OSTUNI – Maglietta rosa, giacca bianca e occhiali da sole, Marisa Tomei, arrivata ad Ostuni per l’Allora Fest in programma fino al 26 giugno, più che un’attrice premio Oscar, sembra una turista americana in vacanza. Poi però è salita in cattedra per una Masterclass decisamente insolita in cui l’attrice ha raccontato il suo rapporto con l’Italia, ma anche miti e passioni. «I miei genitori? Hanno sangue toscano nelle vene, i nonni erano di Lucca e Livorno, quindi ogni volta che vengo qui in Italia è un viaggio speciale…». E allora, tra Giulietta Masina e Darren Aronofsky, ecco cos’ha raccontato la Tomei al pubblico durante l’incontro.

LA MIA ITALIA – «L’Italia è stata fondamentale per la mia carriera. Sono cresciuta con il mito di Giulietta Masina e fu proprio ammirando lei che decisi di fare l’attrice. È stata una grande fonte di ispirazione. Entrambi i miei genitori hanno sangue toscano, anche se devo dire che sono stati attenti a filtrare in qualche modo le nostre origini italiane, scegliendo quello che amavano e quello da cui volevano prendere le distanze dall’Italia. Ad esempio hanno scelto di non farmi crescere con una formazione cattolica. Mamma era andata a scuola dalle suore ed era rimasta traumatizzata, mi ha voluto risparmiare quell’esperienza».

LA MIA ITALIA #2 – «La mia spiritualità però l’ho poi trovata a modo mio, fuori dalla chiesa, negli anni successivi. Oggi faccio meditazione e devo dire che negli anni sono molto migliorata ed ho anche imparato a sentirne i benefici. Quello che invece ho conservato in casa dell’italianità e del vostro modo di essere è il culto per il buon cibo e l’attaccamento alla famiglia, per quando possano essere complesse le famiglie rappresentano una cosa centrale nella vita delle persone. Io per esempio sono molto legata a mio fratello. È il mio miglior amico…».

IO E JOE PESCI – «Sono passati trent’anni anni dall’uscita di Mio cugino Vincenzo, film per cui ho vinto l’Oscar come attrice non protagonista. Ero davvero agli esordi. Avevo iniziato con il teatro che, anche se impegnativo, rimane il mio rifugio, lì mi sento rilassata, al contrario del set, dove sono sempre sulle spine. Prima di Mio cugino Vincenzo al cinema avevo fatto poco, avevo esordito con Flamingo Kid, in cui dicevo solo una sola battuta (“Sei ubriaco!”). Poi ho fatto una sitcom in tv Tutti al college, spin off de I Robinson. Se sapevo di avere un talento comico? Direi proprio di no. Pensavo solo a recitare, ma ero ancora molto ingenua. Anche se spero di aver mantenuto quello spirito puro delle origini, la freschezza di quella ragazza che voleva fare l’attrice e, malgrado i no e le difficoltà degli inizia, ascoltava solo se stessa e il suo sogno…».

IL NUDO – «Ho girato la prima scena di nudo quando avevo già più di 40 anni, in The Wrestler con Mickey Rourke, in cui facevo la parte della spogliarellista (ruolo per cui fu candidata di nuovo all’Oscar, nda) . Darren (Aronofsky, il regista, nda) mi aveva convinto, a patto di poter rivedere la scena. Ricordo i dubbi di quei giorni in cui mi dicevo: «Perché non l’ho fatto a 25 anni quando ero bella in forma?». Invece poi ho capito il valore di girare una scena osé a quell’età, innanzitutto perché quando ero giovane mi prendevo troppo sul serio e non avrei retto la pressione del giudizio degli altri. Dopo quell’esperienza mi sono resa conto che il nudo femminile ha un enorme potere sullo schermo. Io sono stata un modello, un’occasione di riscatto per tutte le donne mature, che hanno ritrovato la fiducia nel proprio corpo non più giovanissimo. Come a dire che si può essere seducenti anche se il tempo passa e ci lascia qualche segno addosso».

IL ME TOO – «Ma no, non si può cambiare Hollywood da un giorno all’altro. Ci vogliono anni, ma le acque si stanno muovendo. E ne sono felice, perché credo molto nelle giovani generazioni di donne, sono determinate, sanno quello che meritano e non hanno intenzione di sminuirsi di fronte ai colleghi uomini. Per me sono una grande fonte di ispirazione, ho molto da imparare da loro. Adesso le cose stanno cambiando e iniziano a esserci ruoli interessanti per attrici della mia età (57 anni, nda), si inizia a superare un tabù molto forte al cinema per cui c’è spazio solo per attrici giovani nei film. Dovessi scegliere un personaggio da interpretare? Maria Maddalena. Non saprei dire bene perché, ma mi affascina. Un regista italiano con cui lavorare? Luca Guadagnino e Paolo Sorrentino…».
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