MILANO – Maradona, Messi, Pelé, Ronaldo. Il pubblico da sempre apprezza ritrovare sul piccolo o grande schermo i suoi idoli calcistici, siano di ieri oppure di oggi. E negli ultimi cinque anni anche il cinema e la serialità italiani hanno raccontato due delle nostre più grandi icone moderne del calcio (tutto): Francesco Totti grazie alla serie Speravo de morì prima e al documentario Mi chiamo Francesco Totti e Roberto Baggio ne Il divin codino. Non è un caso che in questi giorni al cinema ci sia addirittura un documentario sull’Atalanta (ve ne avevamo parlato qui) e così, tra documentari e film, siamo andati a rivederci il film su Zlatan Ibrahimovic, che ora al Milan da dirigente non se la passa bene. Zlatan – che trovate in streaming su NOW, TIMVision e AppleTV+ – diretto dal regista svedese Jens Sjögren racconta l’inizio dell’ascesa del mito.

E quindi, più che soffermarsi sui successi del campione svedese, il film accompagna lo spettatore alla scoperta dell’infanzia e dell’adolescenza del calciatore. Figlio di immigrati jugoslavi, Zlatan deve giocare nella vita una partita spesso troppo complessa con poco denaro e con una famiglia che fa fatica a restare unita e a dimostrare affetto e considerazione per il suo talento. E allora ecco che il campo da calcio diventa per Ibra l’unico luogo in cui poter dimenticare tutte le difficoltà del suo quotidiano al servizio di unico scopo: mettere il pallone in rete e dimostrare di essere il migliore di tutti. Il resto è storia: sei candidature come FIFA World Player of the Year e undici per il Pallone d’oro, nonché primato nell’aver giocato con sette diverse squadre in Champions League (anche se non l’ha mai vinta).

Ciò che del film si apprezza è la sua dichiarazione d’intenti di non voler essere agiografico e non risparmiare il protagonista dall’accentuazione dei suoi difetti. Ne emerge un personaggio scontroso e prepotente, che solo a intermittenza si rende conto che il talento a poco vale se non accompagnato dalla disciplina. in Zlatan, la condotta di Ibra è esecrabile: lo vediamo compiere furtarelli, farsi coinvolgere in risse e lanciare petardi insieme agli amici con estrema nonchalance per spaventare il vicinato. Già da piccolo un allenatore, colpito dalle sue capacità, ma consapevole della funzione pedagogica del gioco di squadra lo chiama “stronzetto prepotente” e lo costringe a non entrare in campo a fini educativi. Da un lato il suo talento e dall’altro la tendenza a voler (stra)fare tutto da solo, lo rendono persino vittima di una petizione da parte dei compagni per escluderlo dalla Primavera del Malmö.

Zlatan è di certo una storia di rivincita, raccontando infatti la speranza di un sogno che si avvera e il riscatto da una realtà personale non favorevole: è probabilmente questo il motivo per cui lo stesso Ibrahimovic ha trovato il film addirittura commovente. Solo in questo senso, tuttavia, riusciamo a nutrire meno dubbi rispetto a quanto dichiarato dal regista Jens Sgögren, secondo cui raccontare questa storia adesso può essere una forte ispirazione per i più giovani. Facendo infatti il film un ritratto molto umano del suo protagonista, proprio la sua leggendarietà rischia di vacillare. In tutti gli stadi della sua esistenza, siamo infatti di fronte ad un personaggio spocchioso, indisciplinato e persino aggressivo, del quale solo lo smisurato talento pare difenderlo da un destino ben meno glorioso.

Oltretutto il temibile potente che nel film potrà dare una svolta alla carriera del calciatore è il noto dirigente sportivo Luciano Moggi (qui interpretato da Duccio Camerini!), le cui vicissitudini giudiziarie non edificanti si mischiavano alla lungimiranza di sapere scovare talenti come Ibra. I più accaniti fan del calciatore ricorderanno che già nel 2015 era stato realizzato un documentario, Ibrahimovic: diventare leggenda sulla sua storia (lo ritrovate su Netflix e RaiPlay in streaming). Ecco, nel rivederlo adesso potreste apprezzare soprattutto la somiglianza tra i personaggi esistenti e gli attori scelti per interpretare Ibrahimovic e tutti i personaggi che hanno costellato la sua vita. Non un capolavoro, ma un solido film calcistico da riscoprire.
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- VIDEO | La nostra video intervista di Zlatan:
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