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Orwell 2.0 | Il lato oscuro del progresso e l’eredità moderna di George Orwell

Distopia, tecnologia e un futuro previsto: Anna Migotto e Sabrina Bologna riscoprono George Orwell

orwell 2.0

MILANO – Spesso sentiamo dire che le grandi menti del passato rimangono con noi e ci accompagnano anche nel nostro presente, alcune più di altre. È il caso di Eric Arthur Blair, meglio conosciuto come George Orwell. Il suo pensiero e le sue riflessioni sono eternamente moderni e più passa il tempo, più quella sua descrizione del futuro sembra avverarsi in ogni minimo particolare. La sua storia, la sua vita e, soprattutto, la sua eredità sono raccolte adesso nel docu-film Orwell 2.0 – Il lato oscuro del progresso (lo trovate su CHILI), scritto e diretto da Anna Migotto con Sabrina Bologna. Elena Russo Arman interpreta la prima moglie Eileen O’Shaughnessy, a fianco della testimonianza del figlio adottivo Richard Horatio Blair.

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Richard Horatio Blair, il figlio adottivo di George Orwell

Si parte dai due grandi titoli che hanno consacrato Orwell come uno tra i massimi scrittori politici del Novecento e il re della distopia: La fattoria degli animali e, ovviamente, 1984. Orwell lo aveva scritto con lo scopo di mettere in guardia i suoi lettori occidentali dai pericoli dei governi totalitari. Dopo aver assistito in prima persona agli orrori che questi avevano compiuto in Spagna e in Russia per sostenere e aumentare il loro potere, George Orwell progettò 1984 per suonare l’allarme nelle nazioni occidentali, ancora incerte su come affrontare l’ascesa del comunismo. Così, ritiratosi sull’isola di Jura nelle Ebridi dopo aver perso la moglie ed essersi ammalato di tubercolosi, diede alla luce quelle pagine i cui echi risuonano ancora oggi.

George Orwell in una foto d’epoca

Ma è abbastanza? Orwell 2.0 si spinge oltre e, con il commento di sociologi, politologi, scrittori, filosofi ed esperti di privacy e cyber sicurezza, tenta di individuare quelli che oggi sono i suoi eredi intellettuali. Parlano così Antonio Scurati, Tommaso Pincio, Filippo La Porta, Bernardo Valli, Michael Attenborough, David John Taylor, Carola Frediani, Walter Quattrociocchi e Danilo Benedetti, ma anche i suoi traduttori italiani, Stefano Manferlotti e Nicola Gardini. E lo sappiamo, il termine orwelliano viene usato anche troppo gratuitamente per descrivere qualsiasi cosa abbia a che fare con il progresso tecnologico, e le vendite dei suoi libri balzano alle stelle ogni qual volta si verifica un evento simile al suo paradigma. Un esempio? Dopo il Datagate di Edward Snowden nel 2013 le vendite negli Stati Uniti sono aumentate del 7.000 per cento in meno di 48 ore…

Antonio Scurati parla di George Orwell in Orwell 2.0

Ma forse non abbiamo ascoltato abbastanza: George Orwell ci ha avvertiti e – a modo suo – ci ha dato delle risposte, e noi lo abbiamo trasformato in un reality show. Oggi le corporazioni di Internet, i social media e i miliardari dell’high tech, ma anche la pandemia e il lockdown, lo hanno riportato al centro dell’attenzione. E mai come oggi ci rendiamo conto che Orwell ci aveva azzeccato in pieno. A più di settant’anni dalla sua scomparsa, è bene riscoprirlo sotto un’altra luce, e Orwell 2.0 lo fa egregiamente, ricollegandolo alla nostra quotidianità come mai era stato fatto prima d’ora. Un documentario da scoprire per capire un po’ meglio a che punto siamo e, soprattutto, dove ci stiamo dirigendo.

  • Volete vedere Orwell 2.0? Lo trovate su CHILI
  • Black Mirror 5 | Tra Miley Cyrus, George Orwell e quel futuro già arrivato
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Qui potete vedere il trailer di Orwell 2.0:

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