ROMA – L’esordio alla regia con i suoi corti, le ispirazioni, la svolta di Basette e Tiger Boy, il successo con Lo chiamavano Jeeg Robot, la definitiva consacrazione con l’ambizioso Freaks Out, e la scelta, negli ultimi anni, di dedicare tempo alla produzione tra Denti da Squalo ed Elf Me. Gabriele Mainetti racconta a Dario Cangemi della propria poetica in sviluppo, dell’amore per la Settima Arte, ma anche dell’icona Claudio Caligari, di tecniche fotografiche, dell’importanza della storia del cinema e dei nuovi mezzi per i giovani registi, e molto altro ancora…
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