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Pacifiction | Albert Serra, Benoît Magimel e un posto in prima fila per la fine del mondo

Un saggio postmoderno sul neocolonialismo e un film dalla bellezza mozzafiato. Che è già un cult

Benoît Magimel è il misterioso De Roller in Pacifiction.

ROMA – Su un’isola di Tahiti, nella Polinesia francese, Shannah (Pahoa Mahagafanau), una scrittrice di successo, torna a casa in cerca di ispirazione trovando lavoro come traduttrice di un ambasciatore. Parallelamente, De Roller, l’Haut-Commissaire rappresentante dello Stato francese e uomo raffinato (Benoît Magimel), ha il compito di monitorare il polso della popolazione locale in stato di subbuglio. Gira voce infatti che la Francia, attraverso un sottomarino fantasma ancorato al largo della costa, voglia riprendere i test nucleari. Da qui inizia il viaggio di Pacifiction – Un mondo sommerso, il nuovo film di un particolarmente ispirato del regista catalano Albert Serra, passato l’anno scorso a Cannes e che arriva ora in sala a tre anni di distanza da Liberté – film mai arrivato in Italia – regalando agli spettatori un’esperienza di cinema davvero sensazionale.

Pacifiction
Modernità e tradizione, presente e passato: una scena di Pacifiction

Prodotto da Anderground Films, Tamtam Film, Rosa Filmes, Arte France Cinéma e Archipel Productions, e distribuito dalla sempre attentissima Movies Inspired, Pacifiction muove le mosse da un’intuizione di non poco conto: «Volevo parlare del mondo contemporaneo ma in un’atmosfera più esotica di finzione, al di fuori del solito contesto urbano e borghese», ha spiegato Serra la genesi del film, che ha anche scritto. «Strano a dirsi ma molte delle contraddizioni del mondo di oggi diventano più evidenti in luoghi come Tahiti. Sono società in cui il nuovo arriva rapidamente e che la modernità contrasta con il vecchio che sopravvive ancora. I valori morali attuali contrastano con quelli già stabiliti». L’idea è quindi racchiudere in un solo – apparentemente – inviolato angolo di paradiso, il conflitto più antico del mondo: quello tra l’incedere della galoppante modernità e l’ancorata e statica tradizione.

Benoît Magimel e Pahoa Mahagafanau in una scena di Pacifiction
Benoît Magimel e Pahoa Mahagafanau

Dicotomia lasciata crescere, da Serra, in un susseguirsi di quadri di colori sognanti dalla costruzione registica elegante e raffinata fatti di chiaroscuri al neon e luci stroboscopiche (non a caso Artur Tort, direttore della fotografia, ha vinto il César) che emergono nel buio della ragione, svelando corruzione d’animo – e di intenti – degli uomini e le donne del paradiso polinesiano. Anime dannate e sperdute dalla caratterizzazioni pittoresche e bizzarre – o per meglio dire lynchiane – in cerca di ispirazione e smarrimento, o più semplicemente di trovare un senso al loro (in)quieto vivere. Del resto, quello di Serra, e Pacifiction in particolare, non è un cinema fatto di rassicurazioni: «A casa, sul piccolo schermo, ti alzi dal divano e poi torni a rivedere la scena che hai perso, il cinema non è cosi: è una cosa fisica che ti avvolge. E può anche essere una tortura…».

«Volevo parlare del mondo contemporaneo ma in un'atmosfera più esotica di finzione, al di fuori del solito contesto urbano e borghese. Strano a dirsi ma molte delle contraddizioni del mondo di oggi diventano più evidenti in luoghi come Tahiti»
«Volevo parlare del mondo contemporaneo ma in un’atmosfera più esotica di finzione»

«Un giorno si andrà al cinema per soffrire, per vedere qualcosa di diverso e che va aldilà della semplice comprensione dei dialoghi e delle storie…». Proprio come nel caso di Pacifiction. Un oggi che è già domani nella sua narrazione kolossal il cui sviluppo fluviale a crescita graduale, aspettato, edificato da Serra in dialoghi incisivi e ritmati, danno forma e sostanza ad un’opera grottesca magnificente di satira sociale. Un film straordinario capace di racchiudere, nei suoi 146 minuti di lunghezza, acute riflessioni a tutto campo su segregazione, paura atomica, oscurantismo e puritanesimo. Non a caso il film era in cima alla Top 10 del 2022 stilata dai critici di Cahiers du Cinéma. Praticamente imperdibile.

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  • VIDEO | Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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