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Slashers e quella parodia a basso budget dove non ci sono regole

Un reality show, un montepremi e l’obiettivo di non farsi uccidere. Squid Game? No, un film datato 2001

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Maurice Devereaux e la sua parodia sul genere: Slashers

MILANO – Cosa succede se un regista canadese come Maurice Devereaux realizza un film che si rifà alla più alta tradizione slasher, intitolato proprio Slashers? Ora possiamo (ri)scoprirlo, perché il film, uscito nel 2001, è approdato in streaming su Netflix. Scopriamo così un programma televisivo giapponese, amato però in tutto il mondo, dove sei concorrenti mirano a vincere dodici milioni di dollari. Il tranello? La sfida a cui devono prendere parte mette in gioco la loro vita. Forse è anche un po’ complice l’improvvisa attenzione verso questo genere e le produzioni asiatiche che abbiamo visto nelle ultime settimane dopo il successo di Squid Game. Ma attenzione, c’è ben poco in comune con la serie Netflix più vista di tutti i tempi.

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L’horror di Slashers di Maurice Devereaux

A inizio anni Duemila, con uno studio televisivo e i costumi che a prima vista fanno tornare con la mente a quegli anni, quella che Devereaux realizza è una parodia di quel tipo di storie che tanto hanno affascinato il pubblico occidentale e orientale. In tanti l’anno definita una sorta di remake a basso costo di quel Running Man con protagonista Arnold Schwarzenegger in un’America totalitaria dove i carcerati devono combattere per la libertà – e per la propria vita – in termini molto simili. Slashers non pretende di essere un capolavoro. Anzi, se si vanno bene a guardare la qualità degli effetti, dei dialoghi e delle recitazioni è ben lontano dall’essere anche solo passabile. Palesemente un film a bassissimo budget. Ma nonostante questo, già alla sua uscita riscosse parecchio gradimento tra il pubblico (un po’ meno dalla critica, ma è comprensibile).

I concorrenti di Slashers

La storia è molto semplice: sei concorrenti americani vengono liberati in un’arena costruita ad hoc come un set di un film horror. L’unico obiettivo è rimanere vivi, sfuggendo ai tre psicopatici – un becchino, un dottore e un falegname nelle vesti più insanguinate e inquietanti che potevano trovare – che ovviamente vorrebbero farli a pezzi. Un passatempo come tanti altri, a quanto pare, visto che dal collegamento con gli Stati Uniti vediamo una piazza gremita di gente, pronta a fare il tifo per loro e a godere dei vari svisceramenti in diretta. Insomma, quella punta di voyeurismo non può davvero mai mancare quando si tratta di questi spettacoli, e la cosa forse dovrebbe iniziare a preoccuparci.

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Slashers: chi riuscirà a vincere il montepremi così?

Quello che il film manca di profondità e suspense, lo compensa con l’essere estremamente comico e a tratti divertente, dal sangue scadente alle ovvie morti finte sostituite dai manichini. Maurice Devereaux ci va senz’altro pesante e non risparmia nemmeno qualche plot twist disseminato qua e là, tra l’assurdità di uno stacco pubblicitario nel bel mezzo di un’uccisione e personaggi per cui veramente facciamo fatica ad avere compassione da quanto sono irritanti. Per non parlare poi della colonna sonora, la musica del programma che chi conosce già il film ha ancora in mente dopo tutti questi anni e che è veramente orecchiabile e facile da ricordare. C’è da dire che spesso le parodie rischiano di avventurarsi in territori pericolosi senza riuscire nel loro intento originale, ma Slashers, nella sua esilarante stravaganza, ha centrato in pieno l’obiettivo.

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