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Cetto C’è, Senzadubbiamente | Antonio Albanese e la politica della risata

L’universo sbruffone di La Qualunque, in una nuova avventura ancora diretta da Giulio Manfredonia

Cetto nella nostra veste grafica

ROMA – Non è facile mantenere una propria identità, quando passa troppo tempo. E non è facile restare fedeli ad un personaggio, protagonista, a tutti gli effetti, di un universo cinematografico italiano che fa dell’eccesso il suo leitmotiv, a metà tra la commedia e la satira. Così, a quasi sette anni da Tutto Tutto, Niente Niente, preceduto da Qualunquemente (ben 22 milioni di euro complessivi), Antonio Albanese riporta sul grande schermo il suo Cetto La Qualunque, quell’imprenditore, politicante e arraffone calabrese che fa della corruzione e dell’arroganza arruffona i suoi unici ideali.

Monarca Cetto

Ancora diretto da Giulio Manfredonia, con il soggetto scritto dallo stesso Albanese insieme a Piero Guerra, Cetto C’è, Senzadubbiamente, ci fa quindi ripiombare nel suo assurdo mondo di mezzo, fatto di frasi sgrammaticate, di pacchiani outfit, di sineddoche misogine e ”colorite” e di inflessioni volgarotte. Tutto, nell’inconfondibile stile di Cetto che, a guardar bene, torna sempre in accaldati momenti storici e politici, facendosi ingenuo portabandiera di un pensiero tanto troglodita quanto cinematograficamente divertente.

Il ritorno della squadra

E pensare che la prima apparizione di Cetto risale addirittura al 2003, quando comparve in Rai, all’interno di Non c’è Problema, per poi affermarsi in Mai dire Domenica. Erano – o almeno ci sembrava che fossero – altri tempi, sia sociali che culturali, e se oggi la volgarità di Cetto non fa più tanto scandalo, le sue trovate meta-cinematografiche, però, vanno a riecheggiare in un prospetto contemporaneo in cui la fantasia supera addirittura la realtà.

Albanese e Lorenza Indovina

Allora, non è assurdo che la trama giri intorno ad un improbabile referendum tra repubblica e monarchia, nella quale Cetto diventerebbe Re delle Due Sicilie, per uno strano caso di discendenza parentale. Proprio lui, finito per emigrare in Germania, con una nuova moglie (Caterina Shulha) ma con quelle abitudini di sempre difficili da smussare. Quindi, vecchie conoscenze – e ritroviamo anche Lorenza Indovina in una spassosa sequenza – e nuovi orizzonti, e il mito farlocco di Cetto che ritorna ancora una volta. Tra sarcasmo, risate e variopinte parodie.

Qui la nostra video intervista ad Antonio Albanese, Lorenza Indovino:

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