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Cannes Archives: La Mia Vita da Zucchina e quell’aquilone portato dal vento

Mentre va in scena l’edizione numero 71, riscopriamo su CHILI titoli e cult transitati dalla Croisette

Percepire il bene, lottare con innocenza e purezza per quell’avventura chiamata vita, al riparo da mostri che, spesso, hanno il volto mostruoso di chi, la vita, te l’ha regalata. Applaudito, incoraggiato, premiato, osannato: appena sessanta minuti di durata, eppure La Mia Vita da Zucchina, diretto da Claude Barras, è pura poesia in immagini e parole, drammatico da far contorcere lo stomaco, puro da arrivare all’anima. Non è facile parlare di bambini, ed è ancora più difficile parlare di bambini sconvolti, dimenticati, abbandonati. Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2016, candidato come miglior film animato agli Oscar, Ma vie de Courgette – titolo originale – è basato sul romanzo Autobiographie d’une Courgette di Gilles Paris uscito nel 2002 e poi diventato un cartoon girato in stop motion.

Occhi grandi e capelli blu: Zucchina

E quanta dolcezza, quanta bellezza, quanta crudeltà c’è nella storia di Icare – ma voi dovete chiamarlo Zucchina – che a nove anni si ritrova in un centro accoglienza. La madre, moralmente assente e alcolizzata, è morta, mentre il padre, scappato chissà dove, è solo un disegno su di un aquilone. Così, Zucchina, solo e impaurito, arriva in un gruppo di bambini sperduti dal passato sconvolgente, trovandoci Simon, aggressivo per necessità ma dal cuore colmo d’amore e Camille, che legge Kafka ed ha una mira infallibile. Tra paura, scoperte e incoscienza, troveranno una strada, che in qualche modo, li porterà ad una vera famiglia.

Foto di gruppo: Ahmed, Jujube, Alice, Béatrice, Camille, Courgette e Simon

Nel film c’è una scena tanto semplice quanto metaforica: una mamma passerotto costruisce il nido per le sue uova che presto si schiuderanno, facendo a turno con il papà passerotto per covarle. Il tutto avviene su un albero sopra le teste dei bambini privati di quell’attenzione. La natura, ci dice Zucchina, ha l’innato senso dell’amore e della protezione. L’uomo – più in generale la società – ne è, invece, privo. Tuttavia, l’uomo è parte della natura. Ossimoro, dunque, che crea brutalità e ferocia, in un inumano vortice di cattiveria contro il sangue del proprio sangue. Ed è per questo che La Mia Vita da Zucchina, con i sorrisi e con il dolore, non lascia indifferenti, si mette sul piano dei più piccoli, urlando contro i grandi. E aspettando che quell’aquilone torni a volare.

l film di Barras lo trovate su CHILI: La Mia Vita da Zucchina

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