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Giornate degli Autori | Da Padre Pio di Abel Ferrara a Tessa Thompson: cosa vedremo?

La 19° edizione presieduta da Céline Sciamma si preannuncia ricca di titoli imperdibili

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Tessa Thompson in The Listener di Steve Buscemi, Fuori Concorso alle Giornate degli Autori

ROMA – Sarà la regista e sceneggiatrice Céline Sciamma a presiedere quest’anno la giuria delle Giornate degli Autori che si terranno nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, dal 31 al 10 settembre. «Scegliere Céline Sciamma come presidente di giuria», dichiara la direttrice artistica Gaia Furrer, «Non significa solo avere alle Giornate degli Autori una delle voci più intriganti della cinematografia contemporanea ma anche, e soprattutto, abbracciare la sua visione della realtà. Da sempre interessata alle questioni dell’identità, Céline Sciamma ha sovvertito con il suo cinema l’ordine prestabilito, ha rovesciato le strutture fondamentali della nostra società ed è stata capace di creare nuove immagini e nuove memorie. Sono certa che confrontarsi con un’artista di tale portata sarà per i giovani giurati delle Giornate degli Autori un’avventura entusiasmante».

Giornate degli Autori
Un’immagine di Blue Jean in gara alle Giornate degli Autori

Tra i film in gara, in Blue Jean la regista britannica Georgia Oakley ci immerge nell’Inghilterra thatcheriana della fine degli anni ’80 per parlaci di omofobia; in El Akira. La dernière reine Adila Bendimerad e Damien Ounouri ci fanno fare un balzo indietro nel XVI secolo narrando le gesta epiche, tra testimonianze e leggende, dell’ultima regina di Algeri. E sempre al passato con la lente dell’oggi, guardano i due film italiani in concorso. Di produzione, storia e ambientazione italiana, è il nuovo film di Abel Ferrara che con il suo mistico e febbrile Padre Pio, interpretato da uno straordinario Shia LaBeouf, rivisita un episodio tragico della storia italiana del secolo scorso, l’eccidio di San Giovanni Rotondo dell’ottobre del 1920. Mentre Salvatore Mereu torna alla Mostra del Cinema a distanza di due anni e ci offre con Bentu una dolente e allo stesso tempo luminosa storia di grano e vento ambientata nella Sardegna degli anni Cinquanta, una storia che è metafora, quanto mai attuale, della sfida che l’uomo ingaggia con la natura.

Una scena di House Comes with a bird di Janizca Bravo

Vicende tutte al presente, dove il presente è oppressivo e contraddittorio e allo stesso tempo contiene tracce di speranza, sono quelle raccontate in Dirty, Difficult, Dangerous di Wissam Charaf e in Les damnés ne pleurent pas di Fyzal Boulifa. Nel primo, due giovani amanti, un profugo siriano e una badante eritrea, rincorrono la leggerezza della passione sullo sfondo di un Libano al collasso; nel secondo una madre e un figlio attraversano, uniti e distanti allo stesso tempo, un Marocco lacerato dalle disparità economiche e sociali. Ritratto di una Cina più che mai contemporanea è quello che ci offre Stonewalling, ultimo capitolo di una trilogia femminista che la regista cinese Ji Huang (qui in co-regia con il marito, il direttore della fotografia giapponese Ryuji Otsuka) sviluppa dal 2014 quando vinse il primo premio al Festival di Rotterdam con il suo film d’esordio.

Una scena di The Maiden

Dal passato al presente arriviamo al futuro e a quella promessa di futuro che è l’adolescenza. Sono adolescenti infatti i protagonisti di The Maiden, esordio del canadese Graham Foy che ci offre un racconto lirico, sospeso tra realtà e immaginazione, sul fragile e traumatico passaggio all’età adulta. Al suo primo film di finzione, Lobo e Cão, la documentarista portoghese Cláudia Varejão si è immersa nella giovane comunità queer dell’isola di Sao Miguel, nel remoto arcipelago delle Azzorre, per dipingere un ritratto poetico di giovani solitudini che cercano di rompere l’ordine morale per incontrarsi e imparare a vivere meglio in un mondo ostile nei loro confronti. È da una autrice a metà tra il cinema e l’arte, la ceca Cristina Groșan che, con proviene un monito su un mondo che sta misteriosamente crollando e al contempo la spinta per non cedere alla vertigine dell’apocalisse e per reagire stringendo patti col prossimo: lo racconta in Ordinary Failures, film in cui tre donne si ribellano ai “fallimenti ordinari”.

Tessa Thompson in The Listener, Fuori Concorso alle Giornate degli Autori

I dieci film in concorso trovano in The Listener di Steve Buscemi una chiusura ideale. L’attrice statunitense Tessa Thompson, volontaria notturna per una linea telefonica di supporto psicologico, sembra quasi ascoltare tutti i personaggi dei nostri film dando loro, con la sua voce, una promessa di guarigione. Tra gli Eventi speciali riscopriamo certe affinità dei titoli in concorso. A partire dal documentario iraniano Alone di Jafar Najafi, in cui il ragazzino protagonista che non vuole che le sorelle-bambine si sposino, cerca di sovvertire una regola e così il mondo. In Siamo qui per provare, Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri inseguono un’altra coppia, i registi teatrali Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, a loro volta sulle tracce di uno spettacolo che tarda a prendere forma o che, forse, proprio in quel suo non esplicitarsi trova una forma, un modo peculiare di essere, come se fosse la vita in divenire con le sue imprevedibili traiettorie.

Giornate degli Autori
Una scena di Spaccaossa, presentato alle Notti veneziane delle Giornate degli Autori

Tra i film delle Notti Veneziane, realizzate in accordo con Isola Edipo: Las Leonas di Isabel Achával e Chiara Bondì; Le Favolose di Roberta Torre; Spaccaossa di Vincenzo Pirrotta con Selene Caramazza, Ninni Bruschetta, Luigi Lo Cascio; Se fate i bravi di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone. Tra gli ospiti delle Giornate degli Autori anche: Daniele Ciprì, Filippo Timi, Artavazd Pelešjan, Bob Odenkirk, Edgar Reitz e molti altri. Tra gli eventi speciali Marcia su Roma di Mark Cousins.

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