in

Barbara Ronchi: «La violenza domestica, le scelte degli attori e quel film di Marco Bellocchio»

Le scelte, le parole, il ruolo in Io e il Secco: la nostra conversazione con l’attrice al Bellaria Film Festival

Barbara Ronchi
Barbara Ronchi al Bellaria Film Festival. Foto di Mattia Zamagni

BELLARIA – Un cinema che interroga il passato per guardare al futuro con nuovi occhi: la nuova edizione del Bellaria Film Festival riparte da qui e si riconferma un punto di riferimento per le nuove sperimentazioni del linguaggio, ma anche la casa per nuovi talenti e film da scoprire. Tra i molti, ecco Io e il secco, opera prima di Gianluca Santoni – al cinema dal 23 maggio – con Andrea Lattanzi, Andrea Sartoretti e Barbara Ronchi, che per l’occasione ha ricevuto proprio qui a Bellaria il Premio Casa Rossa per l’interpretazione. «Un film che ho voluto e scelto», ha voluto precisare l’attrice, «perché credo che anche noi abbiamo una responsabilità precisa nello scegliere le sceneggiature». Il protagonista del film è il piccolo Denni (Francesco Lombardo), bambino di dieci anni con una missione: salvare la madre (Ronchi) dalla violenza del padre (Andrea Sartoretti). Così decide di chiedere aiuto ad un killer che la gente la uccide di mestiere: il Secco (Andrea Lattanzi). Abbiamo incontrato l’attrice per farci raccontare l’esperienza sul set, ma anche il suo percorso attoriale e i temi trattati dal film…

Bellaria Film Festival
Un momento della presentazione di Io e il secco al Bellaria Film Festival. Foto di Mattia Zamagni

I BAMBINI – «Dopo aver girato Rapito di Marco Bellocchio, Io e il secco mi ha offerto nuovamente la possibilità di recitare ancora con i bambini ed è stato molto bello. Complicato a volte, sicuramente, però anche molto facile, paradossalmente. Va detto che a noi attori ad un certo punto i progetti capitano, invece Io e il secco è un film che ho scelto nel momento in cui ho letto la sceneggiatura. L’ho proprio voluto girare perché capisco la difficoltà che c’è nel cinema italiano nel riuscire a produrre gli esordi e so che in qualche modo la mia partecipazione avrebbe aiutato proprio da un punto di vista di assetto produttivo. Come attori abbiamo anche un dovere ad un certo punto, almeno credo, no? Ma attenzione: non è beneficenza, anzi, significa continuare a credere nelle sceneggiature valide ed io continuerò a farlo sempre, sia Bellocchio o sia Santoni, sia un film di un autore o un’opera prima che merita di essere di essere vista…».

Barbara Ronchi con il Premio Casa Rossa per l’interpretazione in Io e il Secco.

LA VIOLENZA DOMESTICA – «Ci siamo resi conto che è un problema di cui si deve parlare credo perché tutti sentono che dalla famiglia, da dove nascono certe cose, poi si mette il seme per qualcos’altro. La violenza la vedi, la senti e la percepisci dentro casa e poi casa, ed è quel bambino che vede tutto dallo spioncino e chissà chi diventerà: un uomo o una donna di un certo tipo che hanno avuto paura del genitore violento. A un certo punto anche gli uomini si devono interrogare sui modelli che hanno e che hanno avuto e di come evolversi un po’. Noi donne ci abbiamo pensato tanto su come emanciparci e su cose che volevamo, mentre gli uomini non hanno avuto dei momenti di riflessione quanto noi. Parlare del tema della violenza domestica è però veramente soltanto il punto di partenza per interrogarci sui rapporti tra noi».

Barbara Ronchi
Barbara Ronchi con Daniela Persico, direttrice artistica del Bellaria Film Festival.

IO, MADRE – «Cerco sempre dei punti di contatto tra i miei ruoli, poi ci sono dei personaggi che avvicini meglio e altri che invece senti di averli capiti solo alla fine del film. Credo che i personaggi siano sempre misteriosi e che l’attore debba cercare di districare un mistero che un altro scrive. In Io e il secco ho ovviamente fatto fatica a capire cosa significhi essere una donna percossa dal marito che rimane in quella situazione. No, non mi sono documentata, non ho voluto capire, ma ad un certo punto ho pensato che il punto di contatto fosse il bambino e mi sono immaginata che una donna rimanga in quella situazione perché sa di aver fallito da qualche parte. Credo anche che se poi esci da situazioni del genere hai paura che il bambino possa diventare come il padre una volta adulto. Il mio punto di contatto con il personaggio è che io per mio figlio mi sarei presa tutto il male e avrei cercato di non farglielo vedere».

Barbara Ronchi
Ancora l’attrice durante la presentazione a Bellaria.

LA CARRIERA – «Il mio film a cui sono più legata? Ma forse qui rispondo con una pellicola come Fai bei sogni di Marco Bellocchio, che è stata un po’ la mia educazione sentimentale al cinema. Era il 2016 e da quel momento mi è sembrato che gli occhi degli addetti ai lavori mi avessero scoperto e guardato. In quel momento è stato seminato qualche piccolo primo seme per qualcosa che sarebbe venuto dopo, per arrivare ad un altro film a cui sono legata, Settembre. La vittoria del David di Donatello per quel film ha sicuramente smosso poi qualcos’altro. Diciamo che – ripensandoci ora – forse non c’è stato un film che ha deflagrato improvvisamente, ma nel mio percorso sono stata un po’ una maratoneta, ecco…».

  • VIDEO | Barbara Ronchi e Thony a parlare di Settembre
  • VIDEO | Andrea Lattanzi: «Io, il secco e quel ruolo da killer»
  • VIDEO | Qui il trailer di Io e il secco:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un Commento

I Beatles e quell'ultima esibizione sul tetto sul tetto della Apple Records. Let It Be, dall'8 maggio su Disney+

VIDEO | Il tocco magico di Peter Jackson, i Beatles e il trailer di Let It Be

I The Beach Boys in una scena dell'omonimo documentario di Frank Marshall e Thom Zimmy, su Disney+ dal 24 maggio

VIDEO | Frank Marshall, Brian Wilson e il trailer di The Beach Boys