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I giorni al tempo del Coronavirus | 5 attori raccontano com’è cambiata la loro vita

Sale chiuse, teatri deserti, emergenze : 5 attori raccontano come stanno vivendo questi strani giorni

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Massimiliano Gallo, Paola Minaccioni, Neri Marcorè, Elena Sofia Ricci e Vinicio Marchioni.

ROMA – Trasformare la crisi in un’opportunità. Valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale. Imparare a rispettare tutti. L’emergenza Coronavirus ci propone molte sfide e sta cambiando tutte le nostre abitudini. Ne abbiamo parlato con chi, lavorando nello spettacolo, sta pagando un prezzo molto alto per questa crisi, cinque attori: Elena Sofia Ricci, Vinicio Marchioni, Paola Minaccioni, Massimiliano Gallo e Neri Marcorè. Ma attenzione: nessun appello, solo la reale condivisione di una situazione complessa, soprattutto dopo l’estensione della zona rossa a tutta l’Italia. Perché è la vita di tutti ad essere stravolta. Potete ascoltare le interviste anche nel nostro podcast su Spreaker.

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VINICIO MARCHIONI – «Come vivo questo momento? Ho alti e bassi come tutti, poi mi dico che bisogna cercare di fare quello che ci dicono. Rimanere dentro casa, per chi può farlo naturalmente, è un atto di civiltà nei confronti di chi sta lavorando. Cerco di trovare più modi possibili per stare con i figli e fare quelle cose che non si riescono a fare in un periodo “normale”. Sono abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno ed è vero, negli ultimi anni abbiamo fatto una corsa forsennata, in quale direzione poi? Si lavorava di sabato, di domenica, con messaggi WhatsApp a qualunque ora del giorno e della notte, come se avessimo tutti qualcosa di fondamentale da fare per il resto della nostra vita. Questo periodo può essere un’occasione per riscoprire un po’ di lentezza e le cose fondamentali. Faccio buon viso a cattivo gioco, con un pensiero a tutte le persone che per lavoro non possono restare a casa. Ma ai più giovani, a quelli che a scuola non vanno, lo dico col cuore in mano: rimanete a casa».

 

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ELENA SOFIA RICCI – «La cosa più difficile per me è il rapporto con le figlie. Ne ho una in Sud America, dove al momento la situazione è più calma che qui. Quindi da un lato sono tranquilla, ma dall’altra mi chiedo cosa potrebbe succedere se anche lì esplodesse la stessa situazione. E sono preoccupata anche per la quindicenne che, dopo essere stata in punizione per un sacco di giorni e aver fatto la quarantena prima, ora sta impazzendo. Sicuramente possiamo cogliere questo momento di crisi e trasformarlo in un’opportunità per rivedere alcuni valori, il modo di vivere e di relazionarsi. Usiamo i social per mandare messaggi diversi, improntati più sulla sostanza e sulla verità delle cose, che non sulla bellezza esteriore. Penso a quello che ha fatto in maniera straordinaria Paolo Sorrentino su Instagram che ha invitato i suoi follower a suggerire film da vedere e libri da leggere. Ne è venuto fuori un dialogo bellissimo sulla sua pagina. Fermiamoci, leggiamo, vediamo bei film, ascoltiamo bella musica..».

 

MASSIMILIANO GALLO – «Facciamo finta di niente, ma la verità è che il nostro lavoro è uno dei meno tutelati. Poco fa è arrivata la mail che comunica lo stop alle riprese de I Bastardi di Pizzofalcone. Tutti siamo più fragili, più vulnerabili. Questa società civile si scopre meno educata per un istinto di sopravvivenza. Le immagini dei treni presi d’assalto prima della chiusura delle stazioni, mi ha fatto riflettere sullo sguardo di queste persone, tra paura e senso di smarrimento. Mi auguro che non siano le stesse persone che poi inveiscono contro i barconi degli immigrati. L’essere umano è capace di grandi brutture e grandi gesti d’amore, spero che da questo possa uscire un Paese più forte e capace di riflettere. Noi italiani siamo poco propensi all’ordine e al fare qualcosa per il bene comune, ma possiamo essere un popolo straordinario. Lavorando diversamente, però. Ecco, credo che questo rimanere da soli ci farà crescere un po’».

 

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NERI MARCORÈ – «Come milioni di persone ho cambiato il mio comportamento dopo il Coronavirus, non annullando la vita sociale, ma adottando i comportamenti a cui veniamo richiamati. Ho cancellato molti lavori che avevo, come tantissimi altri lavoratori dello spettacolo, non solo attori, ma anche tecnici e operatori che sono in condizioni peggiori della mia categoria. Mi sono occupato di cose casalinghe, come mettere a posto lo studio, le scartoffie o sistemare l’archivio delle foto digitali. Certo che a lungo andare sarebbe complicato pensare di procedere così. Spero nel lavoro dei ricercatori e spero che come sia venuto, questo virus possa per miracolo sparire, evoco una temperatura più alta, ad esempio. Ero tra gli ottimisti, ma giorno dopo giorno mi rendo conto quanto sia importante seguire il comportamento a cui veniamo invitati noi cittadini. Anche se molti di noi potrebbero già essersi ammalati e averlo superato, questa vaghezza ci impone di comportarci in maniera rispettosa per la comunità nella quale viviamo».

 

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PAOLA MINACCIONI – «Sto entrando passo passo nello stato di consapevolezza, ogni giorno rinuncio più volentieri a fare una cosa o a pensare di muovermi da casa. Mi sono responsabilizzata. Non avevo capito all’inizio cosa significasse questa epidemia, invece adesso piano piano mi sono adeguata e sono contenta di farlo. Mi sento di lottare dal divano di casa mia, stando ferma a leggere e a studiare. Facciamo tesoro di questa esperienza, stiamo vivendo la realtà: non esistono barriere, viviamo tutti nello stesso pianeta, nulla è dovuto, siamo per miracolo in un equilibrio perfetto che ci ha concesso la natura. E quindi? Quindi dovremmo fare una profonda riflessione sui nostri ritmi e sul senso della nostra vita. Noi operatori dello spettacolo stiamo subendo un danno enorme. Sono problemi che sarà difficile affrontare, ma speriamo si possa fare prima possibile. A volte siamo dei privilegiati, è vero, ma il più delle volte siamo dei liberi professionisti sempre a rischio e poco considerati».

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