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Passione Critica | Il SNCCI, la storia e il ruolo del critico cinematografico oggi

Evento speciale della SIC 38, il documentario è un percorso sui primi cinquant’anni di critica italiana

Passione Critica, o del passato, presente e futuro della critica cinematografica
Passione Critica, o del passato, presente e futuro della critica cinematografica

VENEZIA – Prodotto dal SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, con il contributo della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, Passione critica di Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pignatesi è la Proiezione speciale ed evento congiunto dell’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia insieme alla Settimana Internazionale della Critica e alle Giornate degli Autori. Nato per raccontare cinquant’anni di storia della critica italiana – anche nei suoi intrecci con gli autori – l’obiettivo di Passione Critica è di creare un provocatorio documento che suggerisce implicitamente domande sul passato, il presente e il futuro della professione critica, rivolgendosi a un pubblico di studiosi ma anche più esteso di appassionati.

Uno dei tanti contributi di repertorio presenti in Passione critica
Uno dei tanti contributi di repertorio presenti in Passione critica

Un percorso, quello di Passione critica, dagli anni Sessanta all’avvento del Web e dei social e all’attuale esplosione dell’audiovisivo, tracciato grazie all’ausilio di materiale di repertorio e il contributo di testimonianze esclusive di autori e critici – Pupi Avati, Adriano Aprà, Pedro Armocida, Alberto Barbera, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Adriano De Grandis, Antonietta De Lillo, Laura Delli Colli, Piera Detassis, Francesco Di Pace, Fabio Ferzetti, Beatrice Fiorentino, Giuseppe Ghigi, Wilma Labate, Anton Giulio Mancino, Raffaele Meale, Paolo Mereghetti, Giuliano Montaldo, Giona A, Nazzaro, Cristiana Paternò, Claudio Sestieri, Silvana Silvestri, Piero Spila, Paolo Taviani, Bruno Torri, Daniele Vicari, Paolo Virzì – che mette in discussione la stessa definizione e i confini di un cinema sempre più arte in mutamento.

Marco Bellocchio in un momento di Passione critica
Marco Bellocchio in un momento di Passione critica

Ma soprattutto il ruolo stesso del critico cinematografico, come si evince dal frammento di immagini in apertura di racconto di Passione critica, dove un appena trentatreenne Carmelo Bene fresco del successo del Don Giovanni viene intervistato da Alberto Luna nella trasmissione televisiva Cinema 70 a proposito del mestiere del critico: «Se uno domanda a un bambino: tu che farai da grande? Farò lo spazzino, la televisione, l’attore, il direttore generale di una banca, l’ingegnere navale. Nessuno dei bambini però risponderà il critico cinematografico». Il che è vero in fondo. Da qui prende forma il viaggio di Passione critica a partire proprio dalle origini del SNCCI, la scissione dal SNGCI (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani), le sue finalità culturali militanti.

Un estratto della locandina ufficiale di Passione Critica
Un estratto della locandina ufficiale di Passione Critica

Una scissione non unicamente fatta di acronimi facilmente confondibili, ma anche (e principalmente) in termini ideologici. Ovvero, ciò che distingue la critica con funzione pura e la cronaca giornalistica con intenti critici e con essa, in ogni caso, la responsabilità delle opinioni, il potere e le conseguenze che ne derivano dall’esercizio dello stesso. E quindi il rapporto con gli autori, i casi eccellenti di Tiro al piccione, I pugni in tasca e Il portiere di notte affrontati di petto dalla critica del tempo e quel Pupi Avati che trova riconoscenza e ammirazione in un critico che spiega il suo film facendogli scoprire nuovi punti di vista («Non c’è nessun grande cinema senza confronto»).

Bruno Torri in una scena del documentario
Bruno Torri in una scena del documentario

A questo punto Passione critica si dispiega tra un breve (ma incisivo) excursus storico della SIC – Settimana Internazionale della Critica al sapore meta-narrativo e la contemporaneità del mestiere del critico, le sue evoluzioni e problematiche. Da una parte un settore marginalizzante e sottopagato di una carriera spesso portata avanti tra sacrifici, sogni nel cassetto e tripli salti mortali nel vuoto, dall’altra come il mestiere del critico cinematografico sta cambiando in rapporto con le nuove tecnologie, i device convergenti, Internet e i social media. Il critico oggi non scrive solo di retrospettive e nuove uscite ma dà anche una linea editoriale in un festival. È un mediatore culturale che mette in relazione il lavoro degli artisti con il pubblico a cui si rivolge.

Passione Critica di Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pignatesi è l'evento speciale di chiusura della SIC 38
Passione Critica di Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pignatesi è l’evento speciale di chiusura della SIC 38

In questo svolge un ruolo essenziale la SIC come un autentico Festival di Critica che guida il pubblico verso nuove frontiere cinematografiche tutte da scoprire. L’evoluzione tecnologica però ha inciso drammaticamente sulla percezione del ruolo del critico cinematografico. Il rischio è il depotenziamento del valore di analisi e ricerca in favore di opinioni in libertà di semplici appassionati. Ed ecco quindi il nocciolo della questione. Spesso, oggi, si parla del critico cinematografico come di un content-creator, perfino di un intrattenitore nella sovraesposizione dei social media. Il monito di Passione critica è quello di approcciarsi al mestiere di critico in funzione di un ritorno alle origini applicato all’oggi in modo da preservarne l’insita bellezza. Un’opera inestimabile, preziosa, commuovente, di cui sapevamo tutti di averne bisogno. Un manifesto di come dovrebbe essere la critica, sempre, oggi come ieri.

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Qui sotto potete vedere la video-presentazione della line-up della SIC di quest’anno: 

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