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HOT VIDEO: Tonight, Tonight e il viaggio sulla Luna degli Smashing Pumpkins

George Méliès, le stelle, Titanic e il canto delle sirene: un pezzo di storia (degli anni ’90) del videoclip

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«Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna?». L’incipit del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia di Giacomo Leopardi si rivolge direttamente al misterioso satellite della Terra che illumina le nostre notti da lontano. Distante, enigmatica, elegante, la Luna – da sempre – ispira artisti di ogni campo e influenza discretamente le nostre vite, tra tradizioni popolari e realtà scientifiche. Solo un paio di notti fa, tutto il mondo se n’è stato con il naso all’insù ad ammirare l’eclissi totale di Luna più lunga del XXI secolo. Uno spettacolo astronomico condiviso in ogni angolo del globo e vissuto come un evento eccitante e romantico, a dimostrazione del fatto che quel corpo celeste perfettamente rotondo e pallido non smette di destare ammirazione e curiosità.

Lo stesso cinema ha contribuito, fin dalla sua nascita, ad alimentarne la popolarità. Come? Grazie al genio fantasioso e avanguardista di uno dei suoi padri fondatori: George Méliès. E se i fratelli Lumière rappresentano il Sole, allora il regista e illusionista francese è la Luna del Cinema. Sperimentatore, ironico e visionario, nel 1902 Méliès realizza Viaggio nella Luna. Film muto e capolavoro – termine abusato ma, in questo caso, calzante – della settima arte ispirato alle opere di Jules Verne e H.G. Wells la cui sequenza più celebre è il lancio di una navicella a forma di proiettile diretta verso il satellite che si conficca nel suo occhio. Un’immagine virale ancor prima dell’avvento dei social, tanto famosa da aver influenzato l’immaginario culturale pop tra cinema, arte, tv e musica.

Un esempio? Il videoclip di Tonight, Tonight degli Smashing Pumpkins – tra i più belli di sempre e vincitore di 5 MTV Video Music Awards – prende spunto e omaggia proprio la pellicola muta di Méliès. E pensare che quel video, realizzato nel 1996 per il singolo tratto dal doppio album Mellon Collie and the Infinite Sadness, è nato come un ripiego. La prima idea dei registi Jonathan Dayton e Valerie Faris (Little Miss Sunshine, Ruby Sparks e La battaglia dei sessi) era infatti basata sui lavori del cineasta e coreografo Busby Berkeley. Il progetto venne accantonato quando scoprirono che anche i Red Hot Chili Peppers avevano scelto per il video di Aeroplane lo stesso stile. Così, ispirati anche dalla copertina del terzo disco della band di Chicago, i due decisero di ricreare un’atmosfera che richiamasse all’epoca dei film muti.

Protagonista una coppia dell’inizio del ‘900, interpretata da Tom Kenny e Jill Talley, in procinto di salire su uno zepplelin per raggiungere la Luna dalle sembianze simili a quelle immaginate da Méliés. Approdati planando dolcemente con l’aiuto di un’ombrello sul corpo celeste, i due vengono presi in ostaggio da un gruppo di alieni dai quali riesco a liberarsi per fuggire su un razzo simile ad un proiettile – altro riferimento a Viaggio nella Luna – che finirà la sua corsa in mare. Nelle profondità degli abissi, la coppia verrà aiutata da Poseidone in persona che metterà su per loro uno spettacolo con protagonisti un polpo gigante e delle sirene. Tornati a galla trasportati da una bolla, i due verranno tratti in salvo da un’imbarcazione chiamata S.S. Méliés, ultimo omaggio al grande regista francese.

Realizzato in tre giorni, i video richiama al cinema surreale e anticipatore di George Méliès grazie anche all’uso di effetti speciali artigianali e al lavoro dell’art director Wayne White. Billy Corgan e soci, anche loro in abiti di fine ‘800, sono trasportati da delle nuvole mentre eseguono il brano parallelamente all’evolversi della storia. C’è una piccola curiosità che accompagna proprio la scelta dei costumi. Nello stesso periodo in cui Dayton e Faris erano al lavoro sul video, James Cameron era impegnato sul set di Titanic.

Visto il considerevole numero di comparse, il regista aveva affittato quasi tutti i costumi relativi a quel periodo storico presenti a Los Angeles, così la coppia di registi dovette accontentarsi e arrangiarsi con i pochi capi rimasti a disposizione. Il risultato è un pezzo di storia del videoclip. E al resto ci pensa quell’arpeggio orchestrale in cui la melodia dei violini incontra il basso vibrante di D’Arcy Wretzky. «The impossible is possible tonight».

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