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Alessandro Celli: «Mondocane, Alessandro Borghi e la mia storia di amicizia»

Taranto, un futuro distopico e due amici: il regista racconta il suo film in Concorso alla SIC36

Alessandro Borghi in una scena di Mondocane

VENEZIA – In un futuro non molto lontano, Taranto è una città fantasma cinta dal filo spinato in cui nessuno, nemmeno la Polizia, si azzarda a entrare. Sono rimasti i più poveri che lottano per la sopravvivenza, mentre una gang criminale, le Formiche, capeggiate dal carismatico Testacalda (Alessandro Borghi), si contende il territorio con un’altra gang. Due orfani tredicenni, cresciuti insieme, sognano di entrare in quella banda. Pietro, detto Mondocane per aver superato la prova d’accettazione nella gang, impone Christian al gruppo che lo deride chiamandolo Pisciasotto. Ma qualcosa si incrina nel loro equilibrio mettendo a rischio tutto quello in cui credono. Alessandro Celli, dopo aver realizzato diversi corti premiati all’estero e in Italia e aver lavorato come assistente alla regia, aiuto regia e regista per serie kids e programmi televisivi, debutta al lungometraggio con Mondocane, titolo presentato in Concordo alla SIC 36.

Da dove arriva la storia di Mondocane?

Non so da dove arrivi esattamente l’ispirazione che ti convince a scrivere una storia, ma posso dire che conoscevo il tipo di film con cui avrei voluto esordire. Lo avevo nel cassetto da tempo. O meglio, lo avevo in casa su una lavagna, un soggetto che nel tempo è diventato piuttosto strutturato nei suoi snodi. Volevo raccontare la storia di un rapporto di amicizia e volevo fosse in un contesto iconico e primordiale. Un giorno mi ricordo che leggendo la cronaca mi sono soffermato a notare quanto spesso la complessa situazione dell’acciaieria a Taranto finisse sulle prime pagine dei quotidiani e come toccasse anche la vita politica del Paese. Da lì la scintilla. Una storia italiana che poteva essere particolare e universale al tempo stesso.

Mondocane
Una scena di Mondocane

Quando tu e Antonio Leotti avete iniziato a lavorare alla sceneggiatura?

Tre anni fa. Siamo partiti con un trattamento dettagliato, poi l’anno successivo abbiamo scritto la sceneggiatura, concentrandoci sul mettere a fuoco il mondo che volevamo proporre. Era importante la backstory e darci tutta una serie di risposte sulla nostra ipotesi di distopia.

Mondocane
Ludovica Nasti in una scena del film

Com’è stato essere accompagnato in questo debutto al lungometraggio da un produttore coraggioso come Matteo Rovere?

Fondamentale. È un film in cui il produttore mette una firma grande. Si è innamorato del soggetto e mi ha aiutato con tutti i mezzi di cui disponeva per la costruzione dell’immaginario. Matteo è fenomenale, segue tutto nel minimo dettaglio. Ti sorprende sempre. Sa convincere. Sa ascoltare. Realizza progetti ambiziosi su cui altri non rischierebbero mai.

Giuliano Soprano e Dennis Protopapa, i protagonisti di Mondocane

Dove hai trovato i due giovani protagonisti? Com’è stato lavorare con loro?

Giuliano Soprano (Pisciasotto) lo abbiamo fermato mentre era con la sua comitiva di amici alla spiaggia di Tramontone, mentre Dennis Protopapa (Mondocane) aveva raccolto un nostro volantino. Sono molto amici nella vita e il caso ha voluto che si incontrassero al provino. Sono due ragazzi molto simpatici, vivaci ma soprattutto dotati di una grande sensibilità. Lavorare con loro è stato l’aspetto più divertente del film.

Alessandro Borghi in una scena del film

Il personaggio di Testacalda è fisicamente molto caratterizzato. Quando scrivevate la sceneggiatura era già così nella vostra mente o le avete modellato lavorando insieme ad Alessandro Borghi?

Lo abbiamo costruito con Alessandro Borghi che ha meticolosamente cercato una chiave per dare corpo e anima a Testacalda. In sceneggiatura avevamo indicato un adulto con una fisicità importante, doveva giganteggiare fra i piccoli. Per il resto ho sempre pensato che fosse una buona cosa che il nostro attore, una volta a bordo, facesse suo il personaggio con idee e riferimenti. Abbiamo avuto un dialogo molto intenso sul passato di Testacalda e sulle sue motivazioni, volevamo creare un cattivo “tridimensionale”. Da questo dialogo sono venute le idee migliori.

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Qui potete vedere il trailer di Mondocane:

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