ROMA – Nel XVI secolo, il Giappone era tormentato da conflitti tra governatori rivali. Il daimyō Oda Nobunaga, determinato a guidare il Paese, è in guerra con diversi clan quando uno dei suoi generali, Araki Murashige, si ribella prima di svanire nel nulla. Radunati gli altri vassalli, tra cui Mitsuhide e Hideyoshi, Nobunaga ordina loro di catturare il fuggitivo Murashige, promettendo che chiunque ci fosse riuscito, sarebbe diventato il suo successore. Sebbene non condividendo del tutto le sue posizioni, accettano, trovandosi presto davanti ad un bivio, compreso quello che porta al tempio di Honno-ji dove hanno un appuntamento con il loro destino. Resta da vedere da che parte cadrà la testa. Questa la sinossi di Kubi, il nuovo film scritto, diretto e interpretato da Takeshi Kitano che verrà presentato a Cannes nella sezione Cannes Première.
Prodotto da Kadokawa Pictures – che ne curerà anche le distribuzione nelle sale giapponesi – e tratto dall’omonimo romanzo dello stesso Kitano pubblicato nel 2019, Kubi, il film racconterà del celebre incidente di Honnō-ji, ovvero del suicidio forzato del daimyō Oda Nobunaga (interpretato proprio da Takeshi Kitano) avvenuto il 21 giugno 1582 per mano del suo generale Akechi Mitsuhide (Hidetoshi Nishijima). Un’opera ambiziosa, un jidai-geki moderno di razza, definito da uno degli executive della Kadokawa, Natsuno Takeshi, così: «Questo è un film raro, a metà tra I sette samurai e Kagemusha di Akira Kurosawa, con una qualità tragicomica shakespeariana…».
E quindi, sempre per citare Kurosawa, anche Il trono di sangue e Ran, due delle tantissime gemme del suo opus filmico, per un Kubi che sembra non avere nulla da invidiare a questi formidabili progenitori, anzi, Kitano – trent’anni dopo Sonatine e al primo film da regista in sei anni dopo Outrage Coda – è ben consapevole della portata filmica della sua opera: «Quando pensi ai period drama, ai jidai-geki, tendi a pensarli come drammatici, ma parlano tutti di bellissime storie di successo senza che descrivano le parti difficili e gli sforzi delle persone. Ce l’ho fatta a portare a casa Kubi, ma solo grazie allo staff e al cast. Spero sarà un successo».
Pur non rientrando in concorso, si può già dire che Kubi sarà una delle attrattive principali di Cannes. Come riportato da Kitano durante la conferenza stampa di presentazione in terra nipponica: «Ho sentito un amico a Cannes e mi ha detto che si trattava di un film molto intenso ma che non si adattava alla cornice del concorso. Voleva farlo separatamente, con il titolo di Premiere. Quando ho sentito le sue parole, ho pensato che Kubi avrebbe potuto scuotere il mondo. È un film che racconta di relazioni umane, risentimento, amarezza verso il nuovo arrivato e del mondo, senza però glorificare il periodo degli Stati Combattenti del Giappone». O, in altri termini, un’altra incredibile (e imperdibile) meraviglia del cinema di Kitano, forse la più rilevante dell’ultimo scorcio di carriera…
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Qui sotto potete vedere il trailer del film:
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