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Nightmare Before Christmas | Tim Burton, Henry Selick e i trent’anni di un incubo di Natale

La stop-motion, Jack Skeletron, Sally, Halloween Town. Rileggere oggi un classico moderno

Nightmare Before Christmas
Nightmare Before Christmas

VENEZIA – La settima arte può creare mondi completamente nuovi, fantastici e visionari. Più spesso però, i registi puntano sul realismo, su universi che possiamo riconoscere e in cui possiamo riconoscerci. Uno dei tratti distintivi di Nightmare Before Christmas è che non c’è un solo paesaggio riconoscibile al suo interno e ciò lo rende destabilizzante, strano, ma al contempo estremamente affascinante. Anche Babbo Natale sarebbe difficile da riconoscere senza la sua divisa biancorossa. Ma come è stato prodotta la pellicola? Diretta da Henry Selick, ideata e co-prodotta da Tim Burton, venne realizzata con una tecnica d’animazione chiamata stop-motion, una procedura molto dispendiosa che richiedeva un enorme quantità di tempo e attenzione. La stop-motion venne usata per animare le marionette e i modellini interni al set costruito con grande cura dagli animatori.

Nightmare Before Christmas
Tim Burton e i suoi personaggi

Invece i pupazzi usati in Nightmare Before Christmas (lo trovate su Disney+) avevano un struttura interna che li manteneva fermi e che permise di poterli muovere e di far loro mantenere varie posizioni che venivano catturate, fotogramma per fotogramma, e poi unite nel montaggio per dare vita ad una sequenza di immagini. Selick utilizzò questa tecnica alla perfezione riuscendo a creare movimenti veloci e fluidi che non sfigurano vicino alla canonica animazione 2D. Le scenografie, realizzate anch’esse mediante modellini, resero alla perfezione sia l’atmosfera cupa e funerea tipica della notte più spaventosa dell’anno, che quella invece più allegra e colorata del periodo natalizio, grazie anche a una strepitosa fotografia di Pete Kozachik che cattura l’essenza della pellicola.

Nightmare Before Christmas
Un classico di Natale? Sì

Nightmare Before Christmas è un film vivo e stimolante, arricchito dalle atmosfere tetre e grottesche, marchio di fabbrica del suo ideatore, e accompagnato dalle coinvolgenti musiche di Danny Elfman, il quale ha collaborato con Tim Burton in svariate produzioni. Nella pellicola ogni festività ha la sua città di riferimento: Halloweentown, ad esempio, è responsabile di tutti i preparativi per Halloween, e il suo primo cittadino è uno scheletro ossuto di nome Jack Skeletron, le cui mosse e il cui guardaroba sembrano influenzati da un giovane Fred Astaire. Un giorno Jack si imbatte nell’ingresso sbagliato di Halloweentown e, dopo essersi perso nel bosco, si ritrova nel bel mezzo dei preparativi del Natale. In quel momento si rende conto che al posto di fantasmi, goblin e zucche, nel mondo ci sono anche allegri piccoli aiutanti che assistono Babbo Natale nel suo dovere annuale di portare pace sulla terra e buona volontà agli uomini.

Nightmare Before Christmas
Jack e Zero

Tornato a Halloweentown, Mr. Skellington sente un desiderio ardente di migliorare se stesso. Decide così di dedicarsi al Natale sostituendo Santa Claus che farà rapire. Accortosi dell’errore rimedierà facendo riportare il Natale dal suo vero autore. Tim Burton ha riprodotto l’universo di Nightmare Before Christmas dopo un lavoro lungo dieci anni, da quando la sua mente ha iniziato a vagare mentre era impiegato come giovane animatore in un progetto Disney. La storia è incentrata su un prototipo di personaggio molto caro a Burton, un uomo in preda alla malinconia e ai dubbi, desideroso di essere accettato anche oltre i confini di un mondo a cui non sente più di appartenere. Jack, a leggere bene, è il fratello ideale di Batman, di Edward e del demone in Beetlejuice – uomini per il quale le normali emozioni umane sono un totale enigma.

Nightmare Before Christmas
Una scena del film

Ma perché non viene quasi mai citato Henry Selick alla regia? Nightmare Before Christmas è un film di Tim Burton, nel senso che non ne è solo l’ideatore, ma anche il coreografo e il supervisore. Il segreto del successo di quest’opera animata è l’aver creato un mondo completamente nuovo come quelli che abbiamo visto per la prima volta in film come Metropolis, Il gabinetto del dottor Caligari o Star Wars. Ciò che accomuna tutti questi titoli è una ricchezza visiva così abbondante da meritare più di una visione. Da una parte la storia, dall’altra l’estetica. Tornare indietro (riavvolgere, quando lo vedevamo in VHS) solo per guardare negli angoli dello schermo e apprezza le piccole sorprese visive e le ispirazioni che sono nascoste in ogni dettaglio. Una messa in scena libera dalla gravità e dalla realtà, che ha un’energia propria, rendendo il film – oggi come ieri, trent’anni dopo – un cult senza tempo e fuori dal tempo.

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