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Haifaa al-Mansour: «Io, The Perfect Candidate e l’importanza della resistenza»

La prima regista donna dell’Arabia Saudita arriva al Lido per presentare il suo nuovo film

VENEZIA – Si commuove fino alle lacrime Haifaa al-Mansour mentre risponde alle domande dei giornalisti. La prima regista donna dell’Arabia Saudita porta in Concorso al Lido The Perfect Candidate, dramma incentrato su una giovane dottoressa decisa a candidarsi alle elezioni del consiglio comunale del suo paese. «Dobbiamo coltivare il senso di sorellanza in tutto il mondo per dare maggiore responsabilità e potere alle generazioni più giovani», sottolinea la regista, «Vorrei che mia figlia potesse vivere una realtà come questa nel futuro». E se sono immancabili le polemiche riguardo la presenza di soli due film in competizione ufficiale diretti da registe donne – l’altro è Teatro Lyceum di Ye Lou -, al-Mansour ha le idee molto chiare. «Il Festival? È solo il sintomo di un problema più grande».

L’ARABIA SAUDITA «Penso che in Arabia Saudita, ma in generale nel mondo, le persone desiderino vedere i film. Il cinema è uno strumento per il cambiamento. Anche per le donne c’è una forte spinta in questo momento. Sono ancora poche quelle che possono guidare e vorrei potessero partecipare di più alla vita politica e trovare un posto in una società ancora molto conservatrice. Sarà difficile perché anche le famiglie le osteggiano. Ma nonostante questo c’è un grande cambiamento in atto».

Haifaa al-Mansour

LA RESISTENZA «In tutto il mondo noi donne dobbiamo affrontare una resistenza simile. Ho lavorato sia in Arabia Saudita che in Occidente ed in entrambi i casi ho sempre dovuto impormi per far ascoltare la mia voce, anche sul mio stesso set. Dobbiamo mettere in conto di essere più autoritarie, di lottare e trovare il proprio centro come leader. A differenza degli uomini, noi siamo immerse nello scetticismo. Ci sarà sempre della resistenza ma l’importante è avere un messaggio da veicolare, creare un’unione che vada oltre la provenienza geografica e credere nel nostro successo».

Un momento della conferenza stampa

IL SET «È stato bellissimo poter tornare in Arabia Saudita. Molti abitanti di piccoli paesi si avvicinavano per ringraziarci. Tutto questo non sarebbe successo qualche anno fa. È stato difficile mettere insieme la troupe e far funzionare la produzione ma ce l’abbiamo fatta». È stata una lotta ma siamo riusciti a creare un’industria che prima non esisteva».

Mila Alzahrani

IL POTERE DEL CINEMA «Abbiamo bisogno di pace in Medio Oriente e personalmente penso che il cinema e l’arte siano uno strumento importante. Frantumano tutti gli stereotipi e ci rendono più intimi nel nostro modo di mostrarci all’altro. Dovremmo vedere film di nazionalità differenti per comprendere le nostre rispettive origini e capire che non siamp poi così diversi».

La conferenza stampa di The Perfect Candidate di Venezia 76

LA POLEMICA «I festival dovrebbero supportare le registe, certo. Ma il ciclo comincia dal finanziamento. Il festival è solo un sintomo e forse dovrebbero essere loro ad esercitare pressione sulle case di produzione. Ci sono sceneggiature fantastiche in giro ma spesso vengono realizzate da registi uomini perché hanno più esperienza. Negli ultimi anni ci sono sempre più film diretti da donne sulle donne che stanno avendo successo. Qualcosa sta cambiando ma c’è ancora molto lavoro da fare. Per partecipare a festival come Venezia e Cannes bisogna avere un film appoggiato fin dall’inizio. Dobbiamo coltivare le voci delle donne».

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