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La diva che fuggì dal nazismo e ispirò Catwoman: ma chi era Hedy Lamarr?

Leggenda. Sex symbol. Genio. Da Venezia a Hollywood, tra cinema e documentari: il mito Hedy Lamarr

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Hedy Lamarr: nata a Vienna nel 1914, morì nel 2000.

VENEZIA – Al Lido c’era stata due volte Hedy Lamarr. La prima, nell’agosto del 1933, quando arrivò a Venezia in viaggio di nozze con il marito, Fritz Mandl, il mercante d’armi della Wöllersdorfer Werke, l’uomo senza scrupoli che nella sua casa al numero 15 di Schwarzenbergplatz, a Vienna, ospitava Benito Mussolini e Hermann Göring. Fiutava morte e affari e non se ne vergognava troppo, prima di rimanere spiazzato dall’Anschluss e fuggire in Argentina. La seconda volta, un anno dopo, quando accompagnata dal regista cecoslovacco Gustav Machatý portò alla seconda edizione della Mostra Estasi, il film scandalo che si trovò in competizione con Accadde una notte di Capra e Piccole donne di Cukor e che l’anno scorso è ritornato al Lido in versione restaurata.

Hedy Lamarr in uno dei poster americani di Estasi.

Lei ovviamente non c’era più, non poteva esserci, portata via da una storia incredibile. Talmente incredibile che è difficile perfino da raccontare, da mettere in fila: la parabola di Hedwig Eva Maria Kiesler in arte Hedy Lamarr è come un arabesco, una linea confusa che corre da Vienna a Berlino, tra St. Moritz e Hollywood, non si ferma mai, in fuga o in testa. Hedy studentessa di ingegneria, Hedy sex symbol, Hedy oggetto del desiderio, ma anche Hedy l’ebrea che deve fuggire, Hedy che sbaglia strada, Hedy che chiede consiglio a un altro austriaco, Billy Wilder, ma si innamora dell’uomo sbagliato, Erich Maria Remarque, scrittore enorme che poi amerà Marlene Dietrich e sposerà Paulette Goddard, finendo a Locarno. Ma è un’altra storia quella.

Un altro dei manifesti americani di Estasi.

Nel settembre del 1937 Hedy lascia tutto, l’Europa, i genitori, i ricordi di Vienna, il primo marito, ma non lo scandalo di Estasi e del suo seno nudo mostrato alla troupe in mezzo ai Carpazi. Sul transatlantico che la porta in America ecco un altro ebreo in fuga come lei, Louis B. Mayer, altro fiutatore da nulla che vede lontano. Molto lontano. Sarà proprio lui a trasformare quell’attrice austriaca, Hedy Kiesler, in una diva americana, Hedy Lamarr, a farla stella di Hollywood, mito che poi avrebbe girato decine di film fino alla fine degli anni Cinquanta, ma che in realtà era anche altro, molto altro, ma nessuno lo sapeva o voleva saperlo: un genio informatico tale da anticipare con le sue intuizioni il sistema alla base degli odierni Bluetooth e WiFi.

Schocking: negli USA Estasi uscì nel 1936 e nuovamente nel 1940.

La storia è stata raccontata in un bellissimo documentario, Bombshell (lo trovate in streaming su Prime Video e CHILI), Susan Sarandon ha girato gli show d’America per raccontarne il genio, ma la realtà è che poi Hollywood – come sempre – volta le spalle a tutto e lo fece anche con Hedy, lasciandola in un vortice di alcol, cleptomania e rimpianti, finita addirittura in una dimora per anziani in Florida. Il genio sexy, capace di ispirare addirittura l’inventore di Batman, Bob Kane, che nel 1940, ossessionato dalla sua bellezza, si inventò Catwoman disegnandola sulle sue fattezze. Non basta: lei invecchia inseguita dal passato, dalla sua Austria che ha lasciato, ma mai dimenticato. A tal punto che un giorno del 1966, dopo aver visto L’uomo del banco dei pegni di Sydney Lumet, in cui si racconta il dramma dell’Olocausto, esce dal cinema e ha un crollo psicofisico. Ha solo 52 anni, ma ha già vissuto almeno tre vite.

Il seno nudo di Hedy Lamarr in uno dei poster di Estasi.

Morirà a Altamonte Springs, in Florida, Hedy Lamarr, il 19 gennaio del 2000, dimenticata da tutti, con una benda sugli occhi e una promessa da mantenere rinchiusa nel cassetto del comodino: «Non voglio rimanere qui. Non voglio rimanere in America. Riportatemi a casa quando sono morta», aveva chiesto ai figli poco prima di andarsene. E così fu: le sue ceneri riattraversarono l’Atlantico e furono sparse nel Wiener Zentralfriedhof, il cimitero di Vienna, non lontano dal quartiere in cui era cresciuta, non lontana da dove aveva creduto di poter essere felice, dalle grida dei bambini che giocavano senza chiedere nulla. Come lei. Dietro di sè, Hedy si era lasciata sei mariti, tre figli e un unico grande amore: «Mio padre. Ho sempre cercato lui in ogni uomo che ho incontrato. Nessuno è stato mai all’altezza».

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