ROMA – «Dove vai adesso? Ritorni al futuro?», domandava Marty. «No, ci sono già stato!», gli rispondeva Doc, ritornato nel 1985 dal Far West per recuperare il suo fido Einstein. In realtà, era il 1990 e, dopo tre film capolavoro si concludeva definitivamente il viaggio spazio-temporale di due miti del cinema, in quella saga firmata da un tris che di fantasia se ne intendeva. Chi? Robert Zemeckis alla regia, Bob Gale alla sceneggiatura e ovviamente Mister Steve Spielberg a produrre il tutto, tenendo a mente, rispettivamente, tre ingredienti: la DeLorean DMC-12, una vena malinconica e, soprattutto, che nulla è davvero impossibile.

Insomma, la chiave di Ritorno al Futuro era tutta lì, il viaggio alla scoperta di cosa ci abbia fatto diventare quello che siamo. Incontri, scontri, scelte, con Emmett ”Doc” Brown ovvero Christopher Lloyd e Marty McFly alias Michael J. Fox un po’ come Virgilio e Dante, che avevano smarrito la retta via per ritrovarsi su e giù per quel continuum ad evitare paradossi che, al solo sguardo, avrebbero potuto cambiare per sempre le loro vite. Quattro anni, quattro timeline diverse e incastrare tra loro: 1885, 1955, 1985 e 2015 (niente skateboard volanti, dunque, nonostante il brevetto Mattel esista davvero!), con (quasi tutti) i fan della saga che, puntualmente, ogni 26 ottobre che si rispetti, invocano, a suon di trailer home-made a annunci-fake, un (impossibile) quarto capitolo della saga.

Ma, si sa, la fantasia (un po’ come la vita) trova sempre la strada per imporsi, così per scoprire cosa sia stato di Doc, di Marty e di Einstein – insieme a tutto il loro universo, compreso al bullo Biff –, lo sguardo, invece che al grande schermo, va indirizzato verso il mondo dei fumetti, trampolino perfetto per alimentare storie e avventure terminate al cinema. A pubblicare la saga, ormai dieci anni fa, nel 2015, ci ha pensato la IDW Publishing, grazie alla serie Storie Mai Narrate e Linee Temporali Alternative, con la sceneggiatura firmata proprio da Bob Gale e con i testi scritti da John Barber ed Erik Burnham. Ai disegni, bellissimi, un folto cast di artisti ed esperti fumettisti: Brent Schoonover, Dan Schoening, Marcelo Ferreira, Chris Madden, Corin Howell, Alan Robinson ed Ryan Browne.

Come intuibile dal titolo, la collana di fumetti (reperibile in Italia e pubblicata da Italcomics in vari volumi ed edizioni, trovate qui Mala Tempora), espande le realtà alternative di Ritorno al futuro, per andare a raccontare gli infiniti salti temporali possibili, arrivando addirittura al periodo Giurassico. Uscita nel 2015 e andata letteralmente a ruba, la collana inizialmente prevedeva solo cinque numeri, diventando poi una serie regular, dando tutte le risposte (e sono molte, moltissime!) lasciate in sospeso nei film: come si sono conosciuti Doc e Marty; perché Joey Baines finisce il prigione; cosa c’entra Doc con il progetto Manhattan del 1945…

Dunque, i fan possono ritenersi soddisfatti, hanno avuto le risposte che cercavano, sfogliando e leggendo i fumetti. Ma resta ancora un dubbio, il più grande: dove è andato Doc, insieme alla suanuova famiglia, dopo Ritorno al Futuro III? Anche qui la IDW, forte del successo, ha avuto l’intuizione di scrivere e disegnare un sequel ufficiale, ideato ancora una volta da Bob Gale. Back to the Future: Tales from the Time Train, sei numeri pubblicati nel 2018 (li potete vedere qui) con protagonisti proprio Doc, Clara, il fedele Einstein e prole al seguito. Perché, se c’è una cosa che Ritorno al Futuro ci ha insegnato, è che il futuro non è futuro finché non arriva. Nulla è ancora scritto…
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