ROMA – Chi Segna Vince racconta la storia della nazionale di calcio delle Samoa Americane, tristemente nota a causa della brutale sconfitta 31 a 0 subita l’11 aprile 2001 in un match valevole per la qualificazione alla Coppa del Mondo FIFA 2002 di Corea del Sud-Giappone contro l’Australia, che vide protagonista in negativo il portiere samoamericano Nicky Salapu, etichettato dalla stampa dell’epoca come: «Il portiere più solo al mondo». Un match da almanacco quell’Australia-Samoa Americane capace di portare a segno ben due record tutt’ora imbattuti in un match ufficiale: vittoria più larga in campo internazionale e maggior numero di gol segnati da un singolo giocatore in campo internazionale (Archie Thompson, con 13 gol).
Dieci anni dopo, nel pieno delle qualificazioni della Coppa del Mondo FIFA di Brasile 2014, la FFAS – Football Federation American Samoa decide d’ingaggiare l’allenatore sfortunato e anticonformista Thomas Rongen come commissario tecnico sperando che possa riuscire a cambiare le sorti della peggiore squadra di calcio del mondo. L’obiettivo? Segnare almeno un gol. Accadrà di meglio. Parte da qui Chi Segna Vince, il nuovo film di Taika Waititi con protagonisti Michael Fassbender, Oscar Kightley, David Fane, Will Arnett, Elizabeth Moss, Rhys Darby e la rivelazione Kaimana all’esordio assoluto, ora al cinema con The Walt Disney Company Italia. Un progetto a lungo rincorso da Waititi.
Dopo essere venuto a conoscenza dell’omonimo documentario del 2014 diretto da Mike Brett e Steve Jamison (Next Goal Wins, in v.o.) ne rimase estasiato. Non gli ci volle molto per capire che avrebbe voluto farlo suo e raccontarlo in formato filmico: «Sei sempre alla ricerca di ispirazione, ma con questa storia era già tutto lì. Mi è sembrato da subito qualcosa di molto speciale». Nove anni, un Selvaggi in fuga, due Thor (Ragnarok e Love & Thunder) e un Jojo Rabbit (con tanto di Oscar) dopo ecco infine Chi Segna Vince sugli outsider per eccellenza del calcio internazionale in un viaggio fatto di perdita, redenzione e gloria i cui sogni divennero finalmente realtà, ma con un’avvertenza.
A detta di Waititi: «Quando stai realizzando un film che è un adattamento di un documentario, devi concederti la libertà di cambiare un po’ le cose. È un’opportunità per approfondire i personaggi e comprenderli a livello umano, rendendoli facilmente identificabili con il pubblico aprendoli». Da qui la scelta di impostare il racconto di Chi Segna Vince in modo da porre in contrasto e relazione i valori fondamentali della vita pacifica delle Samoa Americane – e quindi l’altruismo, la Fede, la famiglia e l’accettazione di cui si fanno portatori Tavita, Ace, Jaiyah e tutto il popolo dell’isola – con i valori (e i sentimenti) della civiltà in capo a Rongen nel momento in cui mette piede nell’isola ovvero diffidenza, xenofobia, omofobia e (tanta) rabbia.
Volendovi cercare una reference, potremmo definire il Thomas Rongen portato in scena da un Fassbender intenso, fragile e di grande verve comica al bisogno (e fisicamente asciuttissimo per via di The Killer) una sorta di anti-Ted Lasso nella sua componente caratteriale spigolosa frutto di un lutto inelaborabile, di un matrimonio in pezzi e di una carriera che lo ha rivelato al mondo come incapace di reggere la pressione. Proprio come Ted, ma mentre l’agente scenico di Jason Sudeikis ha scelto l’agire gentile nell’approcciarsi al mondo sportivo straordinario dell’AFC Richmond, per Rongen c’è solo risentimento e incapacità ad adattarsi e ambientarsi nei suoi primi passi nelle Samoa Americane.
Poi però – e qui siamo nel cuore pulsante di Chi Segna Vince – arriva l’accettazione e l’adesione allo stile di vita pacifico delle Samoa Americane, in un abbraccio collettivo che rivela tutta l’essenza di Rongen uomo rotto, praticamente a pezzi, eppure disposto a tutto per ricucirsi e portare la gioia di un gol alla Nazione. Un’evoluzione sottolineata dalla dinamica relazionale con Jaiyah Saelua – una faʻafafine, la prima atleta transgender e apertamente non-binaria ad aver preso parte ad un incontro ufficiale di qualificazione alla Coppa del Mondo – da avversione ad amicizia sincera, pura, fino alla nomina di capitano nell’incontro Tonga-Samoa Americane. Infine proprio Salapu in un coming-back cinematografico dei più mitici, in cerca di riscatto sportivo oltre che personale.
Nel mezzo il calcio e la lezione romantica di uno sport capace di trascendere disuguaglianze sociali e culturali come solo il baseball, per assurgere a lezione universale sulla resilienza dello spirito umano. Un rito collettivo – in campo e sugli spalti – con protagonisti undici uomini da ambo le parti del campo, tutti in calzoncini (ma solo pochi con i piedi buoni e la testa giusta). Una lezione che Waititi coglie appieno avvolgendola intorno a una dramedy purissima fatta di comicità figurativa, buoni sentimenti, citazioni (Karate Kid e Ogni Maledetta Domenica su tutti nda) e quel pizzico di nonsense che non guasta mai. Chi Segna Vince, un feel-good-movie che non si può non amare!
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