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Zack Snyder’s Justice League e un’epopea che spiega il conflitto tra pubblico e Major

Ripercorriamo le (molte) tappe che hanno portato alla release definitiva di un film controverso

Zack Snyder’s Justice League e un'epopea che spiega il conflitto tra pubblico e Major
Zack Snyder’s Justice League e un'epopea che spiega il conflitto tra pubblico e Major

ROMA – Torniamo indietro nel tempo per un secondo. Il 17 novembre del 2017 esce nelle sale Justice League di Zack Snyder. L’uscita attirò sicuramente le attenzioni di un grande pubblico in realtà “sospeso” e non troppo soddisfatto dalle precedenti release cinematografiche della DC. Batman v Superman aveva calcato i palcoscenici del globo nel 2016, senza riscuotere il successo che tutti i fan si sarebbero immaginati. Il film, infatti, non raccolse né i favori del grande pubblico e né tanto meno quelli della critica. Uscito in un periodo in cui si stava finalizzando, dal punto di vista sia culturale che commerciale, l’immagine e il peso dei supereroi al cinema, il film oscurò le aspettative generali. Batman v Superman fu un film oscuro, agli antipodi estetici dei blockbuster Marvel, confuso per alcune scelte narrative (chiarite in seguito dalla sua Ultimate Edition in home video, la quale include mezz’ora di contenuti tagliati via dalla trasposizione nei cinema) e piuttosto anticlimatico e anticonformista per il modo in cui scelse di rappresentare i suoi protagonisti.

Affleck e Snyder sul set di Justice League

Introduceva i primi sprazzi di quello che avrebbe dovuto essere il cosiddetto “DC Extended Universe” al pari e diretto rivale del progetto MCU. Gli incassi totali si aggirarono intorno agli 850 milioni. Furono questi risultati a incidere direttamente sui successimi film del “filone progettuale”, segnando una sempre minore libertà creativa per Zack Snyder. Ed è fondamentale introdurre queste dinamiche per comprendere quello che avvenne con il film di cui vogliamo parlare in questo articolo. La visione iniziale di Snyder verso la Justice League prevedeva di dividere la trama in un film in due parti. In seguito ai risultati di Batman v Superman venne prima confermato che si sarebbe trattato di due film distaccati per poi successivamente rivelare un unico arco narrativo. L’accoglienza da parte di pubblico e critica nei confronti del precedente film qui si fece sentire al punto che la Warner stessa cominciò a temere per un progetto che sostanzialmente avrebbe assunto le caratteristiche dei precedenti, sia dal punto di vista narrativo che formale. Un altro problema di fondo, legato a un lavoro corale come questo, risiedeva proprio nei suoi stessi personaggi e nel modo in cui il pubblico li avrebbe percepiti.

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Un’immagine dal cinecomic DC Justice League

Nel Marvel Cinematic Universe ogni singolo eroe si “era preso il suo tempo” per presentarsi al mondo. Ciò era avvenuto con una sfilza di film singoli in cui ognuno di loro si era presentato ai fan di vecchia e nuova data, costruendo fin da subito un legame saldo ed emotivo. Prima le presentazioni e poi la coralità, una formula che si rivelò vincente fin da subito, e che aveva richiesto anni per consolidare un contesto cinematografico con prospettive immani. Con la Justice League ciò non avvenne, o comunque avvenne soltanto in piccola parte. Il film si proponeva non soltanto di raccontare la storia di questo gruppo di eroi/super eroi, ma anche di introdurre alcuni di loro ex novo, e di introdurre dinamiche ancor più grandi con un villain iconico dei fumetti. C’era quindi bisogno di tempo; tempo che alla Warner sembrava non interessare troppo, ponendo fin da subito il limite di due ore alla pellicola. Due ore in cui il regista non avrebbe soltanto dovuto introdurre protagonisti inediti così da fare affezionar loro il pubblico, ma anche le varie dinamiche di trama con l’antagonista suddetto. Per costruire un’opera che risultasse al tempo stesso sia epica che leggera, Zack Snyder venne affiancato da Joss Whedon con l’obbiettivo di alleggerire i toni generali della pellicola e di aiutarlo nella regia.

