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Rebel Moon – Parte I: Figlia del Fuoco | Sofia Boutella e il grande ritorno di Zack Snyder

Ed Skrein, Charlie Hunnam, tra Star Wars e Akira Kurosawa. Quando? Su Netflix dal 22 dicembre

Sofia Boutella al centro della scena di Rebel Moon - Parte I: Figlia del Fuoco di Zack Snyder, su Netflix dal 22 dicembre
Sofia Boutella al centro della scena di Rebel Moon - Parte I: Figlia del Fuoco di Zack Snyder, su Netflix dal 22 dicembre

ROMA – Quando una colonia di pacifici contadini dislocata su una luna ai confini dell’Universo si trova minacciata dagli eserciti di Mondo Madre del tirannico reggente Belisarius guidati dal suo crudele emissario, l’Ammiraglio Noble, una giovane guerriera dal passato enigmatico, Kora, diventa la loro unica speranza. Assieme a Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa sia una guerra, Kora viaggia nella galassia alla ricerca di combattenti pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt. Parte da qui Rebel Moon – Parte I: figlia del fuoco, il primo tempo dell’attesissima epica fantascientifica di Zack Snyder con protagonisti, tra gli altri, Sofia Boutella, Michiel Huisman, Ed Skrein, Charlie Hunnam, Doona Bae, Djimon Hounsou, Staz Nair, Ray Fisher ed Anthony Hopkins, in arrivo su Netflix dal 22 dicembre.

Sofia Boutella, Charlie Hunnam e Michiel Huisman in una scena di Rebel Moon - Parte I: Figlia del Fuoco
Sofia Boutella, Charlie Hunnam e Michiel Huisman in una scena del film

Un ritorno in grande stile per Snyder due anni dopo quel 2021 che lo ha visto di nuovo sulla cresta dell’onda tra il pirotecnico survival horror Army of the Dead e quella Zack Snyder’s Justice League autentico miracolo produttivo che dello Snyder-Verse fu apice, celebrazione, punto di chiusura e saluto di commiato. E quindi Rebel Moon come dittico produttivo (Parte II: La Sfregiatrice non arriverà prima del 19 aprile 2024 nda) fatto di ambizione sfrenata, world-building immersivo e stratificato, e iconografie di vita, di guerra, di morte e di sacrificio, a cui, a conti fatti, il piccolo schermo va strettissimo. Non a caso, all’estero Rebel Moon potrà godere di una distribuzione limitata così da permettergli di saggiare per un breve periodo quello che è il suo habitat naturale: la sala cinematografica.

Ed Skrein in un momento di Rebel Moon - Parte I: Figlia del Fuoco
Ed Skrein in un momento di Rebel Moon – Parte I: Figlia del Fuoco

Anche perché è di cinema e tradizione che è intessuta la narrazione disegnata da Snyder. Originariamente infatti Rebel Moon nacque come spin-off di Star Wars ambientato nello stesso contesto scenico della saga degli Skywalker, eppure lontano dalla vicende di Luke, Han e Leia (una sorta di Rogue One ante-litteram per capirci nda). Snyder propose il progetto alla LucasFilm nella prima decade degli anni duemiladieci. Poco prima, insomma, di quando la Disney inglobò la casa madre di George Lucas per poi dare il via alla Trilogia Sequel di Episodio VII-VIII-IX. Non se ne fece nulla, con Snyder però che tenne il progetto nel cassetto aspettando tempi migliori. Ovvero Netflix che dopo i buoni risultati ottenuti con Army of the Dead ha voluto continuare a dare fiducia alla sua visione creativa.

Una nuova speranza...
Una nuova speranza…

In questa direzione, Snyder ampliò il progetto nelle forme di un dittico kolossal contemporaneo ricalibrando lo script in modo da renderlo del tutto autonomo e indipendente da Star Wars. Ma fino a un certo punto, perché delle avventure e degli Episodi di quella galassia lontana lontana le maglie del racconto di Rebel Moon accolgono lo spirito artistico e il sapore scenico in cui i dettami della Forza galleggiano nell’humus narrativo sino a germogliare spontaneamente sotto nuova forma. Un cinema derivativo fatto di suggestioni e ispirazioni che se in altri casi finirebbe con lo snaturarne l’anima narrativa – e con essa l’opera in sé come prodotto finito – in Rebel Moon diventa espressione tangibile di una precisa identità filmica oltre che di una cifra stilistica di non poco conto.

L'immancabile stile Zack Snyder!
L’immancabile stile Zack Snyder!

Lo sviluppo narrativo segue infatti la scia della tradizione creativa di Star Wars. C’è ancora il cinema di Akira Kurosawa a battere nel cuore filmico del racconto. Stavolta, dopo l’inerzia di La Fortezza Nascosta opportunamente ricalibrata per Episodio IV e quella de La sfida del samurai per The Mandalorian, è il turno de I sette samurai per Rebel Moon. Il resto è la solita (e immancabile aggiungiamo noi nda) grammatica filmica di Snyder che all’umorismo family-friendly preferisce l’epica ad ampio raggio sfruttando il ralenti come amplificazione sensoriale del momento scenico. A mancare, forse, è un po’ il respiro alla varie componenti, specie nel ritmo netto della fase di recruiting, con cui entrare in empatia con la squadra di guerrieri, ma per quello ci penserà la Parte II, e per il momento va bene così.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film 

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