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Spenser Cohen e Anna Halberg: «La profezia del male, Spielberg e quei tarocchi…»

Il set, la Serbia, l’horror e l’importanza della sala: a Los Angeles faccia a faccia con i due registi

La profezia del male
Spenser Cohen e Anna Halberg, registi de La profezia del male.

LOS ANGELES – Cosa succede se si leggono i tarocchi utilizzando carte che non ci appartengono? Semplice, si rompe la prima regola dei tarocchi: mai utilizzare un mazzo non nostro. Da questa premessa parte La profezia del male, ora al cinema (trovate la nostra recensione qui), horror diretto da una coppia di registi come Spenser Cohen e Anna Halberg, autori della sceneggiatura con Nicholas Adams, che firmò il romanzo Horroscope, pubblicato nel 1992 (ma inedito in Italia) al quale il film si ispira. Nel cast Harriet Slater, Jacob Batalon – già visto nei panni di Ned Leeds in cinque film Marvel – Adain Bradley e Avantika Vandanapu. Incontriamo i due registi, partner nella vita e nel lavoro a Highland Park, quartiere storico dell’Eastside di Los Angeles. «Ci siamo conosciuti qualche anno fa, alla University of Southern California, dove studiavamo cinema», raccontano a Hot Corn. «Ci siamo incontrati al terzo anno e abbiamo iniziato a lavorare insieme e, nonostante tutto, da allora continuiamo a collaborare. Il nostro rapporto lavorativo? Diciamo che si è evoluto molto, dalla scrittura alla produzione fino alla regia. Ora facciamo tutte e tre le cose…».

La profezia del male
Spenser Cohen e Anna Halberg, al centro, sul set de La profezia del male.

I TAROCCHI – «Da dove iniziamo? Dall’interesse per i tarocchi, per l’astrologia e per gli oroscopi che nasce dal desiderio di conoscere se stessi, ma anche di conoscere il futuro. Ma scoprire cosa ci riserva il futuro, non sappiamo se sia davvero una buona idea. Abbiamo notato che nei momenti di incertezza – e fondamentalmente siamo sempre in un periodo di incertezza – le persone si rivolgono ai tarocchi e all’astrologia per cercare di dare un senso alle cose. Da questo siamo arrivati a farci delle domande su un dilemma antico: il nostro futuro è scritto nelle stelle o abbiamo il libero arbitrio sul nostro destino? È un tema ampio e universale che riguarda tutti. Ma in fondo, per noi La profezia del male è la storia di una conversazione tra una donna e la morte, la storia di come lei impari a elaborare il suo trauma e, infine, a lasciarlo andare».

La profezia del male
Non giocate quella carta: Harriet Slater ne La profezia del male.

I RIFERIMENTI – «Quando abbiamo deciso di girare La profezia del male, ci siamo ispirati soprattutto ai lavori di due registi in particolare: Steven Spielberg e James Wan. Volevamo girare un film horror che fosse anche divertente, com’è divertente Jurassic Park o com’è divertente anche Lo squalo, nonostante il terrore che si respira. Spielberg non ha avuto abbastanza credito per essere anche un grande regista nel creare suspence: ha la capacità farti stare incollato alla sedia, in attesa del prossimo colpo di scena. James Wan? Beh, lui in fondo fa il contrario, perché è molto bravo a far leva sulla tua immaginazione e su quello che lo spettatore porta alla visione. Abbiamo quindi cercato di unire queste due sensibilità, nel tentativo di rendere il film divertente e spaventoso allo stesso tempo…».

La profezia del male
Il mazzo era quello sbagliato…

EFFETTI SPECIALI – «Sul set sapevamo bene che per far sì che i nostri attori reagissero e interagissero in maniera veramente realistica, non potevamo avere qualcuno con indosso la tuta verde per filmare poi in CGI, ma avevamo bisogno di creature e mostri veri sul set, paura reale. I film che amiamo, come Lo Squalo oppure Alien, hanno effetti speciali pratici, concreti, visibili. Sono molto più spaventosi. Così abbiamo deciso di collaborare con Dan Martin che è di base a Londra e che ha sempre lavorato con un altro grande autore come David Cronenberg. Era piuttosto divertente arrivare la mattina sul set e trovarsi davanti uno dei mostri più orribili mai visti: è stato tutto più facile».

La profezia del male
L’impiccato: non un buon segno. Un momento de La profezia del male

GLI HORROR – «Senza dubbio l’horror si vive e si condivide molto meglio in gruppo, in fondo è come uscire la notte di Halloween e andare in una casa stregata con un gruppo di amici. La logica dello spavento è la stessa. Abbiamo progettato tutto il film sapendo che sarebbe andato al cinema perché crediamo che il suono e la musica siano elementi fondamentali per la visione. Non c’è sensazione migliore di quando si è al cinema, con il Dolby, il volume altro ed il buio che ci abbraccia. Ricordiamo ancora molto bene una scena di Zodiac di David Fincher, quella in cui Jake Gyllenhaal si muove nel seminterrato e si sentono – letteralmente – dei passi sopra di lui. Seduti in sala eravamo paralizzati, non riuscivamo a muoverci. La visione non è mai la stessa cosa quando sei a casa, non è la stessa cosa di quando sei nel tuo salotto e ti senti al sicuro…».

La profezia del male
Il deposito dei treni in Serbia? Esatto. Un altro momento del film.

LE CARTE – «Sapevamo che per un film horror le carte dovevano avere uno stile specifico. Per questo abbiamo lavorato con Trevor Henderson e Richard Wells, entrambi incredibilmente talentuosi che hanno collaborato con la nostra production designer, Felicity Abbott. Il nostro obiettivo era rendere inquietanti i tarocchi, ma non al punto di non voler farseli leggere. La location? Abbiamo girato il film in Serbia e non abbiamo voluto relegare le scene a set piccoli. Molti horror si svolgono in una casa da dove i protagonisti non escono, ma per La profezia del male volevamo la portata di un film alla James Bond. In Serbia siamo riusciti a trovare un ponte che collega due parti del Paese e sembrava di trovarsi in Mission: Impossible. Un’altra location molto bella è stata in un deposito ferroviario dove c’erano i treni di Tito, il presidente dell’ex Jugoslavia. Nessuno ci aveva mai filmato, quindi siamo stati i primi a girare un film lì. C’erano le vibes de Il Cavaliere Oscuro…».

  • RECENSIONI | Sì, ma com’è La profezia del male?
  • INTERVISTE | Gillian Anderson: «Io, a Londra sul set di Scoop»
  • INTERVISTE | Andrew Scott: «Io, in Italia sul set di Ripley»
  • VIDEO | Qui il trailer de La profezia del male:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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