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Tutti i Nostri Desideri: un dramma sociale e privato in una storia di empatia

Un’ingiustizia, una donna, un uomo e il tempo che scorre: il film di Lioret è di quelli da (ri)vedere

MILANO – Tutti i nostri desideri di Philippe Lioret è un dramma privato e pubblico, equilibrato, difficile, ostico. A differenza di Welcome, il precedente film del regista francese che affrontava il tema dell’immigrazione ed era figlio dei tempi di Sarkozy, questo – presentato a Venezia nel 2011 -, si confronta con la crisi economica, i prestiti concessi dagli istituti di credito e la conseguente difficoltà per il ceto umile di sopravvivere. La magnifica Marie Gillain è un giudice e una giovane madre, che scopre di avere un male incurabile. A farle da spalla è Vincent Lindon (il maestro di nuoto di Welcome, nuovamente enorme), collega più maturo, a cui chiede di occuparsi del suo ultimo processo, dal quale la donna è stata sospesa per legittimo sospetto.

Vincent Lindon e Marie Gillain

Lioret non è troppo interessato a quello che succede nella storia di Tutti i nostri desideri (Apple TV+), ma a come succede. Il fulcro del suo cinema sono i legami che si evolvono e che si consolidano. Di fronte alla malattia, la protagonista sceglie di non condividere con i familiari il suo dolore ma di portare a termine i suoi obiettivi, affrontando il tempo che le rimane con dignità e coraggio. Il rapporto che instaura con il collega è uno dei più intensi, autentici e adulti ritratti di stima reciproca, professionale e umana, tra un uomo e una donna. Il regista bada al sodo, è asciutto e essenziale, ma si caratterizza per un’abilità davvero rara: quella di far interessare lo spettatore all’evoluzione delle relazioni interpersonali, affettuose e mai pericolose.

tutti i nostri desideri
Una scena di Tutti i Nostri Desideri

Ed è straordinariamente onesto, dal momento che non si palesa mai il dubbio che possa sorgere la scorciatoia adulterina, bensì solo la possibilità di un ultimo grande approccio al calore umano. I due personaggi di Gillain e Lindon, infatti, sono di una bellezza abbacinante: dal condiviso amore per la giustizia e per la difesa nei confronti dei più deboli fino al reciproco sostegno, fatto di nuove, semplici scoperte (il rugby, la musica di Rickie Lee Jones). Lioret affronta anche temi sociali, denunciando le pubblicità ingannevoli delle società che propongono prestiti, e ribadendo la necessità di un lavoro che garantisca una quotidianità decorosa.

tutti i nostri desideri
Marie Gillain e Vincent Lindon in un’immagine del film.

Ma soprattutto, suggerisce una concezione del diritto da applicare in relazione alle singole necessità e non secondo l’interpretazione letterale. Sarà difficile non abbandonarsi all’emozione e alla commozione per una storia che pone al centro le ingiustizie e i lati più teneri e gioiosi dell’esistenza (anche in questo caso, lo sport ha un ruolo fondamentale: non solo il rugby, ma il nuoto, come in Welcome, è centrale in una struggente sequenza). In Tutti i nostri desideri scuote il dramma sociale, e scuote anche quello privato: il risultato è un grandissimo film, da recuperare.

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