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Zack Snyder al lavoro su Justice League

Queste due singole scelte, ovviamente, plasmarono fin dall’inizio una visione registica che anni prima aveva cominciato a tessere un progetto adesso apparentemente lontano anni luce dall’originaria ispirazione snyderiana. Uno degli elementi presi maggiormente in discussione quanto si parla della Snyder’s Cut Justice League è proprio il rapporto tra la visione del regista e le dinamiche produttive a limitarne la creatività, ampliando quindi la lettura di un film fino a traslarne le qualità non soltanto consumistiche ma primariamente artistiche. Arriviamo al maggio del 2017, mese cruciale nella gestazione della prima versione della Justice League. Oltre alle svariate battaglie sul set con la produzione, Zack Snyder si ritrova a dover affrontare uno degli eventi più duri e traumatici della sua vita: la scomparsa della figlia ventenne per suicido. Questo tragico sviluppo personale s’infrangerà sulla sua vita spingendolo a mollare la presa sul progetto cinematografico in corso per riversare tutte le sue attenzioni ed energie a sostegno della sua famiglia e dei suoi cari, con il conseguente abbandono del set a film ancora incompleto. Ad assumersi l’incarico di portare a compimento il tutto troviamo quindi Joss Whedon che guiderà la realizzazione.

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La foto che ha rivelato l’esistenza della versione definitiva

Il regista aggiungerà due mesi di riprese con scene aggiuntive e dialoghi nuovi, trasformando definitivamente in qualcos’altro l’idea originaria. In funzione di ciò gli attori principali tornarono nei loro ruoli (fra questi troviamo un Henry Cavill disegnato da folti baffi per via delle riprese di Mission Impossible Fallout, all’epoca in corso d’opera, impedendo quindi all’attore di radersi). Se la prima versione consegnata da Snyder contava una durata di due ore, con Whedon la situazione cambia drasticamente. La nuova durata del film adesso è scesa sotto le due ore, pur con l’aggiunta di scene del tutto inedite. La cifra stilistica di Zack Snyder è chiara, i suoi film assumono una valenza riconoscibile e distinta sia in fase di ripresa che in fase di post produzione. Durante quest’ultima giocano un peso fondamentale sia la fotografia (con scelte cromatiche specifiche e filtri atti a valorizzare i personaggi e le sensazioni che le varie inquadrature suscitano), sia la colonna sonora (il compositore inizialmente selezionato, Junkie XL, venne allontanato e sostituito da un Danny Elfman, risultando però in questo caso abbastanza anacronistico in relazione alle immagini rappresentate). Le differenze di approccio fra i due registi, insomma, si fecero sentire e anche parecchio, al punto che il film giunto nelle sale era un’eco di quello che tutti si sarebbero aspettati. Figlio di una “scelta chirurgica” sbagliata e stonata, lontana dai canoni estetici di Snyder (girato ad esempio in digitale, formato preferito da Whedon) mise in chiaro l’interesse della major a discapito di tutto il resto.

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Sul set di Justice League

Siamo quindi giunti al 2017, l’anno in cui Justice League approda nelle sale cinematografiche. Quello che gli spettatori si ritrovarono a vedere era ben lungi da qualsivoglia aspettativa. Il prodotto definitivo attingeva disordinatamente dalle visioni di entrambi i registi, ibridando un’esperienza imperfetta e claudicante. Pur mantenendo il nome di Snyder il prodotto era a tutti gli effetti opera di un Joss Whedon che aveva fatto le sue scelte, rielaborando anche le sequenze girate dal regista precedente. L’approccio più allegro di questa pellicola la discostò immediatamente dai precedenti prodotti WB, segnando il tracollo generale di una struttura che resta indecisa sulla propria identità dall’inizio alla fine. Rinominato dal grande pubblico “Josstice League” (specialmente dai fan di Snyder), il film incassò appena 657 milioni e a nulla valsero i tentativi di imitare gli altri cinecomic di successo. Ne fuoriuscì un’occasione sprecata, un tentativo di costruire qualcosa di più complesso rispetto ai classici film stand alone DC, rimarcando anche la debolezza delle pellicole precedenti. Tutto sembrava destinato a finire nel dimenticatoio, con uno sguardo già proiettato al futuro, ma così non fu. Col tempo cominciarono ad affiorare alcune indiscrezioni in merito alle sue fasi produttive e creative. Tutto ciò, fuso al malcontento generale nei confronti di quel Justice League così problematico e raffazzonato, spinse i fan di tutto il mondo a unirsi sotto un unico hashtag che prese largamente piede su twitter: #ReleaseTheSnyderCut.

L’arrivo ufficiale

Per quattro lunghi anni i fan chiesero a gran voce una ripubblicazione del film basandolo però sul progetto originario. Il loro impatto fu fondamentale non soltanto dal punto di vista cinematografico, ma anche da quello socio-economico, aprendo la strada a plurime riflessioni in merito al rapporto fra pubblico e major. In questo caso il movimento che ne derivò non prese il sopravvento su un processo produttivo, bensì richiese semplicemente di rispettare quello che gli era stato promesso prima di entrare in sala. Avevano pagato per un film di Snyder e gli era stato consegnato altro. L’esclusione stessa della visione del regista era l’oggetto in causa, il fatto che avessero in tutti i modi limitato le possibilità creative di un regista da sempre distintosi per alcune scelte formali preminenti. Da ciò il mito di una leggendaria Snyder’s Cut realizzata con pieni poteri creativi ed espressivi. Il dubbio sulla sua esistenza assillò i fan e gli esperti almeno fino alla conferma ufficiale del regista e al successivo annuncio ufficiale avvenuto il 20 maggio del 2020. La Snyder’s Cut Justice League uscirà su HBO Max, piattaforma streaming di proprietà della WB. Internet era in visibilio.

I supereroi protagonisti

Durante la creazione di Justice League, Snyder, mentre eseguiva le modifiche richieste, realizzò una versione tutta sua del film si dice in segreto. Da questo atto di disobbedienza ne uscì un lavoro incompleto della durata di 214 minuti. Questo materiale rimase custodito per ben 4 anni nelle mani del regista, fino alla realizzazione della nuova cut con 70 milioni aggiuntivi. Sono stati quindi riconvocati gli attori sul set, compreso anche Jared Leto (incluso in un nuovo epilogo che apre la strada ad un seguito, come immaginato originariamente). Data la lunghezza complessiva del materiale si pensò di farne una miniserie tv, per poi scartare l’idea. Con una durata complessiva di circa 4 ore, questa Zack Snyder’s Justice League si struttura in 6 capitoli compresi di prologo ed epilogo (questa particolare divisione è stata probabilmente pensata anche per facilitare la visione complessiva della pellicola, così da poter scegliere di fare qualche pausa mirata senza inficiare sul materiale). Parlando di scelte formali invece, il film uscì in formato 4:3 per scelta sia di Snyder stesso che di Fabian Wagner, direttore della fotografia. È bene sottolineare che questa scelta formale non limita in alcun modo le potenzialità espressive delle singole inquadrature, restituendo le stesse inquadrature nella loro interezza.

La bandiera

Ragionamenti del genere si ricollegano alla creatività del regista e alla sua visione, impreziosendo, in questo caso, l’estetica di ogni inquadratura fino a donarle un tocco preciso. E il 18 marzo del 2021 (giorno di uscita) la Zack Snyder’s Justice League conferma il valore di un regista che non soltanto scagiona una sua opera personale, ma ribadisce l’importanza fondamentale del suo ruolo all’interno del medium cinematografico, a discapito di quello produttivo. Un vero e proprio messaggio all’industria dunque, suggellato da una sequela di recensioni e pareri positivi sul film, in perfetto contrasto con quella che fu l’accoglienza della pellicola precedente. In questa versione si è dato molto più spazio ai singoli protagonisti, lavorando maggiormente sulle loro storie e sul rapporto che vanno a costruire con il pubblico. Non solo scrittura e narrativa però, ma anche e soprattutto un nuovo montaggio ben differente da quello della prima versione, pronto a riequilibrare le varie scene, donando anche un senso più logico e parzialmente. Una vera e propria rivincita, potremmo quasi asserire, su un sistema che cerca d’inglobare una specifica tipologia di film omologandone gli stilemi formali di anno in anno. O almeno ci prova.

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Qui potete vedere il trailer originale del film:

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