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Timothée Chalamet: «Bones And All: una storia di crescita, isolamento e amore»

Guadagnino, l’isolamento sociale e il ruolo da produttore: l’attore racconta il film in Concorso a Venezia

Timothée Chalamet
Timothée Chalamet al photocall di Bones And All. Foto di Giorgio Zucchiatti.

VENEZIA – Solo un anno fa Timothée Chalamet era al Lido per presentare Dune al fianco di Denis Villeneuve. Dodici mesi dopo lo ritroviamo al fianco di Luca Guadagnino, che ritrova dopo Chiamami col tuo nome, film che lo ha trasformato in uno dei nuovi divi del cinema mondiale, per Bones And All. Nel film l’attore ha un doppio ruolo. Oltre ad interpretare il protagonista Lee, al fianco di Taylor Russell nei panni di Marwen nell’adattamento cinematografico del romanzo di Camille De Angelis, Chalamet ricopre anche il ruolo di produttore. «Non avrei mai sperato di partecipare a un lavoro come questo e spero di continuare su questa strada, raccontando storie e personaggi, senza necessariamente esserci io sullo schermo».

LA MARGINALITÀ «La sceneggiatura e il film sono stati realizzati durante la pandemia. Ho la sensazione che ci abbia rallentato nel capire chi siamo nel mondo. Questa storia ci ha aiutato, i protagonisti sono persone che si isolano senza identità e attraverso lo spazio dell’amore trovano il modo di crescere. È stata un’esperienza formativa e ci ha aiutato a capire la vita di chi si ritrova nella marginalità».

Uno scatto dal photocall di Bones And All. Foto di Giorgio Zucchiatti.

L’ISOLAMENTO «Luca ci ha parlato del progetto e ha ascoltato i suggerimenti miei e di Russell. È stato un ruolo molto importante per me, il mio personaggio ha l’anima spezzata. E qui il termine marginalizzato è fondamentale. Tutti durante pandemia abbiamo provato un isolamento sociale profondo e nonostante questo abbiamo avuto bisogno di entrate in contatto con l’altro».

Timothée Chalamet
Timothée Chalamet al photocall di Bones And All. Foto di Giorgio Zucchiatti.

I GIUDIZI «Non posso immaginare cosa significhi essere giudicati dai social avendo un dilemma interno. Magari pensi di trovare lì la tua tribù. Ma personalmente sento che il crollo della società è nell’aria. Spero che il film possa gettare luce su questa sensazione».

LA PRODUZIONE «Ringrazio Luca che è quasi un padre per me, mi ha guidato. Non avrei mai sperato di partecipare a un lavoro come questo e spero di continuare su questa strada, raccontando storie e personaggi, senza necessariamente esserci io sullo schermo».

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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Luca Guadagnino al photocall di Venezia 79. Foto di Giorgio Zucchiatti.

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