e il potere secondo Regina King

Cassius Clay, Malcolm X, Sam Cooke, Jim Brown e la notte del ’64 in un film potente ed elegante

one night in miami

ROMA – Quando Gay Talese, nel 1966, scrisse Frank Sinatra Has a Cold, un profilo per Esquire sul crooner newyorchese, in realtà non lo intervistò. Lo osservò da lontano per tre mesi e parlò con ogni membro del suo entourage disposto ad aprirsi con lui. Oggi quell’articolo è il Manifesto del New Journalism e quell’approccio da fly on the wall – mosca sul muro, che tutto ascolta e osserva – ha fatto scuola. E con l’atteggiamento di una mosca sul muro anche Kemp Powers (sì, lo sceneggiatore di Soul) nel 2013 scrisse una pièce teatrale, One Night in Miami, in cui immaginava la conversazione tra Cassius Clay, Malcolm X, Sam Cooke e Jim Brown durante il loro incontro nella notte del 25 febbraio 1964.

One Night in Miami
Eli Goree è Cassius Clay in One Night in Miami. Foto: Patti Perret/Amazon Studios

Ora quella pièce è diventata una pellicola diretta da Regina King – la trovate su Prime Video – che, dopo la regia di alcuni episodi di serie tv come Insecure e This is Us , debutta al lungometraggio con quello che è il primo film di una regista afroamericana ad essere stato presentato Fuori Concorso alla Mostra di Venezia. Un dettaglio non indifferente se si pensa che uno dei tanti temi affrontati da One Night in Miami è la difficoltà per la comunità afroamericana di farsi strada, come direbbe Michael Kiwanuka, in un mondo bianco. Quella notte del 1964 Cassius Clay (Eli Goree)– non era ancora Mohammed Alì – era diventato, a soli 22 anni, il nuovo campione del mondo dei pesi massimi in un match contro Sonny Liston al Miami Beach Convention Center. Ma era l’America delle segregazioni razziali e quel ragazzo sfrontato non poteva festeggiare ovunque volesse.

Una scena di One Night in Miami

Così lui e i suoi migliori amici Malcolm (Kingsley Ben-Adir), Sam (Leslie Odom Jr.) e Jim (Eli Goree) decidono di celebrare quella vittoria in una stanza dell’Hampton House Motel di Miami. La King ci mostra come tutti e quattro siano riusciti a ritagliarsi un posto di rilievo nello sport, nel cinema, nella musica o nella politica ma, nonostante questo, continuino a confrontarsi, in prima persona, con il razzismo. Una premessa fondamentale prima di chiudersi alle spalle la porta di quella stanza d’albergo e immaginare cosa si siano detti quei quattro uomini in una notte del 1964. Quello che ne scaturisce è un confronto aperto e schietto, non privo di conflitti e scontri, su cosa significhi essere neri e su come i quattro concepissero il loro contributo alla causa afroamericana.

One Night in Miami
Kingsley Ben-Adir è Malcolm X

La natura teatrale della sceneggiatura di Powers viene smussata da Regina King grazie all’inserimento di parentesi private delle vite di Malcolm X e Sam Cooke, mostrati come due poli opposti. Un elemento di conflitto fondamentale per permettere una riflessione sul concetto di responsabilità individuale. Questo permette alla regista di giocare con toni e sentimenti in continuo mutamento che riesce a misurare con abilità, ponendo l’accento su momenti precisi che ritmano la narrazione. Negli anni dell’affermazione del movimento del Black Lives Matter, One Night in Miami ci mostra la nascita del Black Power e lo fa attraverso il privato di quattro uomini diventati icone.

One Night in Miami
Una scena di One Night in Miami

La forza del film è proprio questa: rendere umane delle leggende attraverso dinamiche intime che smussano l’idealizzazione della Storia. Cassius, Malcolm, Sam e Jim litigano e si prendono in giro, si confidano e si sostengono confrontandosi sul mondo che li aspetta fuori da quella stanza. Emozionante e a suo modo politico, One Night in Miami è un esordio potente, visivamente raffinato grazie alla fotografia di Tami Reiker, le scenografie di Page Buckner e i costumi di Francine Jamison-Tanchuck, che s’interroga sul potere e il suo utilizzo, sulla discriminazione e le rivoluzioni che noi tutti possiamo attuare. «A change is gonna come».

  • Regina King: «One Night in Miami? La lettera d’amore per il mio popolo»

Qui potete vedere il trailer di One night in America:

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