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Noah Baumbach, Adam Driver e quel romanzo di Don DeLillo. Ma cos’è White Noise?

Il film d’apertura di Venezia 79? Ispirato a Rumore bianco, pubblicato dallo scrittore nel 1985

White Noise
Adam Driver in una scena di White Noise di Noah Baumbach.
Freshly Popped

ROMA – La paura della morte. I detriti della cultura americana. Una nube letale. E poi trasmissioni radio, sirene, microonde, la voce incessante della televisione. Pubblicato nel 1985, Rumore bianco di Don DeLillo ritorna ora di improvvisa attualità grazie a White Noise, film adattato e diretto da Noah Baumbach che aprirà la prossima Mostra di Venezia. Adam Driver sarà così Jack Gladney, professore di studi hitleriani (!) presso un campus americano. La sua vita rassicurante a fianco della sua famiglia verrà improvvisamente inghiottita da una nube letale. La paura della morte che accomunerà Jack e la quarta moglie Babette (Greta Gerwig) diverrà un raggio di luce nera in grado di perforare il muro del rumore bianco.

La copertina di Rumore Bianco di Don DeLillo.

Oltre a Driver e Greta Gerwig, nel cast ci saranno anche Don Cheadle, Raffey Cassidy e Alessandro Nivola in un progetto che attualizza le pagine di DeLillo ed è evidentemente associato al post-pandemia e al COVID: «È davvero meraviglioso tornare a Venezia», ha spiegato Baumbach «ed è un onore portare White Noise proprio come film di apertura. Venezia è un posto che ama molto il cinema, ed è un’emozione e un privilegio unirsi agli incredibili cineasti che hanno presentato qui i loro film». White Noise sarà presentato il 31 agosto al Lido e poi distribuito da Netflix in seguito, esattamente come accadde tre anni fa con Storia di un matrimonio, film precedente di Baumbach che poi ottenne sei nomination e valse l’Oscar a Laura Dern.

Greta Gerwig con Adam Driver in una foto rubata sul set di White Noise.

«È un onore aprire la 79. Mostra di Venezia con White Noise», ha spiegato il Direttore Alberto Barbera, «Valeva la pena aspettare per avere la certezza che il film fosse finito in tempo. Adattata dal grande romanzo di Don DeLillo, Baumbach ha realizzato un’opera originale, ambiziosa e avvincente, che gioca con misura su più registri: drammatico, ironico, satirico. Il risultato è un film che esamina le nostre ossessioni, i dubbi e le paure radicate negli anni Ottanta, ma con riferimenti molto chiari alla realtà contemporanea…». La curiosità è tanta.

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