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Il Trono di Spade | Tra amore, memoria e notte eterna: l’inizio della fine

La nostra recensione di A Knight Of The Seven Kingdoms, secondo episodio di GOT disponibile su CHILI

Il Trono di Spade: Un'immagine della seconda puntata dell'ottava stagione
SPOILER ALERT!

MILANO – Sono state 17 milioni le persone che hanno visto Winterfell – lo potete vedere su CHILI -, primo episodio della stagione finale de Il Trono di Spade, durante la sua messa in onda sulla HBO. Una cifra record che supera di oltre un milione, secondo i dati riportati dall’Observer, la première del settimo capitolo. Un episodio atteso quasi due anni e caratterizzato da risposte, ricongiungimenti e rivelazioni a lungo attese. Dall’abbraccio di Arya (Maisie Williams) e Jon (Kit Harington), alla scoperta della vera identità dell’ex bastardo di Ned Stark (Sean Bean) fino a quello sguardo finale tra Jamie (Nikolaj Coster-Waldau) e Bran (Isaac Hempstead Wright).

Il Trono di Spade: Un'immagine della seconda puntata dell'ottava stagione
Jamie Lannister in una scena di A Knight Of The Seven Kingdoms

E A Knight of Seven Kingdoms – disponibile su CHILI -, secondo episodio dell’ottava stagione scritto da Bryan Cogman e diretto da David Nutter, apre proprio con lo Sterminatore di Re al cospetto degli Stark e Daenerys (Emilia Clarke) che scoprono da lui il tradimento di Cersei (Lena Headey). Un episodio di transito, caratterizzato, come il precedente, da molti incontri e chiarimenti. Frustrante per certi aspetti, necessario ed emozionante per altri (a tutti i presenti a Winterfell viene dedicata almeno una scena). L’attesa dei vari personaggi di vedere all’orizzonte l’esercito degli Estranei diventa così anche la nostra.

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Jon Snow e Arya Stark in una scena di A Knight of Seven Kingdoms

Perché la Battaglia di Winterfell è ormai alle porte e molti dei protagonisti di questo secondo episodio potrebbero non sopravvivere allo scontro con i non-morti. L’armata guidata dal Re della Notte il cui obiettivo è uccidere il Corvo con Tre Occhi, detentore della «memoria del mondo» e intenzionato a cancellare a favore della notte eterna. Ma sono molti altri gli aspetti che affiorano nel corso della puntata.

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Bran Stark in una scena di A Knight Of the Seven Kingdoms

Se a lungo Il Trono di Spade è stato additato come uno show sessista in cui le figure femminili soccombevano sotto il peso di soprusi maschili di ogni genere, A Knight Of The Seven Kingdoms è l’esempio lampante di come siano sempre più le donne i personaggi chiave di GOT. A partire da Brienne (Gwendoline Christie) a cui si riferisce il titolo dell’episodio per passare a una sempre più solida Sansa (Sophie Turner), alla sicurezza spavalda di Arya e alla sete di potere di Daenerys.

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Tyrion Stark

Proprio la Madre dei Draghi è stata protagonista di un doppia faccia a faccia. Quello sul futuro del Nord con Sansa, decisa a non sottomettersi a nessun altro sovrano, e quello con Jon, o meglio Aegon Targayren, che nella cripta di Winterfell, davanti la statua di Lyanne Stark, le ha confidato la sua vera identità. La reazione di Khaleesi? Non proprio entusiasta. Un mix di rabbia e incredulità e un unico pensiero: secondo le linee di successione non è più lei la legittima erede al trono…

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Una scena del secondo episodio de Il Trono di Spade 8

Rinuncerà a diventare la regina dei Sette Regni o sarà Jon, mai realmente interessato a titoli e potere, a fare un passo indietro? Forse un indizio è nascosto in Jenny’s Song, la canzone intonata da Podrick (Daniel Portman) nella sequenza precedente (e che potete ascoltare nella versione di Florence + The Machine sui titoli di coda). Il brano, presente nei libri di George R.R. Martin, si riferisce alla vera storia del prozio di Deanerys, Duncan Targaryen, che rinunciò al trono di spade per amore di Jenny di Oldstones. «Le cose che facciamo per amore».

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