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Cate Blanchett: «Tár, il processo creativo e il potere miracoloso della musica»

L’attrice ha parlato del film di Todd Field ai microfoni di Apple Music intervistata da Zane Lowe

Cate Blanchett
Cate Blanchett

ROMA – Magnifica. Divina. Eccezionale. A leggere i commenti della stampa all’interpretazione di Cate Blanchett in Tár, il film di Todd Field in questi giorni in sala, si potrebbe erroneamente pensare che si tratti di un’iperbole giornalistica. Niente di più lontano dalla realtà. Perché l’attrice, che con il ruolo della direttrice d’orchestra e compositrice Lydia Tár si è aggiudicata la sua ottava nomination agli Oscar (dopo averne vinti uno per The Aviator e uno per Blue Jasmine), ha dato vita ad una delle prove più complesse e affascinanti della sua carriera. Un film sulle conseguenze di fama e potere ma anche un film ambientato all’interno del mondo della musica classica. «Ho parlato con molti direttori d’orchestra, ho guardato una miriade di documentari e ascoltato molte registrazioni» ha raccontato la Blanchett ai microfoni di Apple Music intervistata da dj e conduttore Zane Lowe con il quale ha parlato della costruzione del suo personaggio ma anche del suo rapporto con la musica.

IL POTERE DELLA MUSICA «È una cosa miracolosa. Parliamo di miracoli come se provenissero da altri luoghi ma credo che la musica sia connessa a un altro regno. Ed è per questo che nulla batte l’esperienza dal vivo. C’è qualcosa di miracoloso. Quando qualcuno prende una nota e ne mette un’altra accanto… e la voce umana! I cantanti armonici! Se solo avessi potuto essere un cantante armonico…».

Cate Blanchett
Cate Blanchett negli studi di Apple Music

TÁR «Lo vedo come una fuga o un’espansione di ciò che conosco. Quando lavori a un film come Tár, c’è così tanto che non conosci. E quindi mi sento come se fosse una partenza. La cosa che preferisco nell’intero universo è quando guardi un’esibizione di danza e il ballerino si alza in aria e non sai se sta salendo o scendendo. C’è questo momento di sospensione e, a volte, lo senti. Ed è quello che desidero ardentemente in quei momenti in cui decolli con un gruppo di attori accompagnato da una grande scrittura e, in questo caso, da una grande musica. Ti trasporta e poi, si spera, trasporta il pubblico».

Tár
Cate Blanchett è Lydia Tár

LA PREPARAZIONE «Ho parlato con molti direttori d’orchestra, ho guardato una miriade di documentari e ascoltato molte registrazioni. Ma quando parlano del loro lavoro, parlano del fatto se saranno in grado di elevarsi alla grande musica che stanno tentando di incanalare attraverso se stessi verso l’orchestra, verso il pubblico. Penso che tutti i grandi musicisti sentano questo. Ma penso che quello che impari a fare sia spostare l’energia di quel terrore in modo produttivo. Il problema è che – è ed qui che penso che il personaggio sia tragico in un certo senso – Lydia sia a un punto in cui è profondamente straniata da se stessa e dal suo dono. Molti artisti che registrano, a un certo punto della loro carriera, diventano davvero ossessionati dalla loro eredità».

Cate Blanchett
Cate Blanchett

LA PERCEZIONE «Per tutti quelli che potrebbero venerarti, ci sono molte persone che ti insultano. Penso che devi prendere il buono con il cattivo – è difficile sapere cosa fare con gli elogi. Quando sono uscita dalla scuola di recitazione, tanti anni fa, non credo che nessuno sapesse davvero cosa fare con me. Non rientravo in certi standard. E di certo non pensavo di avere una carriera cinematografica. Non era nel mio orizzonte. Quindi, in un certo senso, ho dovuto cogliere ogni opportunità che mi si presentava o creare un’opportunità da qualcosa che a qualcun altro sembrava spazzatura. Inoltre, non avevo nessun ruolo in particolare che volevo ottenere. Ti chiedono sempre quando finisci il liceo: “Cosa vuoi fare della tua vita?”. Io rispondevo: “Voglio viaggiare con il mio lavoro”. Questa è la gioia e il privilegio di essere un attore che lavora: puoi abitare molte identità diverse e questo mi ha davvero insegnato che il mio senso di identità, chi sono o come le persone mi percepiscono è una cosa fluida. Non è qualcosa su cui ho mai passato molto tempo a soffermarmi».

Tár
Un’immagine di Tár

IL PROCESSO CREATIVO «Trovo molto difficile dire “No” e forse dovrei migliorare. Dico “No” in molti modi, ma “No” quando qualcuno lancia il guanto di sfida in modo creativo. A volte puoi aiutare a realizzare qualcosa. Qualcosa che, se sei una piccola parte di quella storia, può essere raccontata. Come se avessi una specie di piattaforma o accedessi a qualcosa che può facilitare altro. Leggo qualcosa o ho una conversazione con qualcuno e voglio far parte di quella conversazione in corso. In fin dei conti si tratta del processo. Non deve essere sempre divertente, ma stimolante. Certe volte è solo per divertirsi, ad essere onesti. La decisione è già stata presa prima che io l’abbia presa consapevolmente. A volte è una reazione a qualcosa che hai fatto prima. Ti senti come se: “Ah, ho esercitato quel muscolo e questo braccio sta iniziando ad atrofizzarsi” e poi arriva qualcosa e pensi: “Oh, posso imparare a usare di nuovo le dita!”».

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Qui potete vedere l’intervista integrale di Apple Music a Cate Blanchett:

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