ROMA – Orrore e paura? Sì, ma che bella intuizione l’operazione di ABCs of Death. Ventisei cortometraggi a base horror, diretti da altrettanti registi e autori. A produrre, Ant Timpson e Tim League che, dopo il primo e fortunato alfabeto della morte, hanno voluto replicare con altri ventisei short truculenti, paurosi, inquietanti. Così, The ABCs of Death 2 – che potete recuperare in streaming su Prime Video e AppleTV+, distribuito da Midnight Factory – torna a recitare l’abecedario, iniziando dalla “A” di A is For Amateur, il primo corto, finendo con Z is for Zygote. Cosa c’è dentro? Di tutto e di più. Un’opera studiata appositamente (ed enciclopedicamente) per i cultori del genere. Perché, i 26 registi provenienti da mezzo mondo – si va dagli Stati Uniti alla Francia – non hanno avute remore di frenare gli istinti più orrorifici che si possano tirare fuori.

Qualche esempio da scegliere in The ABCs of Death 2? In realtà sono molti quelli da indicare, ma sicuramente ecco R is for Roulette, dove per protagonista c’è una roulette russa, oppure lo sperimentale quanto riuscito D is for Deloused, girato completamente in stop-motion con protagonista… un insetto gigante che tormenterà i vostri incubi. Eccezionale, citazionista e Anni Ottanta W is for Wish, ovvero un palese omaggio a quelle action figures della nostra infanzia che qui prendono malamente vita. E poi? Il pazzo (tra i tanti) V is For Vacation, con una scottante videochiamata tra una coppia.

Poi, il corto J is for Jesus di Ramahlo, che affronta la discriminazione sessuale. E c’è pure Q is for Questionnaire, diretto da Rodney Ascher, apprezzato regista dei documentari Room 237 e The Nightmare. Si prosegue con il notevole U is for Utopia, diretto da Vincenzo Natali, regista del cult Cube e di Splice. Il suo corto, mette in guardia sulla società sempre più schiava dell’apparenza e della bellezza, dove i “normali” sono sottoposti, addirittura, a una terribile punizione.

Insomma, The ABCs of Death 2 è un bel esercizio di stile, certamente horror, ma parallelamente anche umoristico e satirico. I toni e i temi utilizzati sono tanti: perversioni, morbosità, indifferenza, vendetta, follia. Così, per chi cerca qualcosa che davvero riesca a divertire con un alto tasso di spaventi, disagi e sangue (a fiotti), allora i ventisei cortometraggi antologici – ma attenzione agli stomachi deboli e i facilmente suscettibili, perché qui il freno proprio non c’è – sono l’alfabeto da recitare a memoria, lettera dopo lettera, cercando di non urlare dalla paura.
